Capitolo 26

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L'ennesimo viaggio in treno, la solita tratta, Roma-Puglia ma una tensione diversa dal solito.
Emma continuava a mangiarsi le unghia e in neanche un'ora aveva divorato due pacchi di patatine e un intera scatola di cioccolatini a latte.
«Abbiamo portato altre scatole di cioccolatini? Ne ho bisogno.» mi chiese goffamente.
«Emma se non la smetti domani sarai piena di brufoli e inizierai a piangere perchè anche con il trucco si vedranno quindi anche se l'avessi non te la darei.» le risposi decisa.
Ogni volta che era nervosa mischiava dolce con salato, soprattutto il cioccolato al latte con le patatine ma quel giorno stava esagerando ed ero sicura che le conseguenze non le sarebbero piaciute, in fondo io ero la sua manager quindi era anche questo il mio compito.
«Smetti di fare Francesca la manager e fai Francesca la mia fidanzata?»
Ogni volta che si arrabbiava precisava sempre il fatto che oltre ad essere la sua manager ero la sua migliore amica ma dopo l'America, il nostro viaggio e le nostre promesse quel termine si era trasformato in fidanzata ed era tutto più bello e romantico.
«Ok amo, smetti di mangiare perchè se no non possiamo baciarci.» le dissi sorridendo ma ero seria, non scherzavo per niente.
Sbarrò gli occhi e mi chiese cosa voleva dire la mia frase.
«Non mi piace il gusto del salato mischiato al dolce!»
Per la prima volta da quando eravamo uscite da casa, rise e io la seguii di conseguenza.
«Ora però vieni qui, voglio un tuo bacio comunque.»
Non mi piaceva davvero quello strano gusto così contrastante ma sentire le sue labbra sulle mie era la sensazione più bella del mondo.
«Hai già pensato a come dirglielo?»
Inclinò la testa e poi senza farsi sentire dai passeggeri seduti vicino a noi mi disse che non aveva pensato a nulla, o meglio aveva pensato a troppe cose che l'avevano solo confusa.
«Sei confusa su di noi?»
«Mai stata più sicura di te e me.»
E in un attimo mi sentii felice, sollevata e anche l'ansia era diminuita. La sua invece era ancora perfettamente intatta anche i suoi genitori se ne accorsero non appena la videro arrivare in casa.
«Emma quanto ci sei mancata! Vieni Franci, accomodati.» disse suo padre mentre stringeva la figlia fra le sue braccia. Rosario mi era sempre piaciuto molto, mi trattava come se fossi sua figlia e per me stare in loro compagnia era un piacere ma a dir la verità, da quando mi ero ritrovata in casa loro quel pomeriggio, le mie insicurezze erano aumentate e avevo paura che da un momento all'altro quelle due persone che mi avevano accolto subito in casa loro qualche anno prima, mi avrebbero guardato male e non avrebbero accettato la nuova situazione che si era creata.
«Emma che hai?» chiese Rosario alla figlia vedendola strana.
«Papà devo parlare con te e mamma di una cosa seria.» sospirò lei tesa come non mai.
Subito i suoi genitori rivolsero lo sguardo verso di me e vidi il terrore nei loro occhi, lo stesso terrore che avevo avuto io quando Emma mi aveva parlato, quando pensavo che fosse malata un'altra volta e in quel momento mi sentii in dovere di rassicurarli. Sapevo cosa si provava in quegli attimi e chiarire subito la situazione era la cosa migliore da fare.
«State tranquilli, sta bene! Anche io pensavo c'entrasse la malattia.»
Due sospiri uscirono contemporaneamente dalle loro labbra e in un attimo due sorrisi si formarono sui loro volti.
«Nulla può essere più brutto di quello che Francesca ha appena escluso. Quindi siediti qui Emma e dicci tutto.» aggiunse Rosario facendola sedere con lui sul divano. Lei mi guardò e mi chiese di andare a sedermi accanto a lei.
La raggiunsi e dopo essermi messa al suo fianco, le accarezzai la schiena e la invitai a parlare.
«Papà... Io non so da dove cominciare.» ammise lei abbassando il viso. Quel viso che suo padre prese fra le mani e lo riportò alla sua altezza.
«Che succede Chicca?» chiese lui preoccupato.
«Ho paura di deluderti dopo quello che ti dirò.»
Stavo odiando quel momento, avrei voluto abbracciarla e baciarla e dirle che lei non sarebbe mai stata una delusione per nessuno e se per qualcuno invece lo fosse stata, il problema era di quel qualcuno che evidentemente era un deficiente ma dovetti trattenermi e sperai che la mia mano poggiata sulla sua schiena potesse darle un po' più forza.
Prese un lungo respiro e iniziò a parlare con voce tremante e con gli occhi lucidi.
«Ho passato un periodo non bellissimo recentemente.» fece una pausa e sua madre chiese se fossa colpa della rottura con Fabio.
«No mamma, Fabio l'ho lasciato io perchè ho capito che non era la persona che amavo. Mi sono resa conto che ho solo preso in giro me stessa e le persone che mi sono state accanto in questi anni. Mi sono innamorata e non me ne sono resa conto.»
«Che vuol dire?» chiese lei con un'espressione mista fra la preoccupazione e lo stupore.
«Ho capito di essere innamorata della persona che forse più mi è stata vicina in questi anni.»
In quel momento abbassai lo sguardo ma questo non bastò per non sentirmi addosso gli occhi dei suoi genitori che avevano capito tutto ma stettero zitti e aspettarono che loro figlia continuasse il discorso.
«Mi sono innamorata di Francesca.» disse tutto d'un tratto dopo qualche attimo di silenzio e prima di guardare la reazione dei suoi genitori si girò verso di me e mi sorrise prendendomi per mano. Poi, lentamente, si rivolse ai suoi genitori e sussurrò delle scuse.
«Mi dispiace davvero se vi ho delusi ma io la amo, ho bisogno di lei non solo come migliore amica e come manager.»
Non riuscii a dire nulla anche se dentro di me stava esplodendo un uragano di gioia dal momento che aveva appena ammesso ai suoi genitori di essere innamorata di me.
«Emma, scusami, ma di che delusione stai parlando?» chiese suo padre serio. Quell'espressione durò ben poco lasciando spazio ad un immenso sorriso.
«Vieni qua.» disse poi aprendo le braccia.
«Anzi, venite qua.»
Ci abbracciò per qualche minuto e io fra quelle braccia mi sentii a casa, protetta insieme alla mia donna.
«Amore di mamma quanto mi hai fatto preoccupare, a noi non cambia niente se stai con una donna o con un uomo a maggior ragione se stiamo parlando di Francesca Savini che é una delle persone di cui ci fidiamo di più e a cui vogliamo bene come una figlia.»
«Grazie!» dissi io alzandomi dal divano e andando ad abbracciare anche Maria.
Infine presi per mano Emma e le diedi un casto bacio sulle labbra.


Buona Pasqua fanciulli! Avete visto la foto che ha postato Emma? Oggi le famiglie Marrone e Savini sono insieme a festeggiare!
Chissà se davvero fra Emma e Francesca c'è qualcosa di più che un rapporto di amicizia e di lavoro.
Un bacione a tutti❤

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