Parte 13 Anno 2015 Gianna

219 41 29
                                    

GIANNA

Raccolgo tutte le mie forze per rialzarmi in piedi e dirigermi senza ulteriore indugio dai carabinieri.

Suono più volte incurante dell'irritazione che la mia frenesia potrebbe suscitare. Sono le dieci e mezza di sera. Staranno mangiando o chiacchierando. Dopo qualche interminabile minuto, finalmente ricevo in risposta un brusco:

"Chi è?"

"Devo denunciare una scomparsa"

"Entri" - dice la voce rude e distaccata.

Si apre il portone di fronte a me dandomi accesso a un lungo corridoio. Titubante mi spingo in avanti, incerta di dove debba entrare. Finché sento una porta aprirsi e la voce di prima che mi richiama:

"Signora, siamo qui"

Mi trovo davanti un giovane sui venticinque anni, pallido, con le occhiaie. Sembra già stanco della vita.

"Si accomodi" - mi intima - "Il maggiore la riceverà a breve".

Passano più di dieci minuti e inizio a sentire la pressante sensazione che si siano dimenticati di me. Vado a bussare sul vetro dietro al quale dovrebbe trovarsi l'incaricato della reception. Ma la saletta è vuota e buia. Continuo a bussare, senza alcun esito. Dopo un tempo indefinito, sento finalmente dei passi, il ragazzo di prima, dopo avermi fulminato con lo sguardo per non esser rimasta seduta in silenzio ad aspettare, mi invita a seguirlo per i corridoi dell'ufficio, fino ad arrivare in una stanza con una scrivania ricoperta di scartoffie, una penna senza tappo abbandonata sopra uno dei tanti documenti e un computer in standby, sullo schermo dei pesciolini virtuali che nuotano senza posa tra le bollicine finte.

"Si sieda lì, il maggiore sta arrivando"

Per fortuna il maggiore non tarda più di qualche secondo, non sarei riuscita a reggere ulteriore attesa.

"Maggiore Galli" – mi porge la mano e stringe la mia con vigore – "Lei è?"

"Gianna Romeo"

"Le devo chiedere di mostrarmi un documento di identità, per favore".

Gli tendo la carta d'identità e lo osservo mentre ne raccoglie visivamente i dati.

"Cosa la porta qui a quest'ora, signora Romeo?"

"Ho motivo di credere che mia figlia sia scappata di casa"

"Nome della ragazza?"

"Erika Mancini"

"Anni?"

"Quindici"

"Ottimo, un altro caso di adolescente che scappa di casa. Da quanto tempo è scomparsa la ragazza?"

"L'ultima volta che l'ho vista è stata stamattina. Io sono uscita per andare a lavoro e lei sarebbe dovuta andare a scuola. Ma ho scoperto oggi pomeriggio che non ci è andata. E' stata a Pisa a casa del mio ex marito. A quanto lui stesso mi ha riferito, è stata a casa sua fino alle due e mezza. Ma da quell'ora in poi è sparita. Ha il cellulare spento. Non riesco a rintracciarla. Non torna a casa. E pare che fosse parecchio arrabbiata quando ha lasciato la casa del mio ex marito. Maggiore, mi dovete aiutare! Ha solo quindici anni!"

"Signora Romeo, capisco la sua agitazione. Ma le devo chiedere la cortesia di cercare di calmarsi. E' sicura che non si tratti di un caso di controversia su affidamento di minore? Non vorrei che sua figlia si trovi in realtà a casa del padre, mentre lei la dà per dispersa"

"Maggiore Galli, Erika non è nemmeno sua figlia! E se proprio lo vuole sapere, il motivo per cui ho ragioni di credere che mia figlia sia scappata, è proprio che quel...che il mio ex marito le ha rivelato senza troppo tatto di non essere suo padre"

"Signora Romeo, come immaginerà ho bisogno di interrogare anche il suo ex marito per ricostruire la dinamica dei fatti antecedenti la scomparsa. Mi favorisca le generalità del suo ex marito, per cortesia"

"Stefano Mancini, residente in via Ciro Ravenna 12, Pisa"

"Mancini ha detto?"

"Sì, ha lo stesso cognome di mia figlia! Io ero una ragazza madre e lui quando ci siamo sposati, ha riconosciuto la bambina come se fosse stata sua, dandogli il cognome. Sa all'epoca eravamo convinti che saremmo per sempre rimasti insieme, come una famiglia unita e felice!"

"Mi scusi per un attimo"

Esce lasciandomi sola in lacrime. Credo che l'abbia fatto più per considerazione nei miei confronti che per altro, probabilmente per darmi il tempo di ricompormi. Ma non riesco a frenare il pianto. Non mi sono mai sentita così sola in vita mia. Mia figlia è scomparsa e non ho nessuno al mio fianco a tenermi la mano o a infondermi coraggio. Nessuno che mi ami abbastanza per esser qui con me quando più ne ho bisogno.

Un desiderio dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora