Capitolo 9

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Dopo qualche ora, qualcuno bussò alla porta. Ero stata per tutto il tempo seduta sul divano ad aspettare che lei venisse da me, che lei mi perdonasse per ciò che avevo fatto.

Aprii la porta e me la ritrovai davanti con solo mezza torta sul piatto che teneva in mano.

«Ho provato a mangiarla da sola ma non ci sono riuscita, mi sentivo vuota e apatica anche con un dolce buono come questo fra i denti.»

La accolsi fra le mie braccia dopo quella frase e le baciai la testa.

Dovevo raccontarle tutto per bene dall'inizio ma questo mi spaventava, dovevo essere così brava da non farle capire che il mio problema era lei. Era Emma che inconsciamente mi impediva di intraprendere una nuova relazione.

Presi coraggio e dopo aver mangiato una fetta di ciambellone le dissi tutto ciò che era successo, a partire dal viaggio in treno fino all'ultimo messaggio che mi aveva inviato Eleonora a cui io ancora non avevo risposto.

«Che intenzioni hai con lei?» mi chiese poi dopo tutto il mio discorso in cui lei era rimasta in silenzio, non distogliendo mai lo sguardo dal mio viso. Mi aveva messo in difficoltà con quella domanda perché davvero io non sapevo cosa volevo fare con Eleonora. Lei, era una ragazza splendida,mi piaceva particolarmente ma ero innamorata di un'altra donna anche se sapevo che per me era irraggiungibile.

«Credo di volerla conoscere meglio.»

Fu questa la mia risposta perchѐ se avessi detto altro, avrei dovuto dare troppe spiegazioni e non era il caso.

Lei, si alzò dal divano e tutta contenta andò verso la mia cucina lasciandomi un attimo perplessa. Sapevo che non le interessavo ma non pensavo che fosse così contenta se nella mia vita entrava a farne parte un'altra donna.

Tornò dopo qualche minuto con in mano una bottiglia di vodka liscia e disse che dovevamo festeggiare.

«Ok.» risposi tentannando.

Brindammo ad "Eleonora" anche se tutto mi sembrava strano, non riuscivo a capire dove volesse arrivare.
Iniziò a bere, un bicchiere, poi un altro e poi un altro ancora anche se continuavo a dirle di smettere. Le levai la bottiglia dalle mani perchѐ stava per versarsene ancora nel bicchiere e le dissi di smetterla.

«Dai Francesca, pensa ad Eleonora, non a me!» disse continuando a ridere e sdraiandosi sul divano.

Emma l'alcool non lo aveva mai retto bene ed era già quasi ubriaca.

Era andata a parare su Eleonora, sapevo che questa situazione non le sarebbe piaciuta e anzi mi aveva lasciato molto sorpresa quando pochi minuti prima mi era sembrata felice.

«Emma non fare la bambina, lo sai che prima di tutti ci sei tu per me.»

«Ora, perchè siamo all'inizio ma poi la relazione diventerà seria e magari lei prenderà il mio posto.» disse prima di scoppiare a piangere e alzarsi dal divano. Si diresse verso la porta d'ingresso e stava per uscire quando la afferrai per un polso.

«Basta cazzate Emma, mi spieghi che hai? Da qualche tempo sei strana, parlami, se posso ti aiuto ma devi parlarmi, come faccio a capirti?»

Scoppiò a piangere fra le mie braccia.

«Sto male.» mi ripetè più volte mentre continuava a singhiozzare stretta al mio petto.

La trascinai in cucina senza lasciarle mai la mano e quel tocco, il sentirla stretta a me mi faceva stare bene anche se poi guardandola in quelle condizioni iniziavo a star male pure io, non capivo se fosse colpa mia o se non fossi più in grado di capirla e di aiutarla.

La feci sedere su una sedia e le diedi dell'acqua fredda per cercare di stare un po' meglio.

Era il rimedio di mia nonna quando tornavo a casa ubriaca, diceva sempre che era il rimedio migliore per smaltire più in fretta l'alcool assunto.

«Vuoi fare una doccia?»

Fece cenno di no con la testa e poggiò la testa sul tavolo nascondendola fra le braccia. Mi avvicinai a lei e le accarezzai la testa, non riuscivo proprio a vederla soffrire in quel modo.

Le poggiai le mani sul viso e le asciugai le lacrime.

«Ci sdraiamo sul letto e parliamo di cosa ci sta succedendo?»

Mi seguii e ci ritrovammo in camera mia, sotto un leggero lenzuolo di seta.

«Emma fra me e te non cambierà mai nulla, tu sarai sempre la mia felicità e io sarò sempre il tuo punto di riferimento, con o senza Eleonora o qualunque altra ragazza o ragazzo. Io ho bisogno di te e non ci rinuncerei per nulla al mondo quindi ora dimmi come stai, dimmi perchè stai male perchè non posso vederti stare così.»

Dopo quelle parole, si era avvicinata a me, mi aveva abbracciata e io le avevo messo un braccio dietro il collo stringendola ancora di più a me. Sentivo il profumo dei suoi capelli sotto il mio naso e mi sentivo bene in quel momento, avrei voluto restare con Emma per sempre fra quelle lenzuola, avrei voluto baciarla e fare l'amore con lei. Mi piaceva tanto, ai miei occhi era la donna più bella dell'universo ma non solo esteriormente. Aveva delle belle forme, un fisico curato e un viso stupendo ma ciò che di lei mi faceva impazzire era il suo carattere. Era la sua grinta e la passione che aveva per il suo lavoro ad avermi fatto innamorare di lei. Mi piaceva la tenacia che ci metteva quando saliva su quel palco, era uno scricciolo così piccolo, così indifeso eppure riusciva a coinvolgere centinaia e centinaia di persone. Amavo quando ogni tanto, presa da un momento di dolcezza diceva di volermi bene, mi faceva battere il cuore.
Amavo anche quando, invasa dalla follia mi convinceva ad andare con lei in qualche serata in discoteca e ballavamo così tanto fin quando stanche e senza fiato dovevamo sederci in dei divanetti e poi ridevamo, ridevamo tanto e stavamo bene mentre in quei giorni tutto questo era finito.
Noi, non ridevamo più come prima.

«Emma...»

Si tirò su con la schiena e mi guardò.

Abbassò lo sguardo e disse: «Credo di voler cambiare vita.»

#Angolomio

Scusate il ritardo, perdonatemi!
Vi lascio con questo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate.

Argento AdessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora