6. La piccolina

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Dovevo spingere per riuscire a passare ed essendo pure una nuova arrivata,  ero costantemente seguita dagli sguardi  di tutti
Che situazione.
Camminavo a testa bassa per evitare di incrociare gli sguardi dei ragazzi e delle ragazze.
Ma perché diavolo mi stavo comportando così?
Va bene essere un pò timidi all'inizio, ma non a questi livelli!
Anzi no. Non andava bene fare la timida, già questa mattina avevo fatto una figuraccia.
Non avevo niente per cui essere imbarazzata, per l'amor di Dio, non avevo mica la schiena curva, un paio di seni piccole e una faccia da topo.... Tutto il contrario.
Avevo le gambe lunghe e sottili con un'accenno di curve nei punti giusti del corpo... Ero alta più di un metro e settanta, un bacino piccolo e stretto, un seno non troppo volgare, una schiena dritta, un bel viso, il corpo ricoperto di particolari lentiggini... senza contare che non si vedevano molto spesso ragazze con i capelli di color carota.
Così facendo un bel respiro alzai la testa e guardai in faccia tutte quelle che mi osservavano e mi lanciavano sguardi.
L'aula si trovava al primo piano e per raggiungerla avrei dovuto sfilare davanti a tutti, armata di tranquillità, pace e di sicurezza.
Con le mani che si stringevano a pugno e si aprivano per far circolare meglio il sangue.
Che al momento mi si era bloccato nel cervello.
Quando passavo i ragazzi smettevano di parlare e mi guardavano mentre le ragazze si mettevano a sghignazzare ancora più forte.
Io me ne infischiavo dei i loro sguardi.
Non mi sarei fatta intimidire da nessuno sguardo... nessuno apparte il suo.
Il ghiaccio prese il posto del sangue nelle vene e le dita iniziano a formicolarmi, come se fossero prossime a staccarsi.
Mi bloccai sul posto e non riuscii più a muovermi. I piedi sprofondavano nel terreno, come se stessi camminando sulle sabbiemobili.
Ero incollata con i piedi sul posto e le persone iniziarono a muoversi a rallentatore, spintonandomi per passare. Le gambe non mi tremavano, ma sembravano avere lo spessore di un ramoscello.
Sembrava tanto un miraggio, così appoggiato agli armadietti con le braccia conserte, con quell'aria da duro sul viso che faceva risaltare la sua rigidità.
Gli occhi puntati su di me.
Sarei potuta scappare a nascondermi se solo i miei piedi fossero riusciti a partire.
Ti aspettavo
Spalanca gli occhi. Chi aveva parlato?
Dinuovo. Stavo sentendo dinuovo le voci. Stavo impazzendo era possibile che sentissi fantasmi intorno?
Mi girai su mestessa cercando la persona che aveva parlato.
Nessuno sembrava essere stato. O almeno tutti parlavano ma nessuna pareva aver parlato a me.
Mi girai per inchiodare il ragazzo misterioso con lo sguardo ma lui era... Puff... sparito.
Un'altra volta.
Sembrava che lo facessi apposta per farmi impazzire.
Si mostrava e poi spariva, assomigliava tanto al cartone animato che guardavo da piccola, quello dei due fratelli che costruivano sempre cose magnifica che la sorella cercava sempre di farle vedere a loro madre, ma senza successo...
Tornando alla vita vera.. Continuavo a pensare che fosse una specie di apparizione.
L'angelo, che vedevo io e solamente io.
"Stargate" Gregor
"Gregor mi hai quasi fatto venire un infarto!" dissi tirandogli un pugno sulla spalla.
"Magari e porca puttana,  piantala di tirarmi i pugni " disse lui.
"Che spiritoso" dissi voltandomi verso gli armadietti.

The Break-La Rottura [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora