Capitolo 33

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Canzone consigliata: Migraine - Twenty One Pilots.

CHIARA'S POV

Ci chiudiamo in stanza, dopo il viaggio siamo molto stanche entrambe.

"Vado a letto, buonanotte Chiara" dice Miriana coricandosi sotto le coperte
"Buonanotte" dico facendo lo stesso.

La sveglia suona.
Prendo il telefono con un gesto brusco e lo spengo.
8:15
"Miri è ora di alzarsi, abbiamo psicologia"
Dico sedendomi sul letto.
Miriana si alza lentamente e sbadiglia.
"Muoviti" dico andando verso il bagno.
In meno di mezz'ora sono pronta, così posso lasciare tempo a Miriana per prepararsi.

8:55

"Muoviamoci Chiara, o faremo tardi"
"E la colazione??"
"La faremo finita psicologia, su"

Arriviamo in aula appena in tempo.
Il professore di psicologia ci precede sempre in aula, si vede che ama fare il suo lavoro.
Gennaro e Alessio sono seduti a metà dell'aula, nello stesso identico posto dove ho visto Genn la prima volta.
Mi risalgono in mente tantissimi ricordi, ed è incredibile come sia riuscito ad entrare nella mia vita in così poco tempo.
Ci sediamo di fianco a loro, ovviamente Miriana vicino ad Alessio e io vicino a Genn.
"Ma buongiorno ragazzuoli" dico appoggiando i libri sul banco davanti a me.
Gennaro mi sorride
"Buongiorno"
Oggi avevo proprio voglia di vederlo.
Mi rendo conto di una cosa. Miriana e Alessio non sanno ancora del nostro bacio. Almeno credo, ma adesso non è il momento giusto per pensarci. Il professore inizia a parlare e a spiegare e tutti si zittiscono. Prendo il taccuino per i miei appunti e annoto tutti nei minimi particolari.
La lezione scorre velocemente, mi piace psicologia.
Gennaro non prende appunti, si limita a fissare il professore con uno sguardo comprensivo.
"Non prendi appunti?" Sussurro a circa metà lezione
"No, copierò quelli di Alessio"
Roteo gli occhi e sento una piccola risatina da parte di Genn, che si rimette a fissare il professore.
11:00
Finisce la lezione e usciamo dall'aula.
Miriana tiene sempre la mano di Alessio e sono così teneri. Farò da damigella al matrimonio.
"MIRIANA." Urlo per il corridoio
"CIBO. FAME. ORA."
Miriana è abituata a questo tipo di comportamento, sembrano un po' meno Gennaro e Alessio.
Scoppio a ridere e così fa Miriana.
Alessio e Gennaro ci guardano con uno sguardo della serie "okay, siete due pazzoidi" per poi scoppiare anche loro in una fragorosa risata.
"Andiamo alla caffetteria"
Miriana mi mette un braccio sulla spalla.
Noto l'espressione quasi ingelosita di Alessio.
"Tranquilla è tutta tua" dico sorridendo ad Ale.
Salutiamo i ragazzi e ci dirigiamo verso la caffetteria.
Arrivati chiediamo due caffè, un muffin per me e una mela verde per Miriana.
Ci sediamo in un tavolino appartato fuori.
"Guarda" dico a Miriana "questa è la pianta dove ho vomitato quando ero ubriaca quel sabato sera, per Gio, mentre tu mi portavi in camera sulle spalle. Mi ricordo solo questo di quella serata"
Indico la pianta e Miriana si gira a fissarla.
Dopo nemmeno 5 secondi distoglie lo sguardo dalla pianta e lo punta su di me.
Ha uno sguardo fra il preoccupato e l'arrabbiato.
"Cosa c'è?" chiedo
Spero non sia successo nulla.
"Devo dirti una cosa." dice un tono serio.
"Dimmi" e sorseggio il mio cappuccino.
"Hai presente quando ci siamo fermati alla paninoteca al viaggio di ritorno?"
"Si..."
"Ricordi che ho ricevuto una chiamata?"
"Sì, di tua mamma, giusto?"
"No"
Penso di aver capito chi fosse, dal mondo in cui lo ha pronunciato e dal suo sguardo.
"Era..."
"Già. Giovanni."
"Cosa ti ha detto?" Mi affretto a domandare.
In questo momento non so che cosa fare.
"Mi ha detto che sarebbe venuto a trovarti, per chiarire. Non ha voluto venire prima perché pensava fosse il momento sbagliato."
Prima che io possa mettermi a urlare dalla rabbia Miriana mi zittisce
"Ha già i biglietti. Dovrebbe arrivare questa settima o quella prossima, non so quando"
Perfetto, dovrò vivere dei giorni di inferno pensando al mio ex ragazzo che dovrebbe venirmi a trovare per "chiarire" una questione successa più di un mese fa.
Come cazzo facevo a stare insieme a un tipo con un cervello da crostaceo, non lo so nemmeno io.
"Perché non mi ha chiamato??"
"Aveva paura"
"Che rincoglionito."
"Già" dice Miriana per poi tornare a sorseggiare il suo cappuccino.
"Che cazzo faccio ora Miri?" Dico, quasi disperata
"Aspetta che arrivi e poi gli darai una lezione. Arriverà il tuo momento"
Non comprendo esattamente le parole di Miriana.
"Arriverà il tuo momento"
Che significa?
Non chiedo nulla, non mi sembra il caso aggravare la situazione con cose inutili.
Perché deve succedere tutto a me.
"Ora andiamo, è tardi" dico in tono frettoloso
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la lezione di sociologia.
"Cosa gli hai detto?"domando a un certo punto
Miriana mi guarda con uno sguardo disorientato.
"A Giovanni, intendo."
"Ah, sì scusa. Nulla, all'inizio quando non sapevo ancora che aveva già preso i biglietti, l'ho minacciato di non venire; poi quando ha tirato la storia dei biglietti non potevo fare nulla, gli ho riattaccato in faccia. Scusami Chiara, non sapevo cosa fare."
"Hai fatto fin troppo" dico fermandomi di colpo. Anche Miriana si ferma.
La abbraccio, è l'unico modo che ho per ringraziarla per tutto quello che fa per me.
Ci abbracciamo per qualche secondo.
"Ora è meglio andare" dice prendendomi sotto braccio.
Ci dirigiamo verso l'aula di sociologia.
La lezione passa velocemente. Continuo a pensare a Gio, penso che questo pensiero invaderà la mia mente per tutta questa settimana, finché non arriverà.
Miriana qualche volta mi lancia uno sguardo di consolazione, probabilmente sa cosa sto provando in questo momento.
La lezione finisce, in conclusione mi sono fatta voli pindarici su quando arriverà Gio e su cosa farò.
Ho pensato anche per Genn.
La mia paura più grande è che si incontrino.
Devo evitarlo assolutamente.
Non so cosa potrebbe succedere se venisse a scoprirlo.
Non so nemmeno se informarlo dell'accaduto, davvero non so cosa fare.
Usciamo dall'aula e sono già le 13, non ho molta fame.
È una cosa strana, siccome ho sempre fame.
"Dove vuoi andare a mangiare?" Mi chiede Miriana mettendo a posto i libri nella sua borsa,fuori dall'aula
"Non ho fame"
Mi guarda con uno sguardo sconvolto.
"Stai scherzando?"
"No."
"O mio dio, allora è una cosa seria"
"Sto male per la storia di Gio"
Non mi viene da piangere, sento solo un male nello stomaco che è anche peggio. E non è fame questa.
Decido di accompagnare Miriana al bar a prendere un panino.
"Vado in camera. Ho bisogno di stare da sola."
Miriana annuisce e mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
Cammino velocemente verso la camera, ho intenzione solo di lasciare giù la borsa.
Faccio veloce.
Mi dirigo verso l'aula nord dell'edificio.
Cammino dritto, alla prima giro a destra e vado in fondo al corridoio.
"Music room"
Ho bisogno di distrarmi.
Entro nell'aula e non c'è quasi nessuno, penso sia a causa dell'orario.
Quasi nessuno.
Gennaro è seduto nello stesso posto quando ci siamo visti la prima volta.
Sta accordando la sua chitarra, tanto da non accorgersi di me.
Mi avvicino e il rumore dei miei passi lo fa sobbalzare.
Alza la testa e sorride.
"Ciao ragazzo" dico sedendomi vicino a lui
"Ciao ragazza" risponde mettendo giù la chitarra
"Come va?" Intanto sistemo la borsa
"Bene, dai, ora che ti ho vista. Mi sei mancata"
Non posso fare a meno di sorridere.
"Genn, ma non ci siamo visti per circa due ore" dico ridacchiando.
La sua risposta era più che prevedibile.
Si avvicina a me e mi bacia.
Gli metto le mani fra i capelli e mi stringe più forte a sé.
Il bacio diventa più profondo, non ci stacchiamo più.
Quando ci stacchiamo facciamo scontrare i nostri nasi e le nostre fronti.
Gli sposto il ciuffo a fine di vedere meglio i suoi occhi. Intanto mi accarezza le guance con i pollici e sorride, di conseguenza ricambio il sorriso.
Lo abbraccio istintivamente.
Oggi ho bisogno di abbracci.
Penso sia sia accorto che qualcosa non va, mi tiene stretta a se, come per proteggermi.
"Che succede?" Mi domanda quando ci sciogliamo dall'abbraccio, tenendo le mani sulle mie spalle.
"Nulla, tranquillo, oggi sono un po' stanca."
"Sicura?"
"Sí, non preoccuparti" dico sorridendo
Prendo la chitarra vicino a me e inizio a suonare qualcosa, non so nemmeno io cosa.
Gli accordi mi vengono spontanei.
A un certo punto noto un testo, appoggiato sul tavolo dietro a Genn.
Mi alzo di scatto e lo prendo per vedere cos'è.

"Don't look at me again
I can't hold the breath
Don't hold me tight, a tear from my eyes
Forget the peace that you ain't found
I'm waitin' here, you turn around
I see your smile in a frame with a broken glass
Hide everything, the small things
Her gifts
you don't have to wait, your hand tremble on my face
Yeah
I stop thinking, start drinking Martini as beer, is empty
the bed tonight
I stop thinking, start drinking Martini as beer, is empty the bed tonight
And I miss your kisses
The smell of our biscuits on your skin
Shit, don't need to think"

Rileggo più volte il testo.
"L'hai scritto tu?" Domando a Gennaro.
"Si" dice in tono timido.
Abbassa la testa, come se avesse paura del mio giudizio.
"È bellissima."
"Ti piace davvero?"
"Sì. Sono seria"
Sorride.
"Non so più come continuarla" dice prendendo il testo dalle mie mani
"Posso darti una mano io se vuoi. Ora devo andare. Fammici pensare, scriverò le mie idee su un foglio." Dice alzandomi e prendendo la borsa.
Era passato più tempo di quanto credessi, erano già le 16, dovevo tornare.
"Aspetta" dice alzandosi
"Cosa?" Mi giro verso di lui
"Non dimentichi qualcosa?"
"No, mi pare di no" decido di stare al gioco
Senza che io potessi dire niente mi da un'altro bacio.
"Ciao Genn" dico baciandolo per l'ultima volta a stampo
"Ciao" dice sorridendomi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2016 ⏰

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