Hope - Quando la speranza è tutto ciò che ci rimane. ( z.m. )

CAPITOLO 55 - ISAAC

Un'aria fredda soffia scompigliandomi i capelli mentre piove, una pioggia fine e molto rumorosa. Sembra promettersi una di quelle giornate in cui si sta bene sotto il piumone con la persona che si ama, a far l'amore mentre la pioggia sbatte forte contro le finestre. Scuoto il capo sistemandomi il ciuffo prima di prendere una sigaretta, accenderla e iniziare a fumarla.

L'umore di questo tempo di merda è esattamente lo stesso che ho io in questo momento. Dicono che bisogna per forza passare da una forte pioggia prima di avere l'arcobaleno, perché allora su di noi si scatena una cazzo di tormenta? Questo mi fa incazzare. Ora come ora ho una rabbia dentro che mi renderebbe capace di prendere a cazzotti chiunque, ma allo stesso tempo, se qualcuno venisse ad abbracciarmi l'unica cosa che farei sarebbe ricambiare e piangere a dirotto.

Lo stress delle ultime ore mi uccide. Ho paura. Paura che lei non riesca a farcela e di conseguenza perderla per sempre, e ho paura di come potrebbe essere la mia vita senza Hope. No. Non posso sopportare di nuovo una cosa del genere. Questa volta la galera non mi salverebbe e io ne morirei.
Matthew è al mio fianco, sotto la tettoia posta all'ingresso dell'ospedale, mentre si chiude nel suo cappotto color panna e prende un sorso del suo schifoso cappuccino.

" Stai bene? " chiede, ma sa benissimo anche lui quanto la sua domanda sia stupida. Scuoto il capo dopo aver gettato la sigaretta in un posacenere vicino.

" Ha firmato il consenso alla donazione degli organi e il permesso ai medici di spegnere la macchina se dovesse dipendere da quella dopo l'intervento. " mormoro freddamente, senza che nessuna emozione trapeli da me. Perché lo ha fatto? Non potrei mai farmi una ragione della sua morte, figuriamoci sapere che pezzi di lei sono dispersi in altri corpi. 

" E vuole quella stupida valvola biologia per i figli. " aggiungo. Lui sospira e mi porta una mano sulla spalla come a volermi dare conforto, ma in questo caso non funziona.

" So che ti spaventa perché ora non sei pronto e perché pensi a lui, ma, Isaac, tu non sei tuo padre. Sei un uomo migliore e puoi permetterti il lusso di vivere un normale futuro felice con lei. " mi incoraggia come solo i buoni amici fanno, ma io lo so che non è così.

" Io lo sento Matthew. Percepisco il peso del suo odio anche da qui. Per lui sono un cazzo di aborto mancato, una delusione. Se lo sono per lui, figuriamoci cosa sarò per mio figlio. " sputo.

Sono sempre allo stesso punto. Arriva il bel pensiero di un figlio con lei, al quale insegnare a giocare a calcio e tutte quelle stronzate, ma poi nello stesso momento questo pensiero si unisce ai miei ricordi, e allora capisco che sarei una delusione anche per mio figlio.

" Isaac ascolta... "

" Non capisci? Se non riescono ad amarmi i miei genitori, come posso pretendere di mettere al mondo qualcuno che lo faccia? " insisto e sto praticamente ringhiando mentre mi stringo nel mio cappotto scuro per ripararmi dal freddo. Matthew sospira frustrato.

" Amico io non posso aiutarti così. " ammette alzando le mani al cielo in segno di resa. Non capisco. Lui sa sempre come aiutarmi cazzo.

" Ho sentito Lana confidarsi al telefono con Hope qualche giorno fa, mentre si preparavano per il concerto. Anche lei sogna l'abito bianco, vuole dei figli e li vuole con me un giorno e anche io non so se sarò pronto o sarò un buon padre, ma li voglio. " racconta.

" C'è giusto una lieve differenza tra me e te amico, come il carcere o la droga o Maya. Tu sei, Cristo, tu sei il cazzo di bravo ragazzo che vogliono tutte. Un figlio ti amerebbe per forza, ma io sarei una vergogna per lui. Mi rinnegherebbe proprio come hanno fatto quei bastardi dei miei genitori. " quasi urlo sotto la neve del cielo che copre l'ingresso dell'ospedale.