Capitolo 15

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Louis.





Per tutto il percorso di ritorno dal lago avevo lasciato parlare Harry: mi aveva raccontato dell'università, di sua sorella Gemma, di Niall e alcuni episodi della sua infanzia. Io semplicemente lo guardavo a tratti negli occhi ed a tratti studiavo il movimento dolce delle sue labbra.

Probabilmente dall'esterno avevo uno sguardo sognante, ma anche lui lo aveva quindi non mi importava più di tanto. Ci fermammo in una radura a mangiare i panini che avevo preparato per entrambi, o meglio: a cercare di mangiare i panini tra un bacio e l'altro, prima di proseguire verso casa mia.

Volevo davvero chiedergli di restare da me, anche se ero tremendamente in imbarazzo, nonostante lui lo avesse già fatto con me.



"Se vuoi farti una doccia, io devo preparare i letti degli ospiti per questa sera" gli dissi una volta arrivati a casa.

"Va bene, ma non spiarmi" disse scherzando.



Non sapeva quanto avrei voluto farlo, quanto avrei voluto perdermi ad osservare le linee marcate dei suoi muscoli.



"Qui quello che spia sei tu, a quanto mi risulta" dissi alludendo alla prima volta.



Lui diventò rosso in un istante prima di rivolgere lo sguardo alle sue scarpe che sembravano essere diventate all'improvviso la cosa più importante.



"Harry, sto scherzando. Non volevo metterti in imbarazzo"

"Non l'ho fatto apposta" si scusò.

"Lo so. Spero almeno ti sia piaciuto quello che hai visto" dissi prima di terminare con una risata.



Lui non rispose e così gli portai degli asciugamani per la doccia.



"Ci vediamo dopo" dissi prima di fare le scale per sistemare le camere, continuando comunque a pensare alle sue guance rosse.





Harry.





La doccia mi aveva sicuramente calmato parecchio dopo le uscite di Louis. Gli avevo detto che toccava a lui fare qualcosa, ma ehi, le battute maliziose erano il mio repertorio!

Dopo la doccia mi misi i vestiti di ricambio che avevo portato da casa e Louis sembrò accorgersene subito.



"Ehi ricciolino, da dove arrivano quei vestiti?" mi chiese sorridendo, come se gli piacessero parecchio.

"Da casa mia, mi ero portato il cambio" spiegai candidamente.

"Sei partito con l'idea di restare, quindi?"

"In realtà lo speravo" ammisi.

"Lo spero anche io" mi disse semplicemente di rimando. Non se la sarebbe cavata così.

"Dovresti chiedermelo" incalzai.



Lo vidi muovere le mani nervosamente prima di avvicinarsi a me e baciarmi senza preavviso, velocemente, senza darmi il tempo di realizzare.



"Ti va di restare qui con me, Harry?"

"Con molto piacere" dissi prima di riportare le mie labbra sulle sue.



Mi spinse delicatamente all'indietro fino a farmi arrivare in salotto, dove mi fece cadere sul divano senza troppe cerimonie, raggiungendomi l'attimo dopo. Era bello come finalmente si fosse sciolto, prendendo l'iniziativa quando aveva voglia di baciarmi senza che fossi sempre io a doverlo fare. Iniziò a ridere nel bacio e fece ridere anche me, impedendomi di controllare le mie labbra, cosa non molto funzionale in quel momento.



Landslide || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora