Capitolo 27

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Zayn.



Dovevo ammettere che la relazione tra Louis e Harry stava andando abbastanza bene, sicuramente meglio di come mi aspettavo. Che mi fossi completamente sbagliato su Harry non era possibile, ma forse ero stato fin troppo duro e questo lo ammettevo.

Era comunque colpa sua se avevo ricominciato a correre e sfidare la sorte quasi tutti i giorni, perchè era colpa sua se avevo litigato con Louis.

Sapevo che in realtà non era direttamente colpa sua e avrei potuto trovare altri mille modi di scaricare la rabbia e la frustrazione se avessi davvero voluto, ma accusavo lui per scaricare le colpe dalla mia coscienza. Sapevo che se Louis l'avesse scoperto si sarebbe sentito tradito e ne avrebbe avuti tutti i motivi, ma semplicemente non ero capace di farne a meno: le corse clandestine erano diventate come una droga.

Tutti i miei vecchi amici mi avevano ormai riaccolto nel loro gruppo e non potevo tirarmi indietro, di nuovo. Inoltre guadagnavo anche abbastanza da potermi permettere di non fare nient'altro, almeno finchè avessi continuato a vincere come spesso riuscivo a fare.

Quel giorno era prevista una gara di prova intorno alle 23, così io e Shahid ci presentammo sul posto verso le 21, in tempo per controllare la mia auto ed eventualmente apportare delle modifiche con calma. Shahid era la persona di cui mi fidavo di più all'interno del giro: tutti lo chiamavano "Naughty Boy" per i suoi trascorsi non proprio puliti, ma sapevo che non mi avrebbe mai lasciato solo se mi fossi trovato in pericolo. Era il mio co-pilota, sempre al mio fianco nelle gare importanti. Grazie a lui avevo evitato di finire in un burrone e perfino di essere arrestato, quella volta in cui corremmo per il versante della montagna coperto di boschi per più di 40 minuti pur di sfuggire alle auto della polizia.

Ero sdraiato sotto la mia auto tenuta sollevata da terra dal cric, controllando la tenuta del motore ultimamente un po' troppo traballante per i miei gusti, quando un enorme trambusto mi investì. Tutti urlavano nervosamente di scappare e nel breve tempo che impiegai ad uscire da sotto l'auto, tutti erano scomparsi lasciandomi da solo con un paio di agenti in divisa.

Cazzo.

Tentai di scappare dal retro, venendo acchiappato dal capitano che conoscevo piuttosto bene dopo essere stato denunciato da un coglione per possesso illecito di droghe leggere, solo perchè mi ero rifiutato di vendergliele ancora dopo che non mi aveva pagato per 4 volte.

Mi immobilizzarono al muro, incrociandomi le braccia dietro la schiena e tenendole ben ferme con le manette. Ancora una volta, mi ero fatto incastrare e questa volta non sembrava esserci Shahid a tirarmi fuori dai guai.

Arrivammo in centrale pochi minuti dopo e venni fatto sedere su una sedia di legno piuttosto malconcia, all'interno di una stanza bianca con un tavolo al centro.

Ero solo.

Aspettai per un'infinità di tempo che qualcuno arrivasse, girovagando per la stanza e facendo le smorfie al vetro oltre cui io non potevo vedere, ma che ero sicuro nascondesse qualcuno che mi stava fissando.

All'improvviso un agente sconosciuto entrò all'interno della stanza, obbligandomi a sedermi di nuovo.



"Malik Zayn Jawaad, 22 anni, nato a Bradford?"

"Sì" confermai.

"Le devo dire che con mio grande dispiacere non possiamo arrestarla, in quanto non siete stati colti in flagranza di reato e quindi per la legge non siete colpevoli. Rimane comunque iscritto nella sua fedina penale il tentativo di resistenza a pubblico ufficiale"

"Quindi?" chiesi esitante.

"Quindi se ha qualcuno che paghi la sua cauzione, è libero" disse alzandosi e uscendo dalla stanza.



Landslide || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora