Parte 15 Anno 2002

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GIANNA

Guardando indietro nel tempo, credo di poter dire che furono i diritti di Erika a unirci, per lo meno all'inizio.

Aveva preso l'abitudine di venirci a trovare nei pomeriggi in cui aveva meno da studiare. E in una di quelle occasioni, mi fece una sorpresa che cambiò la nostra vita. 

Con lo stesso entusiasmo che avrebbe avuto uno scienziato nell'aver scoperto la cura contro il cancro, mi disse:

"Gianna ho fatto delle ricerche e ho trovato quello che cercavo"

"Di che parli?"

"Leggi qui". Così dicendo mi porse un volume composto da fogli da lui stesso rilegati.

"Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza n. 26205/13; depositata il 22 novembre

L'obbligo dei genitori di educare e mantenere i figli (artt. 147 e 148 cod. civ) è connesso esclusivamente alla procreazione... così determinandosi un automatismo tra responsabilità genitoriale e procreazione... Il presupposto di tale responsabilità... è costituito dalla consapevolezza del concepimento..che..si compone di indizi univoci, quali, la indiscussa consumazione di rapporti sessuali non protetti all'epoca del concepimento..."

"Stefano non ci ho capito nulla, che significa?"

"Che dal momento che un uomo ha relazioni sessuali non protette con una donna, è consapevole del rischio di gravidanza. E questo lo rende responsabile nei confronti di un eventuale nascituro, che lo riconosca o meno. Piero sapeva che non utilizzavi nessun metodo contraccettivo?"

"Sì"

"Perfetto!  Questo significa che non potrà più sottrarsi alle sue responsabilità! La legge lo costringe a provvedere a sua figlia! E ti dirò di più, gli potremo chiedere anche i danni per essersene lavato le mani fino ad ora!"

"Stefano, mi stai suggerendo di fare causa a Piero?"

"Certo! E' un vostro diritto!"

"Ma io non so nemmeno dove sia Piero ora! E non sono sicura di volerlo ritrovare a essere sincera. Ci ho messo più di due anni per liberarmi dal suo fantasma. Non ce la farei a... Non ne voglio più sapere nulla di quell'uomo!"

"Gianna, perdonami se mi permetto. Posso immaginare che per te non sia facile, ma devi pensare al bene di tua figlia adesso. Devi mettere da parte i tuoi timori a vantaggio di Erika. E poi pensi che sia giusto che quell'uomo sia sparito, disinteressandosi completamente della sua prole? Per me sarebbe inconcepibile sapere di avere una figlia da qualche parte nel mondo e non desiderare di conoscerla! Non voler sapere come sta, se le manca qualcosa, non preoccuparmi di soddisfare i suoi bisogni! Piero deve pagare per il suo egoismo! Ed Erika ha diritto a ricevere un risarcimento per i danni che sta subendo dall'atteggiamento di suo padre!" 

Da buon aspirante avvocato, Stefano sapeva argomentare molto bene le sue ragioni. Ma le mie paure erano tante. Ricordavo fin troppo bene le parole di Piero: <<Non voglio saperne più niente né di te né di quel parassita che ti cresce in pancia" e la rabbia con la quale le pronunciò. Non mi sentivo abbastanza forte per affrontarlo di nuovo e continuavo a cercare scusanti per rinunciare ai miei diritti, ma Stefano era difficile da dissuadere. 

"Lo so Stefano. Tu hai ragione... Ma anche volendo come faccio a fargli causa? Con quali soldi lo pago l'avvocato? Lo sai che non me lo posso permettere"

"Di questo non ti devi preoccupare. Ti ricordi qual è il mio obiettivo? Aiutare chi non si può permettere un legale"

"Sì, ma tu non sei ancora avvocato"

"Ma lo diventerò...è solo questione di tempo. E nel frattempo possiamo sfruttare le mie conoscenze e fare tutte le ricerche del caso per ritrovare Piero e incastrarlo"

Entrò nella mia vita come paladino della giustizia. Faceva tutto per il bene di mia figlia, diceva. Fu la zia, la prima ad avere sospetti che dietro a tanto interesse non ci fossero solo motivi altruistici. Un giorno approfittando del sonnellino di Erika, mi avvicinò per parlarmi dei suoi dubbi.

"Gianna, non ti sembra strano che venga qui tutti i pomeriggi?"

"Zia, te l'ho detto, stiamo facendo delle ricerche per fare causa al padre di Erika"

"E c'è bisogno di vedersi tutti i pomeriggi per queste ricerche?"

"Ma perché, qual è il problema?"

"Nessun problema, spero solo che non sia un altro Piero..."

"Zia, Stefano non ci ha nemmeno mai provato con me. Non penso di interessargli in quel senso"

"Mi prendi in giro? Ma non vedi come ti guarda? E poi ricordati che nessun uomo si prende tanta pena per aiutare una donna, a meno che non abbia un interesse"

La zia la sapeva lunga. Aveva ragione, nessun uomo dedica tanto tempo a una donna, a meno che non abbia qualche interesse. Ma per mia fortuna, Stefano non era un altro Piero. Stefano era un ragazzo dal cuore nobile e con sani principi. Voleva fare le cose seriamente e non ci volle molto a convincere una madre sola che era stata respinta non solo dall'uomo che amava, ma anche da chi l'aveva messa al mondo, di quanto avesse bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei.

Un anno dopo si parlava già di matrimonio. Ma lo sbocciare del nostro amore non fu di alcun ostacolo al proseguimento delle nostre ricerche. Al contrario, ne fu forse la forza motivante. Essere alleati per uno stesso obiettivo, non faceva altro che unirci maggiormente. Non senza difficoltà, eravamo riusciti a rintracciare il nuovo indirizzo di Piero ed eravamo pronti a convocarlo tramite avvocato. Tuttavia, ci venne consigliato di tentare prima un approccio diretto, per dargli la possibilità di ravvedersi senza ricorrere da subito a forzature legali. Fu lì che mi bloccai di nuovo, davanti all'idea di ritrovarmi ancora al suo cospetto. 

Un desiderio dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora