CAPITOLO 46 - HOPE

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Non ho mai preso un'aereo in vita mia e onestamente ho paura della sensazione che proverò. Anche Isaac dice di essere spaventato, ma da come il mio cuore però sopporterà l'altitudine e lo stress. Siamo seduti in seconda fila nella prima classe di un aereo diretto all'aeroporto John Fitzgerald Kennedy International di New York, o più precisamente del distretto di Manhattan. Lana e Matthew sono a poche file più indietro di noi. Sono circa le tre del pomeriggio e a breve partiremo.
Nella mia testa si stanno succedendo una serie di orride scene catastrofiche di cosa potrebbe accadere. Scuoto il capo e stringo la mano del mio ragazzo seduto proprio alla mia destra.
Una volta che l'aereo parte, e soprattutto dopo aver superato la sensazione di vuoto mentre questo si solleva, riesco a rilassarmi di più. Per un momento sembra che l'abbiamo scampata. Siamo liberi. Poso la testa sulla spalla di Isaac e lo sento sorridere. Mi bacia la fronte e stringe la mia mano, usando l'altra per usare il suo nuovo cellulare di ultima generazione.
L'Inghilterra mi mancherà. Westerham, la mia famiglia e persino la scuola e il Mokies mi mancheranno, ma incamminarmi in questa nuova vita con Isaac è ciò che voglio veramente.

" A che pensi? " domanda quando sollevo il capo per guardarlo. È incredibile come sia riuscito a eliminare quella sua parte più ombrosa e ferita per portare alla luce il vero lui, quello più insicuro e protettivo. Scuoto il capo e gli bacio una guancia barbuta.

" Ti vedo troppo silenziosa. " mormora divertito.

Accenno un sorriso e scuoto il capo di nuovo. Mi sta guardando negli occhi e per un attimo penso sia solo qualcosa di istintivo, ma quando sorridiamo all'unisono capisco che sta cercando di leggermi dentro. Non riesco a non sorridere vedendolo sorridere. Davanti a noi una bambina di appena dieci, forse undici anni ci guarda divertita ed emette un sonore bleah quando ci scappa un piccolo bacio. Ha dei lunghi capelli biondi e porta l'apparecchio ai denti. Isaac la guarda storto, prima di riportare l'attenzione al suo telefono, mentre a me scappa una risata che cerco di contenere.

" Voi due state insieme? " chiede sfacciatamente e io annuisco sorridendole.

" Il tuo ragazzo è molto strano. " continua e io scoppio a ridere. Isaac tiene la testa bassa e alza gli occhi al cielo sbuffando.

" Hai dei bei capelli. " dice ancora.

" Grazie. " le sorrido.

" Come ti chiami? " domanda ancora. È molto loquace per essere solo una bambina.

" Hope, tu? "

" Io sono... " prova a dire, ma la donna al suo fianco la richiama.

" Eleanor siediti e lascia stare quei ragazzi! " ridacchia la madre riprendendola. La bambina obbedisce e mi fa un cenno con la mano come a salutarmi, gesto che ricambio divertita.

" Odio i bambini. " sussurra Isaac quasi a non voler farsi sentire, ma lo sento.

" Perché? " chiedo con un velo di divertimento.

" Sono rumorosi, sporchi, impiccioni. Morirei piuttosto che averne uno! " dice con ribrezzo. È così che capisco che, infondo, un po' del vecchio Isaac non se n'è mai andato.

Ha progettato grandi cose per noi: una casa nuova, una vita nuova. Sapere che vivrò il resto della mia vita con lui mi rende la persona più felice al mondo, ma partendo da questi presupposti, anche avere una famiglia con lui mi renderebbe felice, forse qualcosa di più che felice.
Mi dispiace che dica questo. Il mio fisico, o meglio il mio cuore, mi impediscono spesso di poter realizzare certi sogni. Un parto? Sarebbe una cosa troppo faticosa per il mio cuore, certo, ma esistono i parti cesarei progammati. Sono una ragazza, è giustificabile il fatto che io sogni l'abito bianco e dei figli con l'uomo che amo.

Hope - Quando la speranza è tutto ciò che ci rimane. ( z.m. )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora