Per passare la mattinata e per sfogare i miei brutti pensieri andai in palestra. Ma non fu una buona idea. Quando Fabrizio, il personal trainer mio e di Emma, e tutti i ragazzi che lavorarono con lui mi videro da sola iniziarono a fare diverse domande su lei.
Sembrava proprio che dalla mia testa non potesse uscire neanche per qualche ora. L'unica che era riuscita a farmi pensare ad altro, almeno per qualche ora, era stata Eleonora e così la chiamai.
Ci eravamo scambiate i numeri di telefono la sera precedente e sentirla felice per il mio pensiero mi aveva rasserenata. Almeno lei stava bene.
Non era mai successo che io parlassi al telefono mentre facevo gli esercizi ma quel giorno feci uno strappo alla regola e continuai a chiacchierare con Eleonora anche mentre ero sulla ciclette.
Ad un certo punto però, si aprii la porta d'ingresso e in quel momento, nonostante fossi di spalle, avrei giurato che la persona che era appena entrata fosse Emma. Non usava profumi troppo forti, anzi spesso lo dimenticava anche ma l'odore del suo bagnoschiuma ai mirtilli era inconfondibile.
Salutai Eleonora, dicendole che dovevo cambiare esercizio e non potevo più parlare e aspettai che Emma venisse da me.
«Buongiorno Franci, anzi buongiorno di nuovo!» disse facendo riferimento al fatto che ci fossimo svegliate insieme e ci eravamo già augurate una buona giornata.
Sembrava felice, come se andasse tutto bene, come se il giorno prima magari fosse stata ad una festa e si fosse divertita, come se non avesse pianto, come se non si fosse dovuta mettere strati e strati di fondotinta per nascondere le occhiaie.
Ci stava riuscendo, nessuno aveva capito niente, tutti stavano credendo alle sue scenette teatrali ma non io.
Io la conoscevo fin troppo bene.
«Vuoi che andiamo via e parliamo?» le chiesi sperando che si decidesse a sfogarsi ma era cocciuta e sperava che io credessi che lei stesse bene. Mi dispiaceva tanto, non capivo per quale motivo mi stesse tenendo lontana da se.
«Con chi parlavi prima?»
A sviare la conversazione c'era riusciuta benissimo ma ora mi toccava raccontarle cose era successo nei giorni in cui eravamo state lontane.
«Forse è meglio che andiamo e ti racconto tutto per strada.»
Sapevo che comunque quella giornata in palestra sarebbe stata inutile sia per me che per lei. Fabrizio diceva sempre che gran parte del lavoro, anche quando si parla di allenamento fisico, é dovuto al cervello e quel giorno nè io nè Emma eravamo in pieno delle nostre facoltà mentali. Certo, detto così sembra che avevamo qualche malattia mentale momentanea e invece erano solo problemi di cuore, almeno i miei.
Mentre cercavo le parole migliori per dirle ciò che era successo mi arrivò un messaggio. Emma data la mia misteriosità precedente, mi levò il cellulare dalle mani, proprio come fanno i bambini, e iniziò a correre per non farmelo riprendere ma quando la raggiunsi aveva già letto il contenuto dell'SMS.
Si irrigidì e subito mi passò il telefono.
«Scusa Fra, io non lo sapevo e mi dispiace di aver letto.»
Iniziò a mangiarsi le pellicine delle mani dopo avermi ridato il cellulare e riprese a camminare senza neanche assicurarsi che io la stessi seguendo.
Sbloccai il cellulare.
Ciao Franci, mi manchi tantissimo. Lo so che ci siamo sentite prima, ma ho nostalgia di te. Sai che dormo abbracciata al cuscino su cui hai poggiato la testa l'altra notte? Sa di te❤
Ecco tutto risolto, tutte le mie paranoie, tutti i miei tentativi di prepararmi un discorso per spiegare ad Emma cosa era successo erano andati in pezzi. Aveva scoperto tutto, il messaggio era più che chiaro. E se solo me lo avesse inviato in un altro momento sarei stata pure contenta di leggerlo. Come poteva essere così dolce con me, quella ragazza che io avevo lasciata sola dopo la nostra notte insieme?
Però in quel momento per me, nulla era più importante di Emma.
Le corsi dietro, la raggiunsi e la presi per mano.
«Dai Francesca lasciami andare a casa, evidentemente ormai non mi consideri più neanche come tua migliore amica quindi è meglio se vado a casa da sola.»
«Emma ascoltami.»
Mi lasciò la mano e corse via verso casa.
Non potevo perderla, non potevo neanche immaginare di stare sul suo stesso pianerottolo senza poterle parlare, senza poterla abbracciare ma sapevo che forse ancora una volta era giusto darle tempo.
Tornai a casa e preparai una ciambella.
Emma impazziva per le ciambelle.
Avevo deciso di farla allo yogurt con scaglie di cioccolato fondente e una volta pronta e avvolta in uno strofinaccio per farla rimanere calda la lasciai davanti la porta di casa di Emma con sopra un bigliettino.
Non volevo tenerti nascosto qualcosa, stavo solo cercando le parole giuste per spiegarti la cazzata che ho fatto. Si chiama Eleonora. Quando vuoi, ne parliamo e ti racconto. Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in questo modo. Ricordati che sei più di una semplice migliore amica, ricordati che sei nel mio cuore, ricordati che ti voglio bene.
Per farmi perdonare, ti ho preparato la ciambella che ami tanto. Vieni a mangiarla da me?❤#angolomio
Volevo chiarire una cosa. Wattpad non ha salvato il vecchio aggiornamento e quindi il capitolo precedente era sbagliato o meglio comprendeva una parte che io ho modificato e cambiato. In poche parole, io questa storia l'avevo già scritta tempo fa ma non essendo mai contenta, la sto riscrivendo e modificando quindi ho aggiunto la parte di Eleonora e cambiato qualcosa. Perdonatemi ❤Che ne pensate di questo capitolo? Spero vi sia piaciuto❤ Fatemi sapere!!
Un bacio a tutti
Carol
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Argento Adesso
Romance#NoOmofobia #loveislove Mi piacerebbe che anche chi pensa che l'omosessualità sia qualcosa di sbagliato, leggesse la storia e capisse che in realtà se è amore vero, non importa se la coppia è formata da due persone di sesso diverso o di sesso uguale...