Parte 14 Anno 2015 Stefano

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STEFANO

Mi aspettavo la solita giornata noiosa, tra lezioni e riunioni varie.

Da quando sono tornato a Pisa la vita scorre lenta e sempre uguale. Mi chiedo spesso come sarebbe stata la mia vita se avessi preso decisioni differenti, ma suppongo che ormai sia troppo tardi anche solo per pensarci.

Quando ho sentito suonare il campanello, pensavo che si trattasse di qualche venditore porta a porta. E invece quel: "Papà sono io", come un fulmine ha squarciato il mio intero universo, andando a risvegliare quei pensieri e sentimenti da tempo assopiti.

Mi sono precipitato giù dalle scale, ignorando il rischio di cadere, saltando i gradini due a due, per accorciare le distanze. Ho spalancato il portone con foga e sono corso verso di lei! L'ho abbracciata tanto forte da aver paura di romperla. Era così gracile. Tutta ossa.

"Erika. Erika. Quanto mi sei mancata bambina mia. Quanto ho desiderato questo giorno! Lasciati guardare. Come sei cresciuta! Quanto è passato dall'ultima volta, tre anni? "

"Cinque anni, papà. Non ci vediamo da cinque anni!"

"Hai ragione. Come passa il tempo! A volte non ci si rende proprio conto. Ma guardati! Sei diventata una donna. Sei bellissima! Ma dov'è tua madre?"

"E' rimasta in albergo".

Mi ha risposto con un tono infastidito, lanciandomi chiaramente intendere che preferiva cambiare discorso. Solo ora capisco il perché. Sua madre non era affatto in albergo.

Per tutto il tempo che è rimasta con me, era silenziosa e pensierosa, così diversa dalla bambina che conoscevo io. Quella bambina allegra e vivace, che non smetteva per un attimo di parlare.

Le ho proposto di pranzare insieme. Desideravo prepararle il suo piatto preferito: gli spaghetti alla carbonara. Ricordo quando era piccola, quanto amava cercare tra gli spaghetti tutti i pezzetti di pancetta e metterli in un angolo del piatto, per lasciare la parte più buona per la fine. Questa volta invece la pancetta l'ha scartata, troppi grassi, e ha smesso di mangiare molto prima di aver terminato il contenuto del piatto.

Non saprei dire cosa è stato a farla scattare, so solo che a un certo punto una banale conversazione si è trasformata in guerra.

Ogni sua parola era così carica di rabbia e odio nei miei confronti. Come se incolpasse me di ogni sua sofferenza. Il suo dito puntato contro ha risvegliato tutti i miei sensi di colpa più nascosti e ho reagito nel modo peggiore, solo per potermi difendere. Codardo! Invece di affrontare la cosa da uomo, ho cercato di distogliere da me l'attenzione, incolpando sua madre e tirando fuori la storia che non era una mia incombenza. Ma posso davvero dire di non avere responsabilità nei suoi confronti? Non è solo il sangue a renderci responsabili per qualcuno... Lei si fidava di me. Mi è venuta a cercare. Per lei, sangue o non sangue, sono io suo padre.

Non avrei dovuto lasciarla andare via in quello stato. Avrei dovuto correrle dietro e invece me ne sono andato a lavoro come se nulla fosse accaduto. Che imbecille! 

Oh Erika, piccola Erika. Dove sarai ora?

Sto setacciando l'intera città da più di un'ora, ma di lei nessuna traccia.

Ho provato a cercarla nel parco vicino a casa mia, in stazione, nel centro della città. Niente.

Dove andrei io se fossi un quindicenne arrabbiato in una città che non conosco? Forse io mi andrei a ubriacare. Ma spero che lei non sia come me.

Suona il cellulare. Accosto l'auto per rispondere:

"Pronto"

"Avvocato Stefano Mancini?"

"Sono io. Chi parla?"

"Sono il maggiore Galli della Caserma Ugolini di Milano. Dovrei rivolgerle qualche domanda in merito alla scomparsa di Erika Mancini, che ci risulta lei abbia riconosciuto come sua figlia nel 2003, mi corregga se sbaglio".

"Non sbaglia".

"La madre della ragazza, Gianna Romeo, dichiara che Erika si trovava con lei in data odierna fino alle quattordici e trenta. Conferma?"

"Sì, era con me".

"Signor Mancini, le devo chiedere di presentarsi presso la caserma dei carabinieri a lei più vicina immediatamente per un breve interrogatorio che ci aiuti a far luce sugli ultimi fatti antecedenti la scomparsa di sua figlia".

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Spazio autrice:
Ciao a tutti carissimi, grazie per continuare a seguirmi in questa mia nuova avventura e grazie infinite per tutti i vostri commenti e le stelline.
Ho pensato di scrivere una parte dal punto di vista di Stefano per dare voce anche a lui, per capire meglio il suo personaggio.  Avete apprezzato o pensate sarebbe stato meglio continuare a leggere solo dal punto di vista di Gianna ed Erika? Grazie in anticipo per i vostri commenti.

Un desiderio dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora