Non avevamo fatto l'amore ma mi sentivo bene. Mi sentivo amata ed ero pronta anche ad amare, a darle quell'amore che da troppo tempo nascondevo dentro di me. Squillò di nuovo il suo telefono e per paura che fosse ancora Stefano le chiesi di non rispondere.
«E se é importante?»
«Richiameranno. Dai Emmì, abbracciami e dormiamo.»
Mi ero pentita di non averle detto della chiamata, sapevo che prima o poi sarebbe venuta fuori questa cosa ma non pensavo che l'avrebbe presa tanto male.
«É un numero che non conosco... Tu per caso lo hai?»
«Fai vedere!»
Lessi il numero facendo finta che non lo conoscessi già e poi feci segno di 'no' con la testa.
«Guardo un attimo sul tuo cellulare!»
Sapevo che se avesse preso il mio telefono in mano avrebbe scoperto tutto. Avevo registrato il numero di Stefano e non lo avevo più cancellato.
«Daje amò, vieni a stenderti qui e lascia perdere le chiamate anonime.» cercai di convincerla ma non c'era niente da fare. La sua curiosità non aveva limiti.
Prese in mano il mio iphone e digitò quel numero rendendosi subito conto a chi appartenesse. Sbarrò gli occhi e si girò subito verso di me con un'aria delusa e arrabbiata.
«Tu lo sapevi!»
Mi alzai dal letto e mi misi a sedere accanto a lei.
«Emma io...»
«Mi aveva già chiamato altre volte, vero? Dimmi la verità Francesca.»
Quando qualcuno le mentiva, anche per una piccola cosa, lei si sentiva tradita e presa in giro e ogni volta non era semplice farsi perdonare ma soprattutto in quel momento, sapevo che mi avrebbe odiata e avrebbe perso tutta la fiducia in me che negli anni avevo saputo conquistare.
«Ti ha chiamato solo una volta, la scorsa mattina. Non volevo che soffrissi ancora a causa sua e istintivamente ho cancellato la chiamata. Mi dispiace Emma... Me ne sono pentita subito. Mi dispiace.»
I suoi occhi si riempirono di lacrime e la sua voce tremava.
«Mi hai mentito... Dovevi dirmelo.»
«Scusami davvero.»
Si alzò dal letto e dopo aver indossato le scarpe e una giacca si diresse verso la porta.
«Dove vai?»
«Non voglio stare in camera con te, non vedo l'ora che domani arriviamo a Roma. Non ti facevo così, mi hai delusa.»
Stava per uscire dalla camera quando io la fermai.
«Ti ho deluso io, sempre io ho fatto una cazzata ed é giusto che sia io ad andare via. Resta qui Emma e ti prego non piangere.»
«Forse dovevi pensarci prima a non farmi piangere.»
Presi la mia felpa e la mia borsa e andai via. Girai per qualche ora lungo una stradina desolata fin quando, troppo stanca, decisi di entrare in un bar. Entrai su instagram, Emma non aveva pubblicato niente di nuovo ma Stefano si. Mi soffermai a leggere la didascalia della sua foto.Quel "nessuno ti dimentichi" alla fine mi fece arrabbiare ancora di più. Si stava riferendo a lei? Le stava facendo capire che non l'aveva dimenticata?
Era ovvio che non avrebbe potuto dimenticarla. Lei era così bella, solare, spontanea che se la perdevi dovevi ritenerti solo uno stupido e io infatti mi ritenevo così. Avevo perso la sua fiducia e forse anche il suo amore. In poco tempo eravamo passate dall'essere migliori amiche ad essere fidanzate e poi addirittura ex.
Passai qualche ora chiusa in quel bar, vedevo la gente venire, bere qualcosa e poi andare via. Non era uno di quei posti dove ti fermi a passare una serata eppure io mi trovavo lì ormai da troppo tempo così tanto che il proprietario, quando ormai avevano spento anche la musica, mi chiese se stessi bene.
Annuì ma avevo gli occhi rossi e non ero tanto credibile.
Mi disse che stavano per chiudere e così dopo aver pagato il cappuccino che avevo preso, andai via. Tornai verso l'albergo ma mi resi conto solo dopo che in tasca non avevo abbastanza soldi per poter pagare un'altra stanza. Avevo dimenticato il bancomat e i documenti in camera.
Sapevo di essermi comportata troppo male con Emma quindi almeno per quella sera non avrei voluto disturbarla, che non mi voleva vedere era chiaro ormai.
Mi accomodai su una delle poltroncine dell'albergo e dopo aver portato le ginocchia al petto, chiusi gli occhi sperando che dormire un po' mi avrebbe calmato. Avevo la testa che mi esplodeva e forse anche la febbre.
Non riuscii subito a prendere sonno, i sensi di colpa mi stavano logorando.
«Scusi, per caso la signorina Savini ha prenotato un'altra stanza? L'ha vista rientrare? Non mi risponde al telefono.»
Sentii Emma dire quelle parole, avrei riconosciuto la sua brutta pronuncia inglese anche fra milioni di italiani, lei si sforzava di parlarlo bene ma proprio non ci riusciva.
Il mio cuore perse un battito, era preoccupata per me e subito pensai che forse non l'avevo persa del tutto, forse le interessavo ancora.
Ricordai che avevo lasciato il telefono in silenzioso per cui non avevo sentito le sue telefonate ma feci finta di dormire e rimasi con gli occhi chiusi.
«É tornara da poco, é lì.» rispose la donna di turno alla reception.
Passarono cinque minuti prima che sentissi il suo profumo. Mi mise addosso una coperta quindi probabilmente era salita in camera a prenderla. La sistemò in modo che io non prendessi freddo e poi mi accarezzò i capelli. Aprii gli occhi e la guardai.
«Non volevo svegliarti.» disse seria.
«Grazie, avevo bisogno di una coperta.»
Poggiò la sua guancia sulla mia fronte, proprio come fanno le mamme per controllare se il loro bambino ha la febbre.
«Ma tu scotti!»
Andò verso il bar e chiese un'aspirina con un bicchier d'acqua e poi tornò da me e me la fece bere.
«Sei una stupida Francesca, dovevi dirmelo che lui mi aveva cercata però ora basta, andiamo in camera. Hai la febbre alta.»
La seguii senza dire una parola e continuando a restare in silenzio, mi misi sotto le coperte. Avevo gli occhi bagnati dalle lacrime, un po' dovute anche alla febbre ma il resto erano dovute a quella brutta situazione in cui mi ero cacciata. A differenza di quando io pensassi, Emma si mise stretta a me e mi baciò proprio sulle labbra.
«Ti amo.»
«Eh?»
Pensai che la febbre mi stesse facendo delirare e sentivo cose non reali.
«Hai capito bene. Ho detto che Ti amo.»
«Mi ami davvero? Nonostante io mi sia comportata male con te?»
«Ti amo ne sono sicura.»
«Ti amo anche io Emma.»
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Argento Adesso
Romance#NoOmofobia #loveislove Mi piacerebbe che anche chi pensa che l'omosessualità sia qualcosa di sbagliato, leggesse la storia e capisse che in realtà se è amore vero, non importa se la coppia è formata da due persone di sesso diverso o di sesso uguale...