Parte 17 Anno 2015 Gianna

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GIANNA


È notte. Continuo a rigirarmi nel letto con mille pensieri inquietanti che mi ronzano prepotentemente nella testa. La mia Erika non ha mai dormito fuori casa. Sola. In una città sconosciuta. Mi viene la tachicardia, se penso ai pericoli che ci sono là fuori. Solo qualche settimana fa, si è fatto un gran parlare di quell'uomo che con un martelletto frangivetri ha colpito in testa una ragazza che viaggiava sola in treno. Per cosa poi? Solo per rubarle la borsetta! Fa paura questo mondo! E la mia Erika... Oh Erika, perdonami!

Continuano a risuonarmi nelle orecchie le parole di Stefano:

"Spettava a te parlarle! Dovevi essere tu a dirle la verità! Sin dall'inizio. Se tu fossi stata onesta con lei da subito... Ora non ci troveremmo in questa situazione!".

Come posso dargli torto? Se solo avessi detto a Erika la verità sin dall'inizio, lei non avrebbe sentito il bisogno di scappare di casa per raggiungerlo. Sarebbe andato tutto diversamente... Ora lei sarebbe nella sua camera a dormire serena, senza nessuna domanda che le torturasse l'anima.

Sono stata io a farla crescere con l'idea che suo padre fosse Stefano! Sono stata io a non spiegarle le ragioni per cui l'ho allontanato, convinta che il mio amore per lei potesse rimediare a qualsiasi vuoto. Volevo solo proteggerla. Volevo risparmiarle le sofferenze che ho dovuto patire io. Quante cose si presumono erroneamente. A quanto pare il silenzio non è mai la soluzione migliore. Le spiegazioni che non vengono fornite, prima o poi vengono cercate. E le lacune che noi genitori non colmiamo, i figli cercano di riempirle a modo loro.

Sapevo che prima o poi le avrei dovuto dare spiegazioni. Ma speravo che quel momento potesse ancora aspettare. Mi ripetevo che era troppo presto per lei, che Erika non era ancora pronta. Ma la verità è che ero io a non essere pronta.

Non sopporto di restare qui sdraiata nel mio letto, mentre la mia bambina è la fuori.

Il maggiore Galli mi ha imposto di tornare a casa e cercare di dormire qualche ora. Mi ha mandato via con la frase: "Se non dorme, non riuscirà ad affrontare la giornata che la aspetta domani, signora Romeo. Per favore, torni a casa ora".

Dormire? Come si potrebbe mai riuscire a dormire, senza avere prima la certezza che la propria figlia sia al sicuro e che stia bene? Non ci sono mai riuscita, nemmeno quelle volte che è capitato che la lasciassi uscire con persone di fiducia e finché non la sapevo tornata a casa e sotto le coperte, i miei occhi restavano sbarrati, in aspettazione. Figuriamoci ora che non ho idea di dove sia, né con chi sia.

Il maggiore Galli, mi ha assicurato che le ricerche sarebbero partite immediatamente. La polizia di Milano, di Pisa e quella operante sulla linea ferroviaria sono già state allertate. Mi ha anche informato che Stefano sarebbe stato interrogato questa sera stessa, per fare maggiore luce sui fatti antecedenti la scomparsa.

Domani mattina dovrò tornare in caserma. Mi informeranno dei progressi fatti con le ricerche durante la notte. E probabilmente, secondo il maggiore Galli, riusciranno anche già a dirmi dove si trova Erika. Beato lui che è tanto positivo! Quanto vorrei che fosse vero! Ma la mia mente negativa, si prende gioco di me e mi ripete che sarà necessario attuare il piano Bi. Devo pensare a dove potrebbe essersi rifugiata Erika. Ho fatto una lista delle sue compagne di scuola e delle compagne di danza. Domani mi metterò a contattare ognuna di loro. Ma prima voglio parlare con Flo. Le migliori amiche di una ragazza sanno sempre più di quanto possa sapere sua madre.

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