CAPITOLO 37 - DAL DIARIO DI HOPE

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" 13 Agosto

Cari mamma e papà, caro amore mio,

È nato.
Zac è nato, ed è bellissimo. Ha gli occhi misti fra quelli azzurrissimi di Nathan e i verdognoli di Alex. I lineamenti del piccolissimo viso sono come i tuoi papà, sia io che Alexa ci siamo messe a piangere quando lo abbiamo visto. Questo bambino sarà una pugnalata al petto ogni volta, lo so. Man mano che crescerà, già so, che acquisirà sempre più particolari degli uomini più importanti della mia vita: i lineamenti di mio padre e il nome di Isaac. Dio mi sta condannando. Perché non poteva prendere tutto dai genitori di suo padre, o da Nate stesso? Non capisco. E non poteva chiamarsi solo Benjamin? Evidentemente no.

Sapete, sarei dovuta entrare in sala parto con loro, ma due giorni prima sono stata male e mi hanno ricoverata. Quindi, mentre mio, vostro, nostro nipote stava venendo al mondo, io ero sdraiata su un letto scomodo del reparto di cardiologia del North Manchester General Hospital, dove Alexa lavora. Questa stanza non è come la mia al St. Thomas di Londra. Questa è senza finestre, e la condivido con una donna anziana che è da poco stata operata e che, dato la sua critica situazione, è stata messa in coma farmacologico. Lo è da quando sono arrivata io. Il marito, che avrà cinque o sei anni in più di lei, le è sempre vicino. Giorno e notte. Le legge i libri di Emily Brontë. Le sta leggendo " Cime Tempestose" da ieri. A quanto pare è il libro preferito di sua moglie.

• Io non espressi mai il mio amore a parole; ma se gli sguardi hanno un linguaggio, anche il più grande idiota avrebbe capito che avevo perso la testa. •

- da Cime Tempestose, Emily Brontë.

Questa frase mi è rimasta nel cuore. Quando ripenso al mio periodo pre-sbronza e pre-confessioni di quella mattina, non posso far a meno di pensare a come i tuoi occhi, amore mio, mi gridassero di amarmi senza che né io né te riuscissimo a capirlo. Si mamma, papà, lui è l'uomo che ho amato e amo con tutta me stessa. L'uomo che ha baciato le mie paure e le mie debolezze fino a farle sparire. L'uomo che mi ha fatto sentire completa. Abbiatene cura fino a che non vengo lassù anche io con voi. Avrei tanto voluto che voi foste tutti qui. Vivi. Solo per presentarvelo. Lo avreste adorato, proprio come lo adoravano Alexa e Nate. E anche Zac ti adorerebbe amore mio, e voi invece sareste i suoi nonni preferiti.

- Lei è l'amore della mia vita. Dubito che amerò mai più qualcuno come ho amato lei. Dovete salvarla. È tutto ciò che ho. - ha detto quell'uomo quando ieri sera un medico è venuto a dirgli che terranno sua moglie in quello stato finché i suoi parametri non miglioreranno. A quel punto, amore mio, mi sei venuto in mente tu. Chissà se quando eri con me e io dormivo, tu parlavi di me così. Chissà se hai minacciato qualcuno di salvarmi perché io ti davo un senso.

Lui, il marito di quella donna, si chiama Richard, e ha ottantasette anni. La mia prima notte qui, mentre la passavo insonne come al solito, ho parlato con lui. Mi ha chiesto cosa ci facessi in un ospedale alla mia giovane età, e io gli ho parlato del mio problema. Poi mi ha chiesto qualcosa su di me, cosa studiassi, se ero fidanzata. Scommetto che si aspettava molte belle cose dalla mia vita, ma a parte aver finito gli studi liceali, e ora la nascita di Zac, non ho altro di bello da raccontare. Ho dovuto dirgli di te Isaac, e della tua morte. Mi ha fatto le condoglianze. Credo sia la prima persona a farmele. Una cosa però mi ha fatto rimanere di sasso, quando mi ha chiesto perché mi tagliassi. Gli ho detto che ho tanti motivi per essere un'autolesionista, che non ne vado fiera e so che è un problema che dovrei affrontare, ma so anche che non lo affronterò perché non voglio farlo. Lui mi ha raccontato di sua sorella. Se non ho capito male si chiamava Tessa. Mi ha detto che anche lei era un'autolesionista e che quando lui aveva appena sei anni e lei venti si suicidò. Lui ne soffrì molto.

- Mia madre parlava di lei col sorriso sul volto e la chiamava Angelo. Diceva che solo gli angeli fanno del male a loro stessi, perché la vita qui sulla terra non gli piace. Diceva che questo mondo, pian piano li distrugge e che loro vogliono solo tornare a casa, in cielo. Gli Angeli sono troppo sensibili al proprio dolore e a quello degli altri. - mi ha detto e io mi sono commossa a queste parole. Io non sono un angelo certo, ma soffro tanto e so che questo mondo non è adatto a me. Vorrei tornare da voi, ricongiungermi con la mia famiglia dopo tanti anni e stare con te Isaac, amore mio. È troppo dura rassegnarsi alla tua assenza. Te ne sei andato e niente potrà ridarmi la tua presenza vicino a me. Non sono più sicura di niente, ormai. Non faccio che pensarci di continuo. Ci penso e ci ripenso. Come se la mia scelta potesse cambiare le cose. So che questo è il mio posto, ma non mi aspettavo di soffrire fino a questo punto ancora, e per una persona esterna al mio nucleo famigliare. Sono passati quasi nove mesi amore mio. Te ne sei andato da nove mesi e in me non è cambiato nulla. A parte ieri.

Ieri mattina, mentre io ero in questo letto, a chiacchierare con Lana e Matthew, Nathan è corso in questo reparto, ed è entrato nella mia stanza in lacrime e con in braccio Zac. Un barlume di felicità si è acceso nel mio cuore. La nascita di una nuova vita forse non può fare altro che questo. Infondere gioia.
E mentre lo stringevo fra le mie braccia non sono stata capace di impedire alla mia testa di ripensare alla folle idea di una nostra immaginaria famiglia. Io, te e un bambino. E voi, papà e mamma, nonni di nuovo di una bellissima bambina o di un forte bambino, figli di Isaac. L'ultima volta non ho fatto altro che parlarti di una bambina, ma se fosse stato un maschietto? Come lo avremmo chiamato? Mi sarebbe piaciuto qualche nome come James, o Liam... Ma poi ho trovato il nome perfetto. Brayan, Brayan Foster. Sorrido all'idea. Scommetto gli avresti insegnato a giocare a calcio e, alla giusta età, come rimorchiare una bella ragazza.

Richard ha detto che quando si tiene un braccio un bambino per la prima volta e questo è appena nato, in cielo nasce una nuova stella e si può esprimere un desiderio. Non ci credo molto ma l'ho espresso lo stesso. Ho desiderato che la vita di Zac si prospetti felice e che sia una bella vita. Ho desiderato che la viva con spensieratezza e gioia quando crescerà, senza pensare troppo alle conseguenze delle sue azioni, perché è vero, se ti soffermi e inizi a pensare, non ti godrai mai niente fino in fondo.

Vi abbraccio forte. Mi mancate tutti.

Hope. "

Hope - Quando la speranza è tutto ciò che ci rimane. ( z.m. )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora