Capitolo 20

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Canzone consigliata: Roman Holiday - Halsey.

GENN'S POV

Ho lasciato perdere quella ragazza nel locale dopo aver scoperto che voleva solo una cosa da me.

Potete immaginare.
Esco per fumare e mi ritrovo davanti Chiara, seduta sul marciapiede.
Ha i capelli blu e devo dire che è uno schianto.
"Hey!"
"Hey Genn" dice girandosi e sorridendo a malapena.
"Che ci fai qua?"
"Niente, Miriana e Alessio sono tornati in Università e volevo lasciarli un po' soli"
Mi siedo accanto a lei, non ho voglia di lasciarla sola.
"Da quando sei qua?"
"Circa due ore"
"Sul marciapiede a fumare e a non fare niente?" dico in tono incredulo.
"Già" risponde guardando dritto davanti a sé e tirando dalla sua sigaretta.
"Sei una pazza"
"Lo so"
Si gira e mi sorride.
Solo Dio sa quanto è bello il suo sorriso.
Gennaro calmati.
Mantieni la calma.
Solo pochi giorni fa mi sono reso conto che mi piace. Mi piace tanto.
Mi piacciono i suoi capelli che cambiano sempre colore, i suoi sorrisi, il suo carattere, io suoi occhi che sembrano vuoti.
Se fosse per me a quest'ora le sarei già saltato addosso, ma devo contenermi.
"Cazzo ma sono già le 3 di notte??" dico guardando lo schermo illuminato del mio telefono.
"Pensavo fosse più tardi" dice in tono freddo
"Perché sei così acida? Sei una bambina?"
dico sfidandola.
Mi piace sfidare Chiara perché so che ha sempre una risposta pronta a tutto.
Sono uno stronzo, lo so.
Lo sono sempre stato.
Mi guarda negli occhi.
Posso vedere la rabbia che sale il lei, il suo sguardo si tramuta in una furia bestiale.
In tutto questo le tengo testa.
"Nulla, ti ho visto con una ragazza e mi sembrava il caso di lasciarti stare. Comunque se vuoi tornare da lei vai, ho intenzione di rimanere qua ancora un po'"
Perché mi sta parlando di quella ragazza? Io non gliel'ho nemmeno accennata eppure sembra gelosa.
Eccome se lo è.
"L'ho lasciata perdere dopo aver capito che voleva solo il mio cazzo nella sua vagina"
Chiara scoppia a ridere e istintivamente lo faccio anche io.
"Morta di cazzo" dice spegnendo la sigaretta sotto i piedi e scuotendo la testa.
"Preferisco quando sorridi"
Gennaro che cazzo hai detto.
Che cazzo hai detto.
Sorride ancora e rimango a fissarla come un ebete.
Perfetto Gennaro, il mondo ha scoperto che sei cotto di Chiara. Fantastico.
"Ho fame"
"Tu hai sempre fame"
"Rincoglionito"
"Andiamo al Mc Donald's?" Propongo
"Ci sto" dice alzandosi
Mi alzo anche io e ora che la guardo meglio devo dire che è ancora più uno schianto. Indossa una giacca di pelle nera, una gonna nera appena sopra le ginocchia e delle scarpe con la zeppa sempre nere.
Il Mc donald's più vicino è nella via parallela questa, non ci metteremo molto ad arrivare.
Nessuno dice niente durante un primo momento del tragitto.
Mentre camminiamo Chiara fruga nella sua borsa. Ad un certo punto tira fuori un libro e me lo porge.
La copertina è rossa e il titolo è scritto in bianco.

Canzoniere
Umberto Saba

Lo prendo ed inizio a sfogliarlo.
"Perché cazzo mi hai dato questo libro?" Dico confuso.
Non riesco ad essere troppo gentile anche se lo voglio.
"Guarda a pagina 124"
Sfoglio con delicatezza le pagine del libro e arrivo alla suddetta pagina.
C'è una poesia intitolata: "Trieste".
"Leggi" Dice indicando il titolo con il dito.
Inizio a leggere, la poesia è abbastanza corta.
Finisco e sinceramente sono un po' confuso.
"Ho pensato a te quando ho letto questa poesia."
La guardo e penso abbia notato il mio sguardo confuso.
"Da verso 9 a verso 17. Rileggi"
Riguardo quei versi

Trieste ha una scontrosa grazia
Se piace è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore,
Come un amore
Con gelosia.

Guardo Chiara e vedo che si è fermata. Mi guarda e non dice niente. Le porgo il libro e lo prende delicatamente per poi rimetterlo nella borsa con un gesto leggiadro.

