Non potevo credere che potesse arrivare a tanto, si insomma, che era stronzo già lo sapevo... ma lasciarmi da sola in un fottuto self service in mezzo all'autostrada era un tantino eccessivo. Se era incazzato con qualcuno non doveva prendersela con me.
Stronzo. Continuavo a ripetermelo in testa mentre camminavo furiosamente avanti e indietro in cerca di una soluzione, chi avrei potuto chiamare se non avevo nessun numero, a parte quello dello stronzo?
Camminai portandomi le mani nei capelli e li tirai facendomi male, forse sarebbe servito a qualcosa.

Entrai nel bar e ordinai un caffè, dovevo calmarmi o avrei picchiato qualcuno.

《Cosa ci fa una bella ragazza qui tutta sola?》chiese un ragazzo biondo di fianco a me, senza distogliere lo sguardo dal suo bicchiere ripieno di chissá quale sostanza.

《I cazzi tuoi dove li hai lasciati?》chiesi bruscamente.

《Pure stronza sei, eh?》

《Stronza è il mio secondo nome》dissi sarcastica e lui sorrise.

《Mi piaci, hai fegato》alzai un sopracciglio confusa.

《Di solito non si vedono molte ragazze toste come te da queste parti》disse e bevve un sorso dal suo bicchiere non distogliendo lo sguardo da me. Dovevo ammettere che non era male il ragazzo.

《Beh, siamo in un autogrill in mezzo al nulla, sono senza passaggio, ho fame, ho appena perso il lavoro e come se non bastasse il mio stronzo di "capo" mi ha dato della troia. Come vuoi che stia? Di certo non sono calma e gentile, non trovi?》

《Mmm, per il passaggio non c'è problema, te lo do io》disse con nonchalance.

《Come posso fidarmi? Chi lo sa, magari sei un serial killer che aspetta il momento giusto per uccidermi. E poi non ti conosco neanche. Dammi un motivo per fidarmi di te》

《Se ti dico che a casa ho le ciambelle con la glassa alla fragola, ti fidi?》disse sorridendo.

《Mmm, non basta》

《Ciambelle e torta al cioccolato?》

《Andata, hai scoperto il mio punto debole. Adoro il cioccolato!》sorrise e scese dallo sgabello. Estrasse il portafogli dalla tasca e lasciò una banconota da 10£ sul bancone.

《Offro io》sorrisi e ringraziai. Mi sarei potuta fidare di uno sconosciuto?

《Sono Jake, comunque》mi porse la mano e io gliela strinsi.

《Allyson》

《Bene Allyson, vogliamo andare?》

《Certo!》e salimmo sulla sua moto nera lucida.

**************

《Bella la casa》dissi non appena varcammo la soglia della sua cucina, era stato molto silenzioso durante il tragitto. Lui fece un cenno con il capo e aprì uno dei tanti cassetti del ripiano.

La casa non era male, anche se a mio parere era molto strana. Le pareti erano verniciate di un rosso sangue, e l'arredamento era disposto in modo molto ambiguo. Direi quasi che la casa avesse un tocco macabro. Spettrale. Ma non ci feci caso, quelli erano gusti.

《Scusa, hai il bagno?》chiesi.

《No, cago per terra》disse sarcastico e io risi, in effetti potevo formulare meglio la domanda.

《È di sopra, seconda stanza a destra》annuì e salì le scale.

Seconda, seconda porta...eccola!

Entrai e dopo aver finito richiusi la porta alle mie spalle.
Stavo per scendere ma mi fermai alla prima porta, perché intravidi qualcosa di inquietante.

Mi guardai intorno controllando che Jake non fosse nei paraggi ed entrai richiudendo la porta.

Sul muro erano appese una decina di katane giapponesi, mentre sul mobile erano appoggiati cinque coltelli in ordine crescente. Dal più piccolo al più grande. Se questo non era inquietante allora non sapevo proprio come definirlo. Forse ero veramente in casa da sola con un serial killer.

Cominciai a sudare freddo ripetendomi che sarebbe andato tutto bene, lui non mi avrebbe uccisa.

Accanto al coltello più grande c'era un quaderno. Lo presi e notai che c'erano scritti dei nomi di ragazze: Jessica, Samanta, Katrina, Jade ed infine Allyson. L'unica differenza era che il mio nome non aveva nessun segno a fianco come negli altri. Ciò voleva dire solo una cosa, ero in serio pericolo.

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