CAPITOLO 12 - HOPE

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" Allora Isaac, hai progetti per il futuro? Sai, ad esempio il college...  " sorride mia sorella.

La cena che ha preparato è ottima. Ricordo che quando avevo dieci anni circa aveva iniziato a frequentare un corso di cucina serale in centro, a Londra, e io passavo tre sere a settimana con Nathan a casa da soli. E' da lui che ho preso il vizio di preferire le cose preconfezionate e molti dolci. Sorrido al ricordo delle sere passate con Nate.

" Veramente ancora no. Penso che dopo il diploma mi prenderò un anno per girare il mondo, o qualcosa di simile. " sorride di rimando all'ennesima domanda di mia sorella.

E' di buon umore ora. Non so se è per quello che abbiamo fatto nel pomeriggio o per il suo bipolarismo. Stupidamente penso e spero nella prima opzione mentre arrossisco di nascosto.

" Che indirizzo ti piacerebbe frequentare? " sorride Nate.

" Arte. " risponde.

Perché pensano che un tipo come Isaac Foster voglia davvero andare al college? Forse perché lui ha deciso di mostrargli solo il suo lato più buono di sé, e non quello aggressivo e scorbutico che conosco anche io.

" Fico. " sorride divertito Nate.

" Voi avete frequentato il college? " chiede con quella che sembra ingenua curiosità. Nate e mia sorella sorridono annuendo.

" Io ho studiato economia a Oxford. " dice fiero Nathan.

" Io ho studiato medicina alla Queen Mary University a Londra. E' una buona università, economica e non molto distante da qui, e con Hope che era piccola e aveva bisogno di molte attenzioni... " sospira.

" Alex! " la riprende Nate. Isaac guarda la scena confuso.

" Lui lo sa, di mamma e papà intendo. " spiego tenendo lo sguardo sul mio piatto.

I loro occhi sono tutti su di me. Alexa sa che non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno quando ci siamo trasferite a Holborn. Isaac è il primo con il quale mi confido sul mio passato, le mie paure e i miei problemi. Quando il loro sguardo e il silenzio nella stanza diventa fin troppo per me, cerco solo una banale scusa per andarmene.

" Scusatemi, torno subito. " mento alzandomi ed esco dal soggiorno. Non mi allontano poi molto. Mi appoggio alla parete e faccio un respiro profondo. Perché mi è così difficile accettare che Isaac mi stia cambiando? Non c'è mai riuscito nessuno, perché lui si? Ho paura. Paura che Becca abbia ragione e che stia diventando una pazza e inizi a provare qualcosa per lui.

" Lei è solo... sai non ha mai superato quello che è successo quella notte. " dice la voce flebile di Alexa.

" Credo che sia un po' dura da superare. " mormora Isaac.

" Lei è molto incasinata Isaac. Con questo non voglio dire che dovresti lasciarla, anzi, preferiremmo entrambi tu gli dessi una mano se tieni a lei. Crediamo che forse tu possa aiutarla a uscire dal tunnel, capisci? " mormora Nate mentre posso giurare di sentire un lungo sospiro abbandonare rumorosamente le labbra di qualcuno.

Decido di smettere di origliare quell'assurda conversazione e mi dirigo in camera mia. Mi cambio, infilando un paio di pantaloncini neri e una canotta bianca, prima di legare i capelli in una crocchia disordinata e struccarmi il viso dal mio quotidiano velo di trucco. Una volta che mi sono lavata i denti mi siedo sulla panca decorata posta sotto la finestra aperta della mia stanza e mi metto a guardare il cielo di Holborn, che per una volta è limpido, scuro e stellato. Un venticello autunnale fresco mi mette i brividi. Per un momento mi sento scombussolata.
La mia famiglia mi ha definita un casino. Beh, come dargli torto? Lo sono. Forse sono anche malata psicologicamente o qualcosa di simile. Forse faccio pena anche a loro. Anzi, di sicuro è così.

Hope - Quando la speranza è tutto ciò che ci rimane. ( z.m. )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora