Capitolo 1

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Canzone consigliata: It's Time - Imagine Dragons.

Esito per un momento.
L'idea di lasciare la casa in cui sono cresciuta, la mia stanza, ovvero uno degli unici posti in cui sento veramente di poter rivelare me stessa; lasciare la mia famiglia e tutti i posti in cui ero solita andare quando ero incazzata o quando avevo bisogno di rilassarmi, mi spaventa.
Tutto questo sta per scomparire.
Ovvio mica per sempre, ma il fatto di dover affrontare il mio primo anno di università già mi spaventava, poi il fatto che passerò giorno e notte in questo campus universitario mi spaventa e mi incuriosisce allo stesso tempo ancora di più, menomale  che non sono sola, quella stronza di Chiara è una delle uniche ragazze che riesce a capirmi senza che io mi debba sforzare troppo.
"Miri, sbrigati!!" sento urlare al piano di sotto da mio padre
"Arrivo subito" rispondo scrutando bene la stanza assicurandomi di non aver dimenticato nulla, cosa che sicuramente non accadrà.
Dó un'ultima occhiata veloce alla stanza e poi esco chiudendo dolcemente la porta.
"Cazzo" urlo guardando l'ora del telefono

8:45

Dovevo passare a prendere Chiara a casa sua, che non è poi tanto lontano dalla mia, alle 8:40, poi ci dirigeremo all'aeroporto per partire. La destinazione è alla London University.
Non ce la faremo, il volo è alle 10.
Saluto il più velocemente possibile mia madre e mia sorella ed esco di casa aiutando mio padre che sta sistemando le valigie nel porta bagagli. Saliamo in macchina e durante il tragitto, da casa mia a quella di Chiara, metto il cd "Gold" degli Spadau Ballet. È stato mio padre a farmi appassionare a questo genere di musica, ma devo dire che mi piace tanto.
Mio padre parcheggia e gli dico di aspettarmi qui.
Appena svolto l'angolo la Chiara non c'è, quella brutta troia.
Vedendo i suoi bagagli lì, sulla soglia della sua casa, immagino già dove possa essere.
Arrivo alla fine di quella via, sconosciuta a quasi tutto il paese, la trovo lì, intenta a fumarsi una sigaretta e con le cuffiette alle orecchie.
"Cazzo Miriana mi hai spaventata!"
"Ma quando la smetterai di fumarti quella merda?" rispondo seccata.
Nulla di personale, ma l'odore del tabacco mi ha sempre disgustata e poi il fatto che fa anche molto male, mi fa venire una voglia di prenderle il pacchetto di mano e di dargli fuoco.
Ma non lo farei mai, o almeno non in questo momento che siamo in super ritardo.
"E tu quando la smetterai di rompermi i coglioni? " è la risposta che mi sarei aspettata da lei e invece.
"Hai ragione" dice buttando la cicca della sigaretta per terra per poi schiacciarla sotto il piede, poi prende il telefono, le cuffiette e il pacchetto di sigarette e iniziamo a camminare verso i suoi bagagli che catapultiamo in macchina prima di salire.
"Pronte per il primo giorno da universitarie?" dice mio padre con un sorriso stampato sul volto
"Mica tanto" afferma Chiara guardando fuori dal finestrino.
Questo è un comportamento tipico suo, osservare sempre fuori dal finestrino: ogni volta che sale in macchina passa i primi 5 minuti a fissare il finestrino, come per ricordarsi da cosa sta scappando o da chi si sta allontanando.

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