Parte 24 Erika

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ERIKA

Guardo il paesaggio cangiante fuori dal finestrino di questo autobus semi deserto, mentre continuo a pensare a quanto è accaduto, a come mi sento, a Jay...

Una parte di me non fa che ripetermi che avrei fatto meglio a tornare a casa.

"Non ti è bastata l'esperienza di ieri notte, che altri guai vuoi avere?"

L'altra parte di me invece, risponde:

"Ma sei matta? Cosa pensi che ti dirà tua madre quando le racconterai quello che ti è successo? Non puoi tornare a casa!"

Ho troppa vergogna per raccontarle cosa mi è successo e ho troppa paura della sua reazione. Non potrei sopportare i suoi rimproveri e i suoi "Te l'avevo detto". Piuttosto che affrontare lei, preferisco sfidare l'ignoto e andare a cercare questo misterioso uomo sparito nel nulla da quindici anni, mio padre. Forse quando avrò ritrovato lui, tutto sarà diverso. Forse riuscirò finalmente a riempire quel vuoto che mi attanaglia da troppo tempo.

Sento gli occhi di Jay su di me, ma io non sono in vena di conversazione e fingo di non accorgermene. Dopo ieri notte non mi ha più perso di vista nemmeno per un secondo. Credo che si rimproveri ancora di non essere riuscito a evitare il fatto.

Come la melodia di un carillon, a tratti mi rigirano in testa le sue parole: "Mi dispiace... Tranquilla, ci sono qui io adesso".

Non riesco ancora a spiegarmi perché ci tenga tanto ad aiutarmi. So solo che è evidente che ce la sta mettendo tutta. E' davvero deciso a darmi una mano a ritrovare mio padre. Immagino sia il suo modo di "farsi perdonare".

Mi ha sommerso di domande su tutto ciò che ricordavo della mia infanzia, alla ricerca di qualche indizio da seguire. Non gli sono stata di grande aiuto. L'unica cosa che sono riuscita a ricordare, più per sentito dire che per ricordo reale, è che i miei primi anni di vita li ho passati in un paesino in campagna di nome Campo, frazione di San Giuliano Terme, non molto distante da Pisa, dove abitava e forse abita ancora, la zia di mia madre. Non avendo altre piste da seguire, ci siamo accontentati di questo. Ed è lì che siamo diretti ora.

Il tragitto è piuttosto breve. In poco più di venti minuti arriviamo a destinazione.

Scesi dall'autobus, ho una specie di déjà-vu. Mi guardo intorno e ho la sensazione di conoscere bene questo posto. Anche se la memoria non mi aiuta a ricordare nulla di preciso.

"Qual è il piano?" - chiedo a Jay curiosa di sapere come pensi di procedere.

"Come hai detto che si chiama la tua prozia?" - mi risponde lui assorto nei suoi pensieri.

"Maria... Maria Romeo"

"Ho guardato su google quanti abitanti ha Campo. Pare ci siano millecentosessantotto persone. Non sono molte..."

"Hai intenzione di chiedere a millecentosessantotto persone se conoscono una certa Maria Romeo?"

"Non a tutti. Basta trovare la persona giusta, per sapere quello che ci serve!"

"E come pensi di riconoscere la persona giusta?"

"E' facile... In tutti i paesi, tanto più nei paesini come Campo, c'è sempre la Perpetua del paese che sa tutto di tutti. Dobbiamo trovare lei! Quanti anni aveva tua zia quando abitavi qui?"

"Non ne ho idea"

"Hai detto che era la sorella di tuo nonno, giusto? Quanti anni hanno i tuoi nonni?"

"Non lo so Jay. Non ho mai conosciuto i miei nonni!"

"Ok! Allora ipotizziamo... Quanti anni ha tua madre?"

"Trentatré"

"Supponiamo che tua nonna abbia avuto tua madre quando aveva vent'anni, ora avrebbe almeno cinquantatré anni. Credo che la zia Maria abbia all'incirca la stessa età. Dobbiamo cercare una donna dai cinquantanni in su!"

"Sì, ma dove?"

"In chiesa! E' li che si trova sempre la Perpetua..."

Questo ragazzo avrebbe dovuto fare l'investigatore.

Arrivati alla chiesa Jay si avvicina a una signora anzianotta, appena uscita dall'edificio e sottovalutando la loquacità di una Perpetua, gli domanda a bruciapelo:

"Mi scusi signora, lei per caso conosce una certa Maria Romeo?"

"E voi chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti!"

"Siamo dei parenti"

"Impossibile. Maria Romeo non ha parenti che si facciano vedere da queste parti, all'infuori di una ragazzaccia, che si è rifugiata da lei per trovare riparo dalle voci del suo paese. Sa è arrivata qui che era incinta e non si sapeva chi fosse il padre. Ad ogni modo quella furfante, si è sposata con il nipote della Dora. Era di una famiglia per bene la Dora, prima che quello screanzato del nipote si sposasse con quella poco di buono! Ad ogni modo dopo all'incirca un anno dal matrimonio se ne sono andati a cercare la fortuna altrove e non si sono più visti. Povera Maria, è morta di dolore a essere abbandonata così! Dopo tutto quello che aveva fatto per sua nipote! Vedi come sono i parenti? Prima ti sfruttano e poi spariscono".

"Ma Maria Romeo abita ancora qui?"

"Te l'ho detto! E' morta di dolore!"

"E' morta?" - intervengo io chiedendomi se mia madre sia a conoscenza di questo fatto. Penso che dovrei dirglielo. Certo non ora. Da ieri non ho più riacceso il cellulare per evitare altre chiamate e messaggi. Continuo a interrogare la Perpetua: "Di cosa è morta?"

"Oh ma insomma! Siete sordi? Ho detto che è morta di dolore!"

"Ma non si muore di dolore!" - ribatte Jay spazientito.

"Oh sì invece!"

"Mi scusi signora", la interrompe nuovamente Jay, "Lei per caso sa da dove venisse Maria Romeo? Cioè prima di trasferirsi qui a Campo, dove abitava?"

"Certo che lo so! Era originaria di Soverato, ma prima di trasferirsi qui a Campo stava a Foligno. Credo abiti ancora un suo fratello da quelle parti..."

"Ma come mai Maria Romeo era venuta a vivere qui a Campo da sola?" - domando io, pensando ad alta voce.

"Oh ma lei non era venuta qui da sola. Si era trasferita qui col marito. Ma è rimasta vedova troppo presto, povera donna... E senza figli. Per quello si era attaccata tanto alla bambina della nipote, ma come vi dicevo..."

"Bene grazie signora. E' stata molto gentile", interviene nuovamente Jay, "Ora dobbiamo proprio andare, purtroppo! Ma grazie mille per le informazioni che ci ha dato!"

"Ah be sì andate. Andate. Ma chi avete detto che siete?"

Lasciamo cadere la domanda nel nulla e quasi scappando ci allontaniamo da lei.

La conversazione con quella donna mi ha lasciato piena di domande a cui avrei voluto dare risposta. Ho avuto la sensazione che lei sapesse molte più cose sul mio passato, di quante non ne sappia io stessa. Ma Jay ha insistito per proseguire con le ricerche, spiegandomi che delle Perpetue non ci si può mai fidare al cento per cento. Spesso aggiungono una buona parte di fantasia alla realtà.

"E ora che si fa?" - domando io a Jay ancora un pò sconvolta dalle parole di quella donna.

"Andiamo a cercare i tuoi nonni!"

Un desiderio dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora