Capitolo 10

1.2K 53 14
                                    

«Credo di voler cambiare vita.»

Quella frase poteva avere milioni di significati.
"Chi almeno una volta nella vita non ha detto che vuole cambiare tutto? È normale in alcuni periodi della vita. A te è già successo più volte nonostante i tuoi teneri trentanni." mi diceva il mio cervello.
Ma per Emma era diverso. Lei aveva una famiglia che la adorava e degli amici che non la lasciavano mai sola, lei era quella che amava a tal punto il suo lavoro da difenderlo con tutta se stessa quando ne era necessario. Quando qualcuno le chiedeva se fosse difficile essere famosi lei rispondeva di no e sorrideva perchè nonostante i paparazzi, nonostante le ragazze piazzate sotto casa anche solo per una foto o per un autografo, nonostante camminasse perennemente sotto lo sguardo attento di tante persone e non potesse fare sempre tutto ciò che voleva per le conseguenze in ambito di gossip, lei era felice. L'affetto della gente la faceva andare avanti e di tutto il resto non le importava. Lei aveva chiaramente lo spirito del VIP cosa che di sicuro non avrei avuto io se lo fossi stata. Spesso, se Emma non c'era, qualcuno chiedeva una foto con me, per il piacere di poter dire che aveva fatto una foto con una delle persone più vicine alla loro cantante preferita ma per me era già difficile sorridere in una foto con delle persone che non avevo mai visto nè mai più le avrei riviste mentre Emma ci riusciva benissimo.

Lei era nata per essere una donna di spettacolo, per essere famosa e non si arrendeva facilmente quindi perchè lo stava facendo in quel momento? Non riuscivo a capirlo proprio e mi tormentavo ma niente.

L'unica cosa che mi venne in mente fu la sua malattia. Emma qualche anno prima di conoscermi aveva affrontato un brutto periodo. Prima di entrare ad amici era stata operata di cancro alle ovaie. Lei di quel momento non ne faceva mistero con nessuno, ne aveva sempre parlato e del dolore ne aveva fatto la sua forza. Quando decisi di iniziare a lavorare con lei, mi raccontò tutto quello che aveva passato, ed era tranquilla, sorrideva, rideva e diceva di essere forte. Non avevo mai sentito parlare in quel modo qualcuno che avesse affrontato l'esportazione di un ovaia. Ma lei sembrava serena e dico sembrava perchè solo dopo aver finito il suo racconto scoppiò a piangere.

Rimasi qualche secondo a fissarla, non ci conoscevamo da molto e mi sentivo a disagio in quella situazione perché non sapevo cosa dire, cosa fare, io non c'ero quando lei aveva passato settimane intere in ospedale, non sapevo come si era realmente sentita. La abbracciai e la strinsi a me.

«Io ho tanta paura, Francesca.»

E io le dissi che da quel momento ci sarei stata sempre io con lei, non sarebbe mai più rimasta sola e qualunque cosa l'avremmo superata insieme.

«Te lo prometto Emma.» ed ero seria.
La ragazza dalle poche promesse, ne aveva appena fatta una nonostante la persona che si trovasse davanti non la conoscesse da tanto. Ma io lo sapevo, sentivo che fra me ed Emma sarebbe nato un rapporto speciale.

Era stata operata anche dopo due anni, aveva rischiato di perdere anche l'altra ovaia ma poi per fortuna si era risolto tutto e i medici erano riusciti a salvargliela. Emma aveva avuto tanta paura ma quella volta al suo fianco c'ero io.
Quando si era svegliata dopo l'operazione, c'ero io a stringerle la mano.
Quando, finito l'orario di visita, tutti andavano via e rimanevo sola con lei, piangeva bagnando i miei vestiti, stretta fra le mie braccia.
Continuavo a mantenere la promessa, ma ormai era inevitabile non farlo, io avevo bisogno di lei e lei di me. Avevamo come una sorta di cordone ombelicale invisibile ma ben forte.

