Capitolo 13

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Harry.





Quella mattina mi svegliai con un forte mal di testa che mi faceva pulsare le tempie in modo incredibile. Il sole filtrava dalla tapparella e mi colpiva sul viso, rendendomi di fatto impossibile svegliarmi con calma. Mi alzai per cercare qualche pillola, quando notai un bicchiere ed una bottiglia d'acqua sul comodino, in controtendenza rispetto alle mie abitudini: non bevevo mai di notte.

Mi balenò in mente la sera precedente, come mi ero sciolto davanti a Louis vestito in quel modo quando l'avevo visto arrivare e come avevo bevuto quel drink azzurro. Poi solo dei ricordi confusi.

Speravo che Louis non mi avesse lasciato guidare in quelle condizioni, così mi affacciai al cortile e ci vidi la mia auto, prima di accorgermi di un post-it sulla scrivania.



"Sono dovuto scappare, ma non volevo svegliarti. Ti ho riportato l'auto come promesso.

Ti voglio bene, Louis."



Louis aveva dormito con me ed io ero troppo ubriaco per ricordarlo? Mi schiaffeggiai mentalmente promettendo a me stesso che non avrei più bevuto così tanto.

Cosa gli avevo detto per farlo restare?

Mi avviai verso il bagno, dove allo specchio vidi una specie di scherzo della natura: colorito pallido, occhiaie da sbronza, capelli arruffati e labbra rosso vivido. Scoprii anche di avere il pigiama addosso e mi chiesi se fosse stato Louis a mettermelo o ero stato almeno in grado di reggermi in piedi. Nel primo caso, probabilmente mi sarei sotterrato dalla vergogna di lì a poco.

Gli mandai un veloce messaggio, sperando che potesse spiegarmi qualcosa.



"Grazie per ieri sera, anche se non ricordo per cosa"

"L'importante è che ora lo sappia anche io"



Faceva l'enigmatico, eh?



"Ti ho per caso detto che saresti stato molto carino a rimanere? Perchè quello lo penso anche adesso" digitai.

"Anche quello che mi hai detto lo pensi anche ora, fidati"

"Bhè, se mi dici cos'è potrei ripeterlo da sobrio. Sai, varrebbe il doppio" tentai.

"In vino veritas, Harry"

"Allora, ora tocca a te"



Non voleva dirmelo? Bene, ora sarebbe toccato a lui fare la prossima mossa e io morivo dalla voglia di sapere quale fosse.

Nel pomeriggio cercai di studiare qualcosa, prima di uscire con Niall ed andare a mangiare dal giapponese dietro casa mia. Dal mio messaggio, di Louis nessuna traccia.

Ero emozionato come un bambino il giorno di Natale perchè ormai avevo capito che anche a Louis interessavo, altrimenti non avrebbe litigato con Zayn in quel modo pur di difendermi. La sera dovetti prepararmi una doppia tazza di camomilla per calmarmi e riuscire a prendere sonno tranquillamente.

Non mi aveva detto nulla, ma con quel silenzio, Louis stava creando suspance e attesa per qualcosa che ancora non sapevo e speravo di scoprire il più presto possibile.





Zayn.





Avevo fatto altre due gare nei giorni successivi e le avevo vinte entrambe. Il pubblico stava cominciando a ricordare chi fosse Zayn e sempre più gente mi applaudiva all'arrivo, quando scendevo dall'auto come vincitore.

Dopo ogni corsa andavo da Liam, sentendomi comunque in colpa per aver corso quando mi era stato chiesto di stare lontano da quel mondo, anche se a chiedermelo era stata una persona che nel mio mondo non ci stava da un po'. Mi odiavo perchè continuavo a provare rimorso ogni volta che sfrecciavo: non me ne importava più nulla di lui, quindi perchè non riuscivo a fare lo stesso con quella stupida promessa?

Landslide || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora