Capitolo 19

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Canzone consigliata: Empty Bed - Urban Strangers

CHIARA'S POV

La sveglia suona, sono le 9 del mattino.
"Heeeey pigrona alzati!" dice Miri già in piedi, mentre io sono ancora rimboccata solo le calde coperte.
"Dai Miri oggi è sabato, lasciami dormire ancora un po"

"Scusami, ma sono agitata. Sta sera dobbiamo andare al puuuub"
"Oh già, mi ero già dimenticata che Ale e Genn suonano al The George sta sera"
"Come mai ora lo chiami Genn??"
"Così, mi sembra carino come nome"
Miriana mi guarda e sul suo volto si dipinge un sorrisetto beffardo.
"Pensi davvero che mi piaccia? Andiamo non so nemmeno il suo cognome."
"Eh vabbè che centra. Comunque sì, penso che ti piaccia"
"Non dire cazzate. Dai ora mi alzo"
Mi alzo a malavoglia e vado in bagno per mettermi in riga.
"Miri sai cosa devo fare oggi vero?"
"Oddio non dirmi che devi tingerti ancora i capelli"
"Eh sì, guarda sono tutti scoloriti"
"Di che colore li fai sta volta?"
"Blu, che ne dici?"
"Si può andare"
Mi sorride e non ho idea del perché.
"Oggi mi sembri più gentile del solito", dice entrando in bagno.
"Non so, oggi sono felice"
"Oggi rivedrai Gennaro"
"Ma che cazzo me ne frega di lui?"
"Andiamo Chiara, si vede che ti piace. Ci sei stata tutto il pomeriggio insieme. Ci hai cantato. So come sei fatta, hai cantato davanti a me dopo circa 2 anni che ci conoscevamo. Con lui invece hai cantato subito, vorrà dire qualcosa, no?"
"Non vuol dire un cazzo. Me l'ha chiesto lui. E io ho accettato."
"Come vuoi, tanto è inutile discutere con te"

Prendo la tinta e mi chiudo in bagno. Dopo circa 40 minuti i miei capelli sono blu e devo dire che li ho tinti davvero bene.
Oggi non abbiamo lezione, mi darò alla lettura.
Un libro che ho portato in valigia si chiama "Canzoniere". È una raccolta di poesie scritte da Umberto Saba, un autore italiano di inizio '900.
Mi piacciono le sue poesie. Usa un linguaggio molto semplice e diretto. Non usa uno schema per le rime, i versi delle sue poesie sono liberi.
Mi sono fermata a una poesia che si chiama "Trieste".
Il poeta ha vissuto molti anni in quella città e in questa poesia prova a descriverla.

"Ho attraversata tutta la città
Poi ho salito un'erta
Popolosa in principio, in là deserta
Chiusa in un muricciolo
Un cantuccio, in cui solo siedo
E mi pare che dove esso termina,
Termini la città.

Trieste ha una scontrosa grazia.
Se piace è come un ragazzaccio aspro e vorace
Con occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore
Come un amore
Con gelosia
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
O alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno circola ad ogni cosa un'aria strana, un'aria tormentosa
L'aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva
ha un cantuccio a me alla mia vita pensosa e schiva."

In questo momento mi viene in mente Gennaro

Se piace è come un ragazzaccio apro e vorace
Con gli occhi azzurri e le mani troppo grandi per regalare un fiore
Come un amore
Con gelosia.

Sorrido istintivamente. Non so il perché. Forse mi piace. Non lo so. Sono ancora scossa per la storia di Gio, sono passate meno di due settimane.
N

on ho idea se mi piaccia oppure no. Sta sera lo rivedró.

Non ho detto a Miriana che sono felice di rivedere Gennaro, na penso di esserlo. Sono così confusa, non ne ho idea.
Sono un miscuglio di emozioni come i colori a olio sulla tavolozza di un pittore.
Penso che questa sia la similitudine adatta per me.
È già ora di pranzo.
Miriana è uscita per prendere dei panini.
"

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