Capitolo 7- Fiera del fumetto.

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Ho silenziato la chat dei "Paccari del sabato sera" dopo aver ricevuto oltre 130 messaggi nell'arco di due ore.
Diventano impossibili quando vogliono mettere il naso negli affari degli altri, infatti mi hanno fatto il terzo grado ogni giorno, da due settimane a questa parte.
"Come si chiama? Dove vive? Che scuola fa? Tiene lo zaino su una spalla o su due? Sa come fa il coccodrillo? E quando finirà il mondo?"

Ho detto loro tutto ciò che sapevo, o meglio, quasi tutto... Mentre passeggiavo avanti e indietro nel salotto, buttando il cellulare sull'isola del divano ad angolo e lanciandomi addosso ai cuscini  -cosa che mi diverte fare quando sono agitata-  ho pensato che qualche dettaglio dovesse rimanere solo mio.

Mio e Suo.
E per la cronaca tiene lo zaino sulla spalla sinistra, e sì, sa come fa il coccodrillo.

Sento vibrare il cellulare, finito sotto uno dei cuscini. "Chi sarà ancora?" mi chiedo, allungando un braccio per prenderlo, mentre me ne sto  distesa a pancia in su sul divano.
Emanuel.
"Quanto scommetti che mi chiederà di lei?" faccio a me stessa, con aria di sfida.
<<Ciao! Vai alla fiera del fumetto sabato?>>
"La fiera del fumetto...? Non era esattamente ciò che mi aspettavo..."
<<Si, mi accompagna mio fratello>>
Rispondo, mettendomi a sedere e aspettando di capire dove vuole andare a parare.
<<Wow! Posso venire anch'io?>>
"Ok, non era decisamente ciò che mi aspettavo."  Però potrebbe farmi bene un'uscita in compagnia, senza alcool o musica House che spacca i timpani. Esito un po' sul messaggio, prima di rispondere.
<<Per me va bene, mangiamo là, che ne dici?>>
E così sabato ho qualcosa da fare al posto che sbronzarmi. Peccato... Cioè, non "peccato" che non mi sbronzo, "peccato" che non mi abbia chiesto di Alis.
E si, un po' anche perchè non mi sbronzo.

Sabato arriva in fretta, e tra compiti e verifiche lascio un po' in disparte la ragazza di cui tutti parlano  -anche se ne parlano solo con me-  e mi concentro per quello che sembra essere un """appuntamento""". Metto i jeans più femminili che ho, le scarpe da ginnastica, una maglia aderente e la mia inseparabile felpa di superman.
"Non gli piaceranno comunque, ne sono sicura" penso, prima di chiudermi la porta alle spalle.
Emanuel ci aspetta sotto casa, vestito come a scuola quella stessa mattina.
-Wow dei jeans aderenti... Ti sei superata!
E ovviamente non poteva lasciare a casa la sua ironia.
-Ti piace come sono vestita? E non dirmi di no, mi sono impegnata questa volta!
Lui non commenta, e seguiamo mio fratello fino alla macchina senza dirci altro. Non gli va mai bene come mi vesto, in ogni occasione dice che sembro un maschiaccio. Ho provato diverse volte a cambiare look, ma senza risultati che lo soddisfacessero. Mi liquida sempre con un "Ma come ti sei conciata?" e qualche commento sarcastico.

Arrivati al giardino esterno della fiera saluto mio fratello, e seguo Emanuel verso l'entrata del grosso capannone. "Dev'esserci già stato anche lui" penso, vedendolo dirigersi direttamente alla biglietteria.

-Tuo fratello Zuri è simpatico! Si vede che siete diversissimi.
Mi schernisce per l'ennesima volta. Mio fratello ha sei anni più di me, e i Paccari del sabato sera dicono che siamo identici, a parte il fatto che lui ha la barba, i capelli corti sparati in piedi ed è di una spanna più alto di me. E ok, è anche più simpatico.

Dentro il capannone è pieno di stand e bancarelle ordinate orizzontalmente, in modo da creare una fitta griglia di corridoi in cui è possibile perdersi, come in un labirinto. Vendono gadget e oggetti di ogni tipo, dalle katane, ai coprifronte di Naruto, alle maglie con le frasi di Game of Thrones o le spille di Hunger Games... "Fossi piena di soldi mi comprerei tutta la fiera" mi ripeto ad ogni banco cosparso di statuine e gingilli dei miei manga, videogiochi, o film preferiti. 

Passiamo la giornata tra cosplayer vestiti da personaggi di Final Fantasy   -e una ragazza-gatto, con tanto di coda e campanella al collo, così carina che convince anche me a comprare una collana con la campanella-  e cibo giapponese, quando, camminando, noto che la schiena del mio amico mi ricorda qualcuno.
Spalle larghe, forti, jeans con grandi tasche e scarpe da ginnastica...

Alis.

"Perchè? Perchè la sto pensando di nuovo?"

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