"Hai capito ora?" dice rimettendosi a camminare lentamente.
Annuisco.
Devo ammettere che la descrizione della poesia é proprio adatta a me.
"Quindi tu avresti pensato a me leggendo i versi di questa poesia??"
"Si" dice in modo timido, abbassando la testa
"Che cosa smielata"
"Ma vaffanculo" dice tirandomi una gomitata
Iniziamo a ridere e intanto non ci accorgiamo di essere già arrivati al Mc Donald's.
Entriamo ed ordiniamo da mangiare.
"Dunque io prendo tre cheese burger, tre porzioni di patatine grandi, una coca grande e due ketchup grazie"
La guardo e scoppio a ridere.
"Che vuoi?" mi dice ridendo
"Non hai esagerato?"
"Non si esagera mai quando vai al Mc donald's alle 3 di notte con un ragazzo carino"
Mi viene di istinto e le metto un braccio intorno alle spalle.
Avevo promesso di contenermi, ma non ce la faccio.
Non sembra le dispiaccia però.
Prendiamo la roba da mangiare.
"Dove ci sediamo?" mi domanda guardandosi in giro.
"Fuori sul marciapiede"
Usciamo ed una folata di vento freddo ci travolge.
"Adoro l'aria di Londra" mi dice sedendosi con le mani colme di robe da mangiare
"Come mai non hai preso niente?"
Dice addentando il suo panino
"Avevo intenzione di fregarti un po' di roba" dico sorridendo
"Di solito non lascio toccare il mio cibo a nessuno, ma per questa volta farò un'eccezione"
"Che onoreee"

Siamo qui da più di mezz'ora ad abbuffarci su un marciapiede di Londra come dei barboni.
Chiara continua a parlare di tantissime cose, della sua famiglia, dei suoi hobbies e di se stessa. Qualche volta si ferma per ridere per le cose assurde o sceme che dice.
Sembriamo due vecchi amici.
Ho imparato più cose di lei in una sera che di Alessio in quasi una vita intera che ci conosciamo.
Prima la odiavo da morire, ma dopo quella volta nell'aula di musica, non so, è cambiato tutto.
Mi rendo conto di essere strano qualche volta.
"Lascia parlare me ora" dico interrompendola.
"Si hai ragione"
Racconto anche io della mia famiglia e parlo di altri argomenti giusto per conoscersi meglio.
"Hai mai avuto una ragazza?" Mi domanda infine
"Sì, solo una. La nostra relazione è durata circa 1 anno, ma poi è andata male. Questo è successo tanto tempo fa, ho già avuto il tempo per deprimermi abbastanza"
Vedo che abbassa lo sguardo.
Metto una mano sulla sua spalla
"Hey c'è qualcosa che non va?"
"Anche io ho avuto un ragazzo.
L'ho lasciato due settimane fa dopo aver scoperto che se la faceva con un'altra tipa.
È solo che.. Quando succedono queste cose capisci di non essere abbastanza. Allora ti deprimi e ti domandi perché fai così schifo. Perché la gente non riesca ad accettarti per come sei. Perché mi ha tradito?
Perché non ero abbastanza per lui, ecco perché.
Magari la ragazza con cui se la fa è più bella di me, è alta, é magra, ha dei capelli normali e non ha il mio stesso orribile carattere"
Si mette le mani sul viso e si piega su se stessa.
Sta piangendo.
Chiara sta piangendo e io non ci posso ancora credere.
"Scusa" dice alzando la testa.
Ha un po' di trucco colato sotto i suoi occhi lucidi ed è leggermente rossa
"Solo che sono ancora scossa e... Scusami"
La fisso. È la prima volta che la vedo stare così male.
Mi avvicino e le metto il braccio intorno alla spalla.
Lei appoggia la testa sul mio petto e continua a singhiozzare.
Stiamo in silenzio per qualche minuto, dopo noto che il suo sguardo si è posato su di me.
"Grazie" dice sistemandosi sul mio petto
Non ce la faccio più.
Le prendo il viso fra le mani e la guardo negli occhi.
"Smettila di piangere. Smettila perché non ne vale la pena okay? Non ti farò un discorso sdolcinato o robe simili, funziona di più una sprangata in testa.
Se ti ha lasciato è un emerito coglione, non ti merita nemmeno. La gente che fa così non ti merita.
Quindi smettila di piangere e alzati, bisogna andare avanti e tu hai il carattere giusto per farlo."
Mi fissa a bocca aperta, non sa cosa dire.
Con uno scatto le sue braccia sono intorno alla mia schiena e la sua testa è affondata nella mia spalla.
"Grazie Gennaro"
Mi stringe forte e non posso fare a meno di respirare il suo buonissimo profumo e di proteggerla fra le mie braccia. In questo momento sembra così fragile. Sembra si stia aggrappando a me per evitare di affogare in un oceano profondo.
"Dai forza"
"Okay"
Mi alzo e le porgo la mano. La prende e si alza anche lei.
"Sono le 5 del mattino, mi sembra il caso di tornare" dico
"Si hai ragione."
Ci incamminiamo verso l'università. Per tutto il tragitto stiamo in silenzio. Ci siamo solo io e lei. Lei, con la testa appoggiata sulla mia spalla e io con il braccio intorno alle sue spalle.
Dopo 10 minuti arriviamo all'università.
Arriviamo davanti alla sua porta, prende la chiave elettronica e la passa sotto lo scanner.
"Buonanotte Gennaro. Grazie"
"Buonanotte" dico sorridendo
Entra e chiude la porta piano, cercando di non far rumore.
Sto fissando la sua porta e non posso credere di essermi lasciato abbindolare da una così.
Penso di esserne proprio cotto.

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