14. Nonna

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Crollai senza alcuna grazia sul sedile del passeggero della lunga auto di Rox.
Io avevo il fiatone e lei gli occhi verdi scuri sbarrati.
Eravamo la coppia vincente.
Il respiro mi mancava e quel poco che restava mi usciva dalla bocca come uno spiritello sfuggente.
Il petto coperto da più strati di tessuto si alzava ed abbassava senza un ritmo ben definito. Le mani mi tremavano mentre stringevo la borsa di pelle, che mi ero messa in grembo.
"Dove diavolo eri finita?" mi chiese subito, dopo essersi girata sul sedile del guidatore verso di me.
Io, Roxanne la conoscevo da meno di un giorno, di conseguenza non la conoscevo così bene da essere sicura della mia affermazione, ma potevo dire con quasi assoluta certezza che quella sera si fosse davvero tirata a lucido.
Indossava un meraviglioso vestito di color rosso. Era stretto, ma più si allontanava dalla vita e più diventava largo e il tessuto molle formava delle delicate curve, che valorizzavano le sue lunghe e sottili gambe.
La parte superiore al piccolo elastico nero, che le segnava il girovita, era stretta, tanto che riuscivo a vedere il motivo che abbelliva il reggiseno di pizzo che portava sotto. Indossava anche dei tacchi dodici, neri, tutti brillantati, che si abbinavano sia al cinturino nero sul vestito, che al cerchietto poco sottile che aveva tra i capelli piastrati alla perfezione. Il vestito le arrivava, venti centimetri più in su del ginocchio.
Sopra al vestito dalle spalline sottili, portava un leggero gillet nero, che la copriva quasi per niente.
Il trucco era abbastanza sobrio.
Non ne aveva fatto abuso.
Si era anche messa della terra rosa sulle guance, la quale le faceva risaltare gli zigomi poco sporgenti. Stava molto bene.
"Perché mi fissi?" domandò lei.
"No, niente, stavo guardando come ti sei vestita"
"Perché! Sto male?!"
Mi fece paura il modo in cui lo disse, sembrava davvero preoccupata.
"Nono. Stai davvero bene" la rincuorai.
Sembrò sollevata, tanto che rilassó le spalle che fino a qualche secondo fa, erano diventate rigide.
"Se posso chiederlo..." mi fissó con gli occhi scuri colmi di curiosità "...perché ti sei vestita, così? In questo modo così elegante"
Mi parve di vedere la morte sul suo viso.
"Elegante? Sembro una vecchia non è vero?! Ahhh! Lo sapevo avrei dovuto prenderlo più corto e più sexy! Penseranno che sono la nonna di qualcu..." l'afferrai per le spalle e prima di iniziarla a scuotere come una pignatta, le mie mani vennero invase da un forte, fortissimo calore.
"Ti vuoi calmare un'attimo. Per l'amor di Dio. Datti una calmata!"
"Come faccio! Sembro tua nonna, con sto vestito"
La scrollai di nuovo.
"La vuoi smettere? Ti ho solo chiesto perché ti sei vestita così. Mica ho detto che stavi male, anzi sei davvero bella."
"Prima di tutto metti giù le mani" disse ridendo e allontanandomi dalle sue spalle. "E secondo non bisognerebbe alzare mai le mani sulle nonne"
Sbuffai e lei rise.
"Mi sono messa questo coso, perché volevo portarti a ballare e poi, quando esco con le ragazze mi metto sempre qualcosa che non dembri una divisa da quattro soldi del
Mondo di Patty, come la divisa scolastica, ma piuttosto un vestito da Notte degli Oscar"
Abbassò il riscaldamento dell'auto, e lo portó da 20° a 16°.
Ma era matta?
C'era un freddo dell'anima e lei girava in vestitino corto, spalle e gambe a nudo, senza una giacca... Che avesse un vulcano sotto pelle?
Rox mi guardò dopo essersi sistemata il rossetto per la sediciesima volta e mi disse:
"Tu piuttosto dove sei finita?"
Le sorrisi e sbuffai.
"Beh, dopo che ti ho attaccato in faccia, ho avuto la splendida e sana idea di uscire dalla porta sul retro"
Roxanne guidava lungo la mia stradina sterrata, tenendo le mani salde sul volante.
Le stavo raccontando come avevo fatto ad uscire da casa, senza farmi vedere da nessuno.
"Mmm..giusto" mi incitó lei a continuare mentre cambiava marcia.
"Ah giusto" imitai la sua voce facendola ancora più acuta.
"Sai se lo avessi saputo anche io che avevi la possibilità di uscire dalla porta sul retro, te lo avrei detto anche io di uscire da li" disse rallentando e lasciando passare l'auto che stava uscendo da una via secondaria "Non è che ho la piantina di casa tua" continuò.
"Te l'ho già detto che hai la faccia da psicopatica?" le domandai allora.
Lei accelerò e mi guardò storto.
'Ho allacciato la cintura di sicurezza?' tirai la cinghia nera 'okay, allacciata'
"No ma grazie per il complimento" disse Rox facendo una faccia rarrabbiata, mentre usciva finalmente dalla  stradina sterrata.
"Prego. Nn c'è di che" sorrisi scherzosamente.
Roxanne lasciò cadere lì, il discorso e accese la radio, come musica di sottofondo.
Subito l'abbassai.
"Rox, ti dispiace se l'abasso ancora un po, ho un mal di testa. Non mi sono nemmeno cambiata le tenti a contatto"
Gli occhi mi bruciavano, tanto che pensavo di averli anche rossi.
Come se avessi pianto.
We,we.
"Se ti allunghi dietro puoi prendere la mia borsa che è poggiata sui sedili posteriori" ero tutta orecchie già allungata all'indietro "ci ho messo dentro un Moment"
Mi bloccai e tornai seduta.
"Che c'è?" mi chiese lei, rivolgendomi una veloce occhiata prima di tornare a guardare la strada poco illuminata.
"Non posso prenderlo. Sono allergica a qualcosa che c'è dentro al Moment. Mi fa gonfiare la faccia e non c'è modo di farla sgonfiare se non una di quelle belle punture..."
"Ahhh. Non parlarmi di aghi che vado a sbattere" disse lei come scossa da un brivido, probabilmente volontario.
Rimanemmo in silenzio fino a che non ci immettemmo nella strada cementata, che portava alla civiltà.
"Bé, Stargate, mi sa che te lo dovrai far passare in qualche modo" la guardai "Stasera si Sboccia"
"Che ho fatto di male... Almeno, Roxanne mi vuoi dire dove stiamo andando?" le chiesi per la centesima volta. Ero riuscita a fare quella stessa domanda, almeno trenta volte in un minuto.
Lei fece finta di non avermi sentito. Un'altra volta.
"Continui a stare zitta?" la guardai storto, ma da lei nessun segno di vita.
"Ah, è così, quindi" dissi incrociando le braccia e puntando i piedi sul tappetino del l'auto, come se così fossi stata in grado di frenare la vettura.
"Rox, santo Dio, mi rispondi?"
Ora mi stava davvero dando fastidio.
La radio era stata spenta dalla sottoscritta, quando alla terza canzone avevo preso in considerazione l'idea di sbattere la testa contro il finestrino. Nell'abitacolo non c'era alcun suono se non la mia voce... perlomeno quando richiamavo sulla Terra Rox.
Erano ormai dieci minuti che andava avanti così. Da quando mi aveva informata, che
stasera sarei "Sbocciata".
"Ho le labbra cucite" dicendo così allegramente e scherzosamente, mimó il segno di una zip che si chiudeva.
Almeno aveva parlato. Non aveva detto niente che mi potesse consolare, ma qualcosa almeno lo aveva detto.
"Wow. Quindi non sei stata afflitta da MutismoSenile (parola inventata dalla mia mente insana) "
Nessuna risposta.
"Oddio. Ti prego non ricominciare"
Come gesto di nervosismo, digrignai i denti, unaltra volta, tanto da farmi male.
Roxanne sbandó dalla sua corsia invadendo quella opposta. Gridai quando fummo a meno di due passi da un'altra auto che viaggiava in senso opposto al nostro. Rox con una manovra altrettanto fulminea, (forse anche troppo) , tornò nella sua metà di strada. La mia testa andò a colpire violentemente la plastica laterale.
"Ahhhh. Perché non sono rimasta a casa?!" sussurrai.
"Non farlo più"
Ero terrorizzata, il cuore mi batteva a tutto volume nel petto e nelle orecchie. Tenevo una mano, completamente aperta sul vetro del finestrino, adesso appannato a causa della condensa, mentre l'altra mano teneva stretto il poggiatesta del sedile di Rox.
Avevo il fiatone.
Come se fossi tornata dalla maratona di New York.
"Ma sei matta! Che cazzo hai visto!! Un fantasma?! Per poco non ci fai uccidere entrambe!"
Devo ammettere, che non ero più in me.... A dire il vero non sarei mai dovuta salire nemmeno in auto con un'estranea.
Lo capivo solo ora.
Tirai un lungo sospiro.
"Non farlo più" continuò a ripetere Rox con la voce quasi ipnotica e le mani strette così forte sul volante da farle sembrare biancastre le nocche.
"Non fare più cosa?? Cosa?" le domandai agitata.
"Non digrignare i denti così forte!! Mi fai diventare pazza!!" mi urlò in faccia lei, con gli occhi gialli.
Mi bloccai allibita.
Aveva gli occhi gialli.
Ma non gialli a causa della luce.
No. No.
I suoi occhi brillavano. Al buio.
Di un giallo intenso e brillante.
"Cosa diavolo...?"
Distolse lo sguardo, ma non prima di averli rifarli brillare.
Tornò a guardare la strada di nuovo zitta, come se non fosse successo niente.
'Sei stanca, Star. Non facciamo una tragedia. Ti succede spesso si vedere cose che non ci sono'
Accesi la radio per smorzare la tensione, anche se io stavo per morire di mal di testa.
Fissai Rox, ma i suoi occhi erano dinuovo del loro colore naturale.
Verdi scuri.
'No......gialli......'

The Break-La Rottura [Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora