Capitolo 44- Hai urlato tu...?

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-Spegnete la luce... Non ho voglia di andare fino in camera...

Si lamenta, pensando siano i genitori. Le metto una mano sul fianco, scuotendola leggermente.
-Alis...?
Al suono della mia voce si gira di scatto, ancora mezza addormentata.
-Shey..? Che ci fai quì?
Non le lascio finire la frase e le salto al collo con un sospiro di sollievo, finendo per sdraiarmi sopra di lei. Non fa domande, mi stringe a sé e mi bacia sulla testa.
-Va tutto bene...
Rassicura, mentre tremo tra le sue braccia.
-Hai urlato tu...?
Chiedo con un filo di voce, il viso immerso nella sua felpa, le gambe distese tra le sue.

-No, io non urlo; lo ha fatto Jennifer.
Risponde spavalda, gettando uno sguardo sfacciato alla tv, mentre passano i titoli di coda.
-Mi ha svegliata, così ho azzerato il volume... Scusa, era carino, ma mi sono abbioccata comunque...
Ride, sperando di non ferirmi. Mi propone di vederne un altro, magari un altro giorno, ma ribatto che al momento sono già abbastanza spaventata. Le racconto del tizio fuori dalla villetta, lo stesso ragazzo della notte che sono scappata da lì, e lo stesso ragazzo che la osservava da lontano, e che credevo essere un suo ammiratore. Si fa subito attenta nell'ascoltare le mie parole, mentre sento il suo abbraccio serrarsi sempre di più sulle mie costole.

-Scusa se non ho risposto, dormivo... 
"Svelato un altro mistero... E io che credevo fosse già morta..." mi ritrovo a pensare, mentre scorre tutti gli SMS e le informazioni che le avevo inviato qualche ora prima. Kyle le somiglia  -essendo suo fratello-  e probabilmente è un po' più alto di lei, quindi potrebbe benissimo essere il ragazzo che mi ha scortata fuori dal locale a capodanno.
Scrivo ai miei e a Deby che resto quì a dormire; la paura che l'assassino si nasconda dietro l'angolo, o che ci stia osservando appostato dietro una tenda o sotto un pino mi fa tremare fin nelle viscere.
Saliamo in mansarda, chiudendo la porta della stanza a chiave, e nascondendo sotto il letto uno dei pesi in ferro di Alis  -non pensavo si allenasse coi pesi anche a casa!-.
Mi addormento con la schiena contro il suo petto, una grossa felpa di lana al posto della maglia, due braccia calde che mi stringono la vita, e l'inquietante presentimento che il peggio debba ancora venire.

Quando riapro gli occhi noto solo la flebile luce della luna filtrare dai finestroni sul tetto. Mi volto verso Alis, nella speranza di rivedere quel viso angelico e innocuo, mentre riposa al mio fianco.
Invece trovo due occhi di ghiaccio a fissarmi; i capelli corti, chiari, poca barba e un ghigno sinistro sulle labbra. Cerco di allontanarmi da lui, ma Kyle mi stringe il ventre, stritolandomi tra le braccia muscolose in una presa d'acciaio. Mi sento mancare il respiro, mentre la visione si appanna, alla vista di quegli occhi malati, grigiastri, iniettati di sangue e di morte. 
Sento una fitta alla tempia, prima di accorgermi di essere di nuovo caduta rovinosamente sul pavimento. Vado in iperventilazione, col cuore che batte all'impazzata, nel petto fradicio di sudore e paura.

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