Capitolo 1

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Ero seduta su una poltrona, di un treno, comoda stranamente.
Ormai era diventata un'abitudine viaggiare in prima classe!
Continuavo ad ammirare il bellissimo paesaggio che si vedeva dai finestrini, fino a qualche ora prima avevo visto le sfumature di azzurro variare. Mare e cielo. Il quel momento invece vedevo verde e arancione, ma anche rosa, viola e giallo...
Amavo la primavera e tutte le sue sfumature di colore che rendevano unico il paesaggio.
Amavo guardare dal finestrino di un treno, amavo pensare a come sarebbe stata la mia vita se avessi vissuto in una bella villa isolata, collocata in uno dei tanti bei paesaggi che vedevo passare davanti a me in quel momento.
Invece vivevo in città dove l'unico colore che ti riempiva la giornata era il grigio, il grigio dello smog, il grigio dei palazzi vecchi, il grigio della gente che è stufa della solita vita ma io non ero stufa per niente della mia vita, io la amavo perchè al mio fianco c'era una persona molto importante.
Quel giorno, stavamo andando verso Verona, quella sera ci sarebbe stato il Wind Music Award ed Emma, la mia persona speciale, era stata invitata perchè sarebbe stata premiata per il suo disco "E-Live" che era stato certificato disco d'oro.

Ripenso a qualche anno fa e tuttora non so bene per quale motivo una mattina avevo accettato di diventare la manager di una cantante già abbastanza affermata in Italia. In fondo a quel mestiere non ci avevo mai pensato ma ben presto ho capito che di quella decisione non me ne sarei mai pentita.
Amavo il mio lavoro, seguire passo per passo Emma Marrone, non era una cosa semplice ma allo stesso tempo era il mestiere più soddisfacente del mondo.

Io ero l'unica che riusciva a vedere certi aspetti del suo carattere che forse neanche i suoi genitori conoscevano, lei era così fragile, sensibile e dolce eppure ogni qualvolta saliva sul palco diventava una vera leonessa.
Si, è per questo che le sue fan venivano chiamate "Bestie".
Emma aveva un carattere molto particolare, cercava sempre di apparire forte, voleva dimostrare a tutti che non si sarebbe lasciata abbattere da nessuno, che gli insulti gratuiti e cattivi non l'avrebbero ferita e che nessun ostacolo avrebbe potuto intralciare la sua passione, la sua voglia di andare avanti ma in realtà non era sempre così e questo lo sapeva solo il mio petto.
Quando, a volte la sera, accumulato tutto lo stress del giorno, scoppiava in un pianto liberatorio, c'ero sempre io pronta ad abbracciarla e a rassicurarla, ero io quella di cui si fidava.

Nonostante con la mente viaggiassi nei ricordi, mi accorsi che si era svegliata ma non era serena, sembrava più agitata del solito e questo un po' mi spaventava. Sapevo che se non avesse avuto la mente libera quella sera non sarebbe riuscita a dare il massimo.

"Emma che hai? Ne vuoi parlare?" le chiesi abbassando il tono di voce in modo che nessuno potesse sentirci. Mi rispose dicendo che era solo dispiaciuta perchè il suo fidanzato non le aveva mandato neanche un messaggio di buona fortuna.
Fabio, il suo ragazzo, mi stava abbastanza antipatico.

Odiavo tutti coloro che facessero soffrire Emma e lui era uno di quelli.

Non la considerava, la trattava non come Emma andasse trattata e odiavo vederla triste per lui. È per questa ragione che quella sera gli mandai un messaggio.

"Emma è triste perchè non ti sei degnato neanche di farle un in bocca al lupo per stasera, sai quanto ci tiene alla canzone che canterà e a quest'esibizione. Datti da fare e non farla soffrire.
Ps: Noi non ci siamo sentiti"

Dopo 5 minuti Emma ricevette una chiamata ed era proprio lui, casualmente.
Era contenta perchè pensava che il suo fidanzato si fosse ricordato e invece ero stata io a dirgli cosa doveva fare..
Da un lato avrei voluto allontanarlo, dall'altro sapevo quanto Emma fosse presa da quella relazione, voleva provare a buttarsi un'altra volta nell'amore dopo tutte le delusioni che aveva avuto ma io continuavo a credere che lui non fosse l'uomo giusto..

<<Mi ha chiamataa!>> esclamò felice non appena terminò la chiamata con Fabio

<<Che ti ha detto?>>

<<Perchè sei sempre arrabbiata con lui?>>

Le avevo detto che doveva lasciar stare. E lei mi aveva risposto riferendomi le esatte parole di Fabio.

Pensai a quanto potesse essere idiota quell'uomo -se così poteva essere chiamato. Non aveva neanche cambiato le parole che gli avevo detto io.

<<Dai dimmi almeno qualcosa, sono contenta>> aveva poi detto Emma e io l'avevo rassicurata. Se lei era contenta fondamentalmente lo ero anche io.
Lei alzò il separatore fra le nostre poltrone e si fiondò fra le mie braccia.

<<Fra se non ci fossi tu non saprei come fare>>

<>Emma Emma.. Vale lo stesso per me, lo sai>>

Quanto avrei voluto dirle quanto era realmente importante per me!

<<Abbracciami un altro po' dai>>

<<Vieni qui.. Cucciola mia>> e la strinsi ancora forte.

Emma restò appoggiata al mio petto per tutto il resto del viaggio e giuro che non avrei mai voluto scendere da quel treno solo perché non volevo che stesse lontana da me, mi piaceva tanto il suo contatto.

#angolomio

Ci sto mettendo davvero tanto impegno a scrivere questa storia e spero vi piaccia.

Che ne pensate?

Aspetto i vostri commenti.

Un bacione.

Carol

Argento AdessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora