Cominciai a sudare freddo, deglutì per mandar via il groppo che mi si era formato in gola e strofinai le mani sulla faccia per far si che mi svegliassi da quell'incubo, perché magari lo era, era un fottuto incubo.
Decisi di mandare avanti il gioco, non dovevo far credere che avevo scoperto il suo losco piano. Dovevo sedurlo e quando sarebbe arrivato il momento giusto avrei reagito e sarei scappata.

Scesi di sotto assicurandomi di aver sistemato il quaderno nella stessa posizione in cui lo avevo trovato e dopo aver fatto un lungo respiro per calmarmi ed avermi stampato un sorriso falso sulla faccia, feci il mio ingresso in cucina.

Lui era lì, quel pazzo stava affilando un coltello. Probabilmente quello che avrebbe dovuto usare per uccidermi, ma non sarebbe accaduto...sperai.

《Ehi, ti stavo aspettando》 disse con aria serena, ma in fondo sapevo che stava escogitando qualcosa. Sorrisi falsamente cercando di non tremare mentre piano piano si avvicinava toccando con il pollice la punta del coltello. Cazzo, sambravamo in un film horror, solo che non c'erano le telecamere, ed era tutto vero.

《Come mai ci hai messo così tanto?》chiese continuando ad affilare il coltello. Deglutì e indietreggiai.

《M-mi a-aveva chiamato mia m-madre》mentì.

《Menti》disse in tono duro.

《C-come?》chiesi sperando che fosse tutto un brutto sogno ma quando mi tirai un pizzicotto capì che non lo era.

《Sei agitata, cosa ti turba?》chiese beffardo posando il coltello sul tavolo. Tirai un sospiro di solievo.

《Eh? No, n-niente è che mia madre vuole che t-torni a casa.》balbettai e presi la mia borsa allontanandomi verso la porta d'ingresso.

Cercai di aprirla ma quando notai che era chiusa a chiave, cominciai a sudare e a respirare irregolarmente.

《Non così in fretta, bambolina.》Sentì i suoi passi pesanti dietro alle mie spalle. Deglutì rumorosamente chiudendo gli occhi e quando mi rigirai me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza.

Pochi secondi dopo il mio cellulare prese a squillare e io lo tirai fuori con mani tremanti, sotto il suo sguardo intimidatorio.

《P-pronto?》 Balbettai.

《Ally mi dispiace, non avrei dovuto reagire in quel modo. Dimmi dove sei che ti vengo a prendere.》disse Bryan al telefono e io sospirai. Se solo lo sapessi te lo direi, caro Bryan.

Jake ad un tratto mi prese il polso e mi fece sbattere la schiena contro il suo petto, non ci misi molto a capire che aveva puntato il suo coltello sulla mia gola. Deglutì e strinsi il cellulare all'orecchio.

《Di a chiunque sia al telefono che stai bene e attacca.》 disse quello psicopatico di Jake e io feci come mi disse.

《Ehi, m-mamma, si sto bene. No no tranquilla, le case sono molto belle qui nel quartiere abbandonato. Sopratutto questa casa rossa con il numero 345, sai mi piacerebbe comprarne una in questo quartiere non molto lontano dalla cittá, vicino all'autostrada.》pregai Dio che avesse intuito cosa intendevo dire con la mia sceneggiata e sperai che avesse capito che avevo bisogno di aiuto.

《Sto arrivando》e in quel momento lo ringraziai mentalmente, alla fine non era poi tanto idiota come pensavo.





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