GIANNA
Che giornataccia. Dopo il lavoro il mio unico desiderio è tornare a casa e stare un po' con mia figlia. O meglio, essere a casa per lei, nel caso fortuito in cui, per una volta, decida di non chiudersi in camera. E invece oggi sono stata costretta a fermarmi per quella stupida riunione. Una delle solite noiose assemblee dove si discutono cose trite e ritrite, sulle quali ti fanno credere di avere voce in capitolo, solo per ricordarti, appena provi a farlo, quanto tu sia solo una pedina nelle mani dei pezzi grossi.
Tra i mille pensieri, non ho guardato il cellulare per tutto il giorno. Quando arrivo a casa e non trovo Erika, vado immediatamente a consultarlo per capire che fine abbia fatto mia figlia.
Lampeggia. Messaggio ricevuto.
"Resto da Flo a dormire. Non ti preoccupare. Ci vediamo domani."
Rimango per un attimo allibita rileggendo più volte quelle poche righe, come se nella rilettura potesse cambiare qualcosa.
Ha deciso di dormire fuori, senza nemmeno chiedermi il permesso?
Compongo immediatamente il suo numero per dirgliene quattro e obbligarla a tornare a casa senza indugio. Ma tutto ciò che ottengo è una vocina metallica che mi ripete:
"Servizio di segreteria telefonica. Il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile"
Ha spento il telefono? Non ci posso credere. Questo è davvero troppo. Non so più cosa fare con questa ragazza.
Flo è una delle più vecchie amiche di Erika. Si sono conosciute all'asilo e da allora sono sempre rimaste amiche. Sfortunatamente per me, hanno da poco traslocato e non ho idea di dove si trovi la loro nuova casa. Ma io non posso restarmene qui con le mani in mano, mentre mia figlia pensa di potere averla vinta con sua madre. E' una questione di principio. Ripescherò Erika ovunque si trovi e la costringerò a tornare a casa! Le farò capire una volta per tutte chi comanda in questa casa!
"Pronto Monica?"
"Signora Mancini?"
"Sì, sono io. Scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti se per caso tu sapessi dove abita Flo"
"Dove abita Flo? Non abita a un paio di isolati da casa vostra?"
"Abitava lì fino a un paio di settimane fa. Ma ora si è trasferita"
"Ah mi spiace. Non ne sapevo nulla"
"Tranquilla. Tu per caso non hai il numero di Flo?"
"Purtroppo no, signora Mancini. Io e Flo non siamo grandi amiche. Mi rincresce non poterle essere di aiuto"
"Figurati. Anzi scusa tu per il disturbo"
"Nessun problema. Tutto bene comunque? Come sta Erika?"
"Sì. Sì. Tutto bene grazie. Erika... Bene, spero"
"Signora Mancini, comunque se voleva andare a casa di Flo per avere gli appunti delle lezioni di oggi, se vuole glieli posso dare io"
"Gli appunti delle lezioni di oggi?"
"Sì. Se vuole, posso passarli io a Erika"
Inizio a pensare che qui mi stia sfuggendo qualcosa.
"Monica, Erika non era a scuola stamattina?"
"Come? Oh... Scusi signora Mancini, ho lasciato il soffritto sul fuoco. Devo scappare. Arrivederci"
Omertà scolaresca.
Mia figlia non è andata a scuola stamattina e alle tredici mi ha scritto che sarebbe rimasta a dormire da una sua amica, di cui sapeva che io non avevo né numero né indirizzo.
Il mio cervello va in tilt. I pensieri fanno le capriole cercando di dare una spiegazione a quello che sta succedendo, mentre cerco di non perdere del tutto la calma.
Vado in camera mia in preda a uno stato del tutto confusionale. Mi siedo sul letto e noto il cassetto del comodino semiaperto. Ero sicura di averlo chiuso. Lo apro e noto le mie carte rimestate. Manca qualcosa.
Il biglietto di Stefano. Manca il biglietto di Stefano. D'istinto salto in piedi e vado a controllare il barattolo dei risparmi. Mancano cinquanta euro. Corro in camera di Erika a controllare se manchi altro. La felpa verde che ama tanto. Sparita. Oh Erika. Dove sei andata?
"Pronto"
"Stefano, sei tu? Sono Gianna"
"Gianna? Perché non sei venuta qui con Erika? Mi avrebbe fatto tanto piacere rivedere anche te"
"Erika è lì?"
"Non più. Pensavo fosse tornata in albergo da te"
"In albergo da me? Ma di cosa stai parlando? Mia figlia è stata a casa tua oggi?"
"Gianna. Calmati per favore. Non capisco. Che sta succedendo?"
"E' quello che sto cercando di capire anche io! Sono tornata a casa dal lavoro più tardi del solito oggi e mia figlia non era a casa. Mi ha scritto che rimaneva a dormire da una sua amica. Ma ha il cellulare spento da ore. Cosa che non è da lei. E poi... e poi si è portata via dei soldi e la sua felpa preferita. E... Il tuo biglietto. Erika è venuta da te oggi?"
"Sì, Gianna. Mi dispiace. Io non ne avevo idea. Mi ha detto che eravate qui a Pisa insieme, ma che tu avevi preferito rimanere in hotel. È arrivata qui a mezzogiorno e mezzo. E' rimasta con me solo un paio d'ore, perché poi io dovevo tornare a lavoro. Ero convinto che fosse tornata da te"
"Perché è venuta da te? Che cosa ti ha detto?"
"Gianna, Erika ha bisogno di un padre. E' venuta qui da me, perché io sono quello che più si avvicina a un padre per lei. Mi ha chiamato papà per ben sei anni. Lo sai. E quando... bè... da quando io sono tornato a Pisa e tu mi hai impedito di mantenere i contatti con lei... Erika ne soffre Gianna. E ne soffro anche io. Perché non vuoi permettermi di starle vicino?"
"Oh ti prego, non ricominciare"
"Non lo dico per me, Gianna. Lo dico per il bene di Erika. Perché non le dici la verità?"
"Quale verità? Che il suo vero padre la considerava un parassita? E che quello che lei chiamava papà ha preferito seguire i suoi sogni piuttosto che stare al suo fianco? Come posso dirle una cosa del genere? Ad ogni modo ci sono cose più importanti a cui pensare ora! Stefano devi aiutarmi a ritrovare mia figlia!"
"Gianna stai tranquilla. Sono sicuro che presto la vedrai tornare a casa"
"E se non tornasse Stefano? Eh? Se non tornasse?"
"Prendo il primo treno per Milano. Puoi star certa che sono pronto a ribaltare l'intero Paese pur di ritrovare Erika!"
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Un desiderio dentro al cuore
General FictionUna madre. Una figlia. Le difficoltà di un'età difficile. La mancanza di comunicazione. Un segreto, che le porterà a perdersi. Saranno in grado di ritrovarsi? "Un desiderio dentro al cuore" nasce dall'aspirazione di affrontare un tema spinoso come...