Capitolo 15- Mi piaci.

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-Vuoi sederti un attimo?
Mi chiede, i capelli dorati che risplendono al sole, e gli occhi ancora più chiari a causa della forte luce.
-No, ce la faccio, tranquilla.

Sono uscita con Alis il più presto possibile, in questa  -stranamente-  soleggiata giornata invernale. Appena scesa dal pullman mi ha raggiunta sulle sponde del fiume che separa i nostri paesi, per un romanico pic nic.
"Romantico" per me, e "pic nic" per lei, dato che io ho già pranzato a casa.
Il ponte in cemento e pietra che collega le due cittadelle è lungo si e no un centinaio di metri, se non di meno. Spesso d'estate la gente passeggia lì sotto, sulla passerella in pietra che passa sull'argine del fiume, fin sotto al ponte, e che poi si collega al marciapiede a livello strada tramite delle scale in cemento. Tra la passerella e il marciapiede ci saranno tre o quattro metri di dislivello, se non di più, in caso il fiume strabordi. Quando ero piccola io e mio fratello scendevamo passando sull'erba, bagnata e ripida, tra le diverse scale, per raggiungere la passerella.
Questa volta, a tenermi la mano per non scivolare, ho qualcun'altro  -che ho convinto con la mia testardaggine a evitare le scale... Mi sento subdola, ma mi piace sentire la sua mano calda stretta alla mia, attenta e preoccupata a non farmi cadere-.

Parliamo di varie cose mentre camminiamo sul lungofiume, e soprattutto sono io ad inondarla di domande sulla sua vita, mettendomi in ridicolo e facendola ridere  -non l'avevo mai vista lasciarsi andare in questo modo... Devo raccontarlo a Emanuel, vediamo se dice ancora che non sono simpatica!-.
Scopro molte sue abitudini, che penso siano utilissime per farsi un'idea del tipo di persona che si ha di fronte  -o di fianco, nel mio caso-. Ama i cibi piccanti, fa molto sport, odia che le si tocchino i capelli  -davvero un peccato, non vedevo l'ora di poterle accarezzare il ciuffo...-  passa i viaggi in pullman ad ascoltare la musica e scrive.
Scrive storie, scrive di emozioni, amori, sconfitte, sacrifici.
-Mi fai leggere qualcosa??
La supplico, eccitata da quella rivelazione che mai avrei attribuito a una ragazza così solitaria e taciturna. 
-Non ci penso neanche!
Mi risponde con un sorriso sarcastico, mettendo le mani nei tasconi del giubbotto.
-Dai dai dai dai!
Insisto tirandola per un braccio, senza demordere. Adoro leggere, e la mia curiosità mi dice di approfondire almeno questo suo aspetto interessante.
-Nooooo!
-Giuro che se mi fai leggere qualcosa io... Io...
Mi guardo intorno, alla ricerca di qualcosa da patteggiare in cambio di poche sue frasi.
-Io mi butto in acqua!
Notando la sua espressione impassibile non credo abbia afferrato appieno ciò che intendevo, oltre al fatto che sarei gelata per il freddo, e probabilmente avrei anche rivisto il mio pranzo.
Così le confesso il mio segreto.

-Non sai nuotare?!
Urla incredula verso di me, scoppiando poi in una risata che avrei creduto infinita.
-E' una cosa seria!
Le grido di rimando, con il viso rosso e le lacrime agli occhi, offesa dalla sua presa in giro.
-Com'è possibile? Anche i gatti sanno nuotare!
Mi schernisce, con in mano la focaccia farcita che non ha ancora finito di mangiare.
Mi giro dall'altra parte e guardo il fiume senza dire una parola. "Perchè deve fare così? Non pensa minimamente che potrei restarci male?" mi scopro a pensare, mentre camminiamo nel silenzio. "In fondo non è colpa sua. Non può sapere la situazione, ne tanto meno conoscere la mia fobia" mi ammonisce la coscienza.
La sento sussurrare qualcosa, ma non riesco a capirla perchè concentrata sui miei pensieri contrastanti. "Scusa" dice, porgendomi un pezzo di focaccia come segno di pace.

Deve correre in palestra per gli allenamenti tra pochi minuti, e le serve il borsone che ho visto in camera sua. Saliamo le scale a metà strada tra il ponte e la villetta dove abita.
Si abbassa verso di me, fino a sfiorare la mia guancia con la sua.
-Mi piaci.
Mi sussurra all'orecchio con un dolce soffio, provocandomi brividi per tutto il corpo.
-Ma se non mi conosci neanche...
Ribatto abbassando la testa, bollente in viso.
-E' per questo che mi piaci!
Si mette a ridere, e si dirige verso casa, lasciandomi impalata in messo al marciapiede.

"Le piaccio perchè non mi conosce...? Nel senso che è meglio non conoscermi perchè pensa sia una persona orribile...?"

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