Ecco, l'unica cosa che la mia mente era riuscita ad eleborare dopo quella frase che mi stava tormendando ormai da quando l'aveva pronunciata (Credo di voler cambiare vita.) era la paura che il tumore fosse tornato, altro non riuscivo ad immaginare.

«Emma, guardami bene negli occhi.» alzò lo sguardo e aspettò che continuassi a parlare.

«Sei di nuovo malata?»

Il mio viso si era incupito, stavo morendo dentro, non avrei sopportato che la mia Emma finisse sotto i ferri ancora una volta. Basta, lei non doveva soffrire più e mentre io continuavo a star sospesa nel vuoto del dubbio, della paura, un lieve sorriso si formò sulle sue labbra.

«No Franci, non sono malata, fisicamente sto benone!» e a quelle parole non riuscii a far altro se non a fiondarmi su di lei e riempirla di baci in viso. Avevo rischiato di morire dalla paura e in quel momento l'unica cosa che volevo era stringerla fra le mie braccia tanto forte da far capire a Dio
-se esiste - che lei era mia e che nessuno avrebbe potuto portarmela via, neanche una brutta malattia come il tumore.

«Fra stai tremando!» e non stavo solo tremando. Stavo anche piangendo ma dalla gioia.

Dopo i miei attimi di felicità tornai seria però, Emma stava comunque male e dovevo capire come aiutarla a stare meglio.

«Che ti succede?»

Lei e Fabio si erano lasciati, o meglio, Emma aveva capito che Fabio non faceva per lei. L'aveva presentata a sua madre qualche giorno prima e durante una cena di famiglia aveva esordito dicendo che presto si sarebbero sposati e avrebbero avuto dei figli. Peccato che di questo non ne aveva mai parlato prima con la sua ragazza e soprattutto non aveva neanche pensato che il tema "Bambini" per Emma non era un tema facile che affrontava serenamente. Lei sapeva che dopo aver quasi perso la seconda ovaia, non sarebbe stato facile avere un figlio, anzi, le probabilità di non riuscire a rimanere incinta erano molto alte e se mai ci fosse riuscita, la gravidanza sarebbe stata fortemente a rischio.
Questo mi spezzava il cuore perchè sapevo che la cosa che Emma avrebbe voluto più di tutto era la maternità motivo per cui mi stavo tirando sempre più indietro. Se era già una cosa difficile avere un figlio per lei, sarebbe stato del tutto impossibile averlo con me dato che l'Italia era ancora un paese arretrato e nel 2015 non aveva ancora reso legali le adozioni da parte delle coppie omosessuali.
Non c'erano diritti per due donne o due uomini che si amavano, non c'erano tutele per le famiglie arcobaleno perchè per lo stato la famiglia era formata solo da un padre, una madre e un figlio. Per lo stato Famiglia non era sinonimo di Amore.


#angolomio
Buongiorno a tutti. Come spesso vi dico di non esser soddisfatta dei miei capitoli oggi vi dico che lo sono tantissimo. Ho scritto con tanto amore e con molta volontà, ho messo davvero tutta me stessa in queste parole e spero che tutto ciò che ho provato io scrivendo lo proviate voi leggendo.
Volevo precisare una cosa. Il fatto che Emma sia stata operata due volte per tumore alle ovaie è vero ma che addirittura una gliel'abbiano esportata e l'altra ha rischiato di perderla e il fatto che forse non può avere figli non è vero. Potrebbe essere reale ma non ci sono articoli che ne parlano quindi sappiate che è frutto della mia mente. Non mi venite a dire "hai scritto che Emma non può avere figli sei bugiarda" e blah blah blah come è già successo altre volte!! Ricordatevi che è una storia

(ovviamente parlo di alcuni non di tutti)

Grazie mille per i vostri commenti❤

Un bacione

Carol

Argento AdessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora