ERIKA
Cammino per la strada come una zombie, senza una meta ben precisa.
Sono stanca. Sono stanca di piangere e di disperarmi. Sono stanca di lottare e di non sentirmi amata. Sono stanca di farmi domande su chi sia mio padre e sul perché mia madre non mi abbia mai detto la verità. Sono stanca della vita.
Quasi d'istinto mi dirigo verso il bordo di una strada che si affaccia su uno strapiombo. C'è un muretto protettivo non tropo alto, su cui decido di testare la mia capacità di equilibrio. Dopo qualche passo mi fermo, volgo lo sguardo sul burrone. Scruto il vuoto davanti a me, è così attraente. Mi dà l'impressione di essere capace di inghiottire ogni cosa e di farla scomparire. La fine di tutto al mio cospetto.
"Hai deciso di farla finita?" - mi distoglie dai miei intenti una voce che mi sembra di riconoscere.
L'inaspettata intromissione mi destabilizza. Mi sbilancio. Perdo l'equilibrio. Ma prima che io possa spiccare il volo, lui mi afferra per la felpa impedendomi di cadere e mi tira a sé, di nuovo sulla terra ferma.
"Sei troppo carina per morire così"
Mi stacco da lui bruscamente e ignorandolo riprendo a camminare.
"E' questo che sei venuta a fare a Pisa? Con tutti i posti che ci sono per morire, perché proprio Pisa?" - mi domanda continuando a tallonarmi.
Mi fermo e guardandolo fisso negli occhi, gli urlo: "Mi vuoi lasciare in pace?!"
"Ti ho appena salvato la vita, ragazzina. Almeno un po' di riconoscenza"
"Avresti fatto meglio a farti i fatti tuoi! Che ci fai qui? Come mi hai trovato?"
"Non vorrei che mi considerassi uno stalker, ma... Ti ho seguito. Solo per proteggerti, sia chiaro. In caso ce ne fosse stato bisogno"
"Ma che carino! Da quanto tempo è che mi segui?"
"Da quando sei scesa dal treno"
"E sei rimasto fuori dalla casa per due ore, mentre io pranzavo?"
"Non avevo nulla di meglio da fare"
"Quindi ti sei anche goduto lo spettacolo della fuga e dei pianti isterici"
"Mi dispiace. Non volevo ficcare il naso nella tua vita. Volevo solo proteggerti. Te l'ho detto"
"Proteggermi? Ma si può sapere chi sei e cosa vuoi da me?"
"Te l'ho detto. Sono Jay. E non voglio niente da te, solo aiutarti!"
"Perché?"
"Perché mi incuriosisci"
"Quindi tu ti metti a seguire tutte le ragazze che ti incuriosiscono per fargli da bodyguard?"
"Non tutte. Solo quelle che dormono in stazione e che saltano la scuola per andare a trovare i loro padri"
"Come fai a sapere che ho dormito in stazione? Ma da quanto tempo è che mi pedini? Tu sei davvero uno stalker!"
"Possiamo parlarne davanti a un tè caldo?"
"Io con te non vado da nessuna parte, stalker!"
"Ok. Allora te lo spiego qui. Ma stai calma, ok?! La stazione è il mio territorio. Ti ho vista qualche tempo fa, la notte che hai dormito lì. Conosco tutti i senzatetto, gli scappati di casa e i membri delle gang della zona e tu eri una faccia nuova. Mi ha sorpreso vederti lì. Stamattina quando ti ho rivista al binario che correvi per prendere il treno per Pisa, ho deciso di seguirti per capire chi eri".
"Tu hai problemi seri. Dovresti farti curare!"
"Lo diceva sempre anche mio padre, prima di abbandonarmi" - mi dice lui abbassando lo sguardo, che d'un tratto si fa cupo e triste. Una fitta allo stomaco, mi toglie il respiro. Mi torna il magone. Posso respirare nell'aria la profonda sofferenza che ci unisce. Per un attimo riaffiora la Erika buona e gentile che, con un filo di voce, gli chiede:
"Tuo padre ti ha abbandonato?"
"Sì. Quando avevo undici anni"
"Il mio invece se n'è andato quando ne avevo otto. O meglio, quello che, fino a qualche ora fa, credevo fosse mio padre"
"Buffo. Accomunati dallo stesso destino. E' per questo che piangevi? Perché hai scoperto che non è tuo padre?"
"Non ne voglio parlare"
"Come preferisci. Mi dici almeno come ti chiami?"
"Erika. E tu... Che razza di nome è Jay?"
"Il mio vero nome è Giacomo. La Jay è l'iniziale di James. Giacomo in inglese. Mi piace. Fa cattivo"
"Se lo dici tu" - mi rendo conto di avere abbassato le difese. Ma una persona che ha sofferto tanto quanto me, non può essere tanto cattiva.
"A che ora devi tornare a casa?"
"A casa? Non ci voglio tornare. Non ora"
"Ottimo. Allora puoi venire con me"
"E dove?"
"A conoscere il mondo e a vivere mille avventure"
In fondo cosa ho da perdere? Anche se fosse un assassino psicopatico, il peggio che possa accadere è che mi faccia fuori. E in questo momento mi farebbe pure un favore.
Senza ulteriore indugio, gli rispondo:
"Perché no?"
e ora sono io a seguire lui.
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Un desiderio dentro al cuore
General FictionUna madre. Una figlia. Le difficoltà di un'età difficile. La mancanza di comunicazione. Un segreto, che le porterà a perdersi. Saranno in grado di ritrovarsi? "Un desiderio dentro al cuore" nasce dall'aspirazione di affrontare un tema spinoso come...