Capitolo 10

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Canzone consigliata: Rap God - Eminem.

CHIARA'S POV

La sveglia suona e io la maledico come ogni mattina. Vorrei dormire per sempre.
Vedo Miriana che si alza piano dal letto e va in bagno, mentre io non ho proprio la forza di alzarmi.
Continuo a pensare a Gio.
Non riesco a dimenticarlo.
Non riesco a dimenticare le nostre promesse, i nostri baci, i nostri sorrisi, i nostri "ti amo" sdraiati uno accanto all'altro.
Non ci riesco.
Mi alzo piano e siedo sul letto a fissare il vuoto.
"Muovi il culo, dobbiamo andare" dice Miriana. La voce di Miriana di prima mattina mi rallegra sempre.
Le sorrido e probabilmente non se lo sarebbe mai aspettato perchè mi squadra con gli occhi e poi sorride anche lei.
Mi alzo a malavoglia e mi preparo.
Alle 9 siamo già a fare colazione al bar.
Io prendo il mio solito bidone di cappuccino e una brioche enorme, mentre Miriana si limita a un tè.
Non capisco, io la mattina mi mangerei anche la peperonata.

Vabbè.

Mi dirigo verso il mio corso salutando Miriana al bar, non frequentiamo tutti i corsi insieme.
Arrivo in aula dove dovrei tenere la prima lezione di Arte.
È più di una settimana che aspetto che inizi questo benedetto corso.
Entro in aula e caspita, è enorme, piena di dipinti.
È un'aula di arte a tutti gli effetti.
Mi siedo davanti, ho intenzione di ascoltare attentamente il professore.
Tiro fuori il mio taccuino e le mie penne, per prendere appunti.
Dopo qualche minuto di attesa il professore entra in aula e introduce un discorso di benvenuto per tutti gli alunni del corso.
Capisco quasi tutto quello che dice in inglese, tranne qualche parola. Ha un accento strano.
Inizia a parlare del programma del corso e per ora mi sembra molto interessante.
Ci informa su cosa dovremo portare la volta successiva e fino questo punto mi sembra il corso più bello del mondo.
Penso che lo sia davvero.
Per oggi ci introduce un discorso generale sull'arte in tutti i suoi aspetti e su tutte le sue forme.
Come prima lezione mi sembra davvero buona.
Professore simpatico, sa di cosa parla e mi piace il suo atteggiamento.

Prevedo un bel corso.

Due ore passano come nulla, non me ne accorgo minimamente.
Ma da come si dice "il gioco è bello quando dura poco"
Saluto cordialmente il professore e mi fermo un attimo per porgli qualche domanda in più sul corso. Mi sorride e sembra felice che qualcuno gli abbia posto alcune domande.
"Sono davvero felice che ti piaccia il corso, ora si vedrà." Dice alla fine delle mie domande.
Sorrido e lo saluto di nuovo, sempre in modo molto cordiale.
Mi giro e mi incammino verso l'uscita dell'aula.
"Hey!"
Sento un ragazzo che parla in italiano, penso si stia rivolgendo a me.
Mi giro e rivedo quel ragazzo. Quello del corso di psicologia. Quello che avevo spinto in discoteca. Il ragazzo con i capelli biondi cenere e un oceano al posto degli occhi.
"Stai parlando con me?"
"No guarda, con il muro"
"Calmati bello. Che vuoi?"
"Sei la ragazza sbronza che mi ha spinto per terra nel bagno lo scorso sabato sera"
"È una domanda o cosa?"
"No, è una fottuta affermazione"
"Bene e che dovrei fare ora?"
"Chiedermi scusa. Esigo delle scuse."
"Okay. Scusa. Ti va bene così?" Dico agitando le mani
"Non potresti aggiungere una punta di dispiacere al tuo semplice scusa? L'educazione con te è andata a puttane"
"Oh scusa se non mi inginocchio davanti a te, non ti bacio i piedi e ti supplico di perdonarmi. Penso che uno scusa sia più che sufficiente"
Mi guarda dritto negli occhi, ha uno sguardo di ghiaccio.
"E come cazzo hai fatto a sapere che sono italiana?"
"Sabato sera hai parlato italiano con la tua amichetta dopo avermi fatto cadere a terra. Minchia, ma allora sei fulminata"
"Ah già... Non ricordo quasi niente di quella sera"
"Come ho già detto sei fulminata"
"Senti non ho voglia di stare con te a discutere su questo inutile argomento sull'uscita dell'aula di Arte, okay? Mi dispiace di averti spinto, scusami."
"Così va meglio"
"Quindi ora levati, mi hai fatto perdere tempo prezioso"
"Sei una bambina"
"Come scusa?" dico bruscamente
"Dovresti sapere che in una società civile per vivere ci sono delle regole, a me sembra che tu non ne abbia. Quindi o tu vivi nel pianeta delle scimmie o impari a stare al mondo come si deve, okay?"
Non rispondo, mi giro e me ne vado.
Ma vedi tu se un tipo che manco conosco deve venire ad aggredirmi per una cosa che ho fatto da sbronza la settimana scorsa.
Ora che ci penso è stato il primo a tenermi testa dopo Giovanni.
Ci riesce anche meglio di lui.
Chiamo Miriana.

"Miri. Davanti alla caffetteria. Ora."

"Okay"

Chiudo subito la chiamata, non mi piace stare per più di qualche minuto al telefono.
A parte con Gio. Con lui ero capace di stare ore e ore al telefono.
Smettila Chiara, smettila. Non ti merita.
"MIRIANAAAAAAA" urlo appena la vedo e metà della popolazione mondiale si gira.
"Chiara che è successo?"
"Aspetta. Ho fame."
"Tu hai sempre fame" dice ridendo.
Costringo Miriana ad andare fino al ristorante giapponese perché ho voglia di sushi. A Miriana non piace molto, infatti prende del maiale fritto.
Ci sediamo con calma e inizio
"Hai presente il ragazzo che ho spinto per terra quando eravamo in discoteca ed ero sbronza? Ecco è nel mio corso di Arte."
Miriana sembra quasi scandalizzata.
"Alla fine della lezione è venuto da me pretendendo delle scuse e abbiamo discusso."
Le racconto quello che mi ricordo del dialogo, nei minimi dettagli.
"Chiara ma... Ti rendi conto?"
"Di che?"
"È il secondo ragazzo che riesce a tenerti testa"
"Lo so"
Di solito nessuno aveva mai osato contraddirmi, ma lui ci era riuscito.
Per una volta qualcuno era riuscito a zittirmi.

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