17.Sprite

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L'enorme locale si divideva in più zone:
C'era il bar, dove quattro persone vestite di rosa, preparavano i cocktail dietro a un lungo bancone in marmo nero, luccicante e poi c'erano i salottini, dove le persone che avevano già ordinato si potevano sedere su comode poltrone di color viola, mentre aspettavano i camerieri, vestiti di rosso, che portavano loro le ordinazioni.
C'era la pista, anche se, a dire il vero, altro non era che lo spazio tra il bancone nero del bar ed i salottini.
I camerieri per non finire tra le persone che ballavano, con i vassoi stracolmi di bicchieri fragili, prendevano un'altra strada. Un piccolo ponte, nero ,che era stato costruito dal proprietario, apposta per loro.
L'accesso era ovviamente vietato ai clienti. Passavono dietro al bancone, salivano alcune scale e poi via sul ponte, finendo proprio nei salottini.
Efficace ed inteligente.
In mezzo alla pista c'erano due cubi, di color argenteo, che per la maggior parte delle volte erano usati come poggia birre, ma il vero scopo di queste era farci ballare sopra le ragazze.
Belle, nude, prosperose ragazze.
C'era una gabbia, con le sbarre, a lato del bar, aveva la grandezza di due tre uomini e la profondità di cinque, su uno sfondo rosso. Al momento era vuota, ma sinceramente non faticavo ad immaginarne l'uso.
Non poteva mancare l'enorme sfera formata da tanti, tantissimi pezzi di specchi di diversa grandezza, che inevitabilmente, pendeva dal soffitto.
Appena si usciva dal corridoio scuro, la prima cosa in assoluto che si notava era appunto questa sfera, e la secondo era un balconcino, al momento vuoto, sporgente al di sopra dei divanetti.
Io da esaltata, avevo fatto il giro di tutto il locale, mentre Roxanne, si era annoiatamente accomodata su uno degli sgabelli al bar. Mi fissava, mentre se ne stava li a sorseggiare il suo cocktail, con una strana faccia.
Mi fissava, come si fissa il cane che si lascia in libertà al parco, con la paura addosso, che possa andare a pisciare da su qualche cestino.
Cosa che, detta tra noi, sarei anche stata capace di fare.
"Visto tutto?" mi domandò, con un sorrisetto stampato in faccia non appena fui a portata d'orecchio.
"Mmm. Per ora mi accontenteró"
"Bene" disse sorridendo.
Rox, ascoltava la musica, battendo il piede contro il bancone, per tenere il ritmo.
"Non sapendo cosa ti piacesse, ti ho preso una semplice Sprite" disse con la sua cannuccia gialla in bocca.
"Si, va benissimo" le risposi sedendomi sullo sgabello accanto al suo, non appena se ne fu andata una tipa con i capelli ricci, che ci stava seduta.
I ragazzi dietro al bancone si muovevano in sincronia, mossi dal ritmo incalzante della musica. Ma non tutti, c'erano due o tre ragazzi che non stavano al passo degli altri.
'Cavolo'
"Ah, sai Rox, oggi chi ho incontrato?"
"Stargate, non riesco ancora a leggerti nella testa" mi confessò sbuffando.
Le risposi con una linguaccia.
"Chi? Sentiamo" Lasciò la cannuccia, che si rivelò tutta ammucchiata.
"Tuo fratello" mi guardò storto "Era a casa mia sta sera"
"Come al solito. No?" bevve un altro sorso e poi mi guardò.
"Ma dimmi...." sembrava seria e io allora lo divenni.
Mi allungai verso di lei per sentire meglio"...È vero che assomiglia ad una marmotta??"
"Sei seria?" le domandai divertita
"Serissima. Ho persino chiesto allo zoo più vicino di controllare che non mancasse nessun animale, dalle gabbie" usava un tibro di voce alto, per farsi sentire.
"Ma che simpatica" la presi in giro
"Lo so, lo so" rispose con la cannuccia in bocca
"Sei davvero cattiva, con lui" il barista venne da me con un sorriso stampato in faccia e la Sprite in mano. Gli feci un cenno di ringraziamento
"E no, mi spiace distruggere questa tua convinzione, ma non assomiglia minimamente a una marmotta"
Lei si acciglió, triste.
"Ricordami di comprarti degli occhiali prima o poi" disse mollando la cannuccia mangiucchiata
"A dire il vero gli ho gia" le dissi dopo averne bevuto un sorso
"Ora no" mi fece notare lei, indicandomi il viso.
"Invece si, ho le lenti a contatto. Sono abbastanza cieca...."
"Stargate, sei simpatica" mi mandò un bacino con la bocca "ma io non ho intenzione di passare la serata seduta sullo sgabello di questa discoteca a sorseggiare il mio cocktail mentre tu ti metti a raccontare della tua scarsa capacità visiva"
"Okay, signorina" dissi ammutolendomi
"Non ti offendere, vorrei solo scatenarmi un po... Dai" mi fece il labbruccio, girandosi sullo sgabello.
"Okay, hai ragione" concordai con lei
"E poi siamo circondate dai bei ragazzi" fece un saluto oltre alle mie spalle, con un gesto sexy "...partendo dai baristi"
"Il Dj?" le domandai guardandomi attorno.
"Mmm è un tipo in gamba. Se ora ti sembra che ci sia tanta gente, aspetta di vedere quando arriverà!" disse facendo un cenno al barista che tornò subito da lei, svelto come una scheggia.
"Oddio. In che casino mi sono cacciata??" dissi con le mani nei capelli.
"Sei stata tu ad infilarti qui dentro. Non è colpa mia" Disse lei ridacchiando al ragazzo muscoloso con la maglia rosa dietro al bancone.
"Ma era tuo compito fermarmi, ad ogni costo se necessario!!" mi lamentai bevendo e poi sbattendo la lattina sul bancone.
"Un calcio dritto nei denti sarebbe bastato??" mi domandó facendo con le braccia delle strane mosse ninja
"Sinceramente" la fissai e lei fissò me annuendo "no, penso che nn sarebbe bastato"
Rise per la mia battuta.
O per alcol ingerito.
"Dai approfittiamo della "poca gente" e scateniamoci" saltò giù dallo sgabello in una maniera non troppo agile.
Ebbi addirittura paura che potesse cadere, così tesi le braccia verso Rox, ma fu lei e non io ad afferrarla. Mi strattono giù dallo sgabello e mi trascinó in posta.
C'era una marea di gente, e non sapevo come facesse Roxanne a non inciampare con quelle scarpe. Eppure riusciva a sculettare e a dimenare i fianchi, più di quanto riuscissi a fare io con ai piedi le scarpe da ginnastica.
Inizió a dimenarsi affianco a me in pista.
Quando lo vidi.
Non era possibile che fosse lui.
Oddio.... No.
Lo era.
Spingemmo con forza la massa di corpi che ci circondavano, e quando fummo a pochi passi l'uno dall'altro, ci rendemmo davvero conto di chi avevamo davanti.
"TU" dicemmo all'unisolo.

"Che ci fai qui?" ripetei sconvolta
"No, tu, che ci fai qui, Stargate" disse Gregor andandomi a finire addosso dopo che dei ragazzi dietro, lo avevano spinto involontariamente.
"Dovevi essere a casa, tu" mi rimproveró con voce grave e seria.
"Perché tu no invece, non sapevo che mamma ti avesse dato il via libera per andare dove volessi" mi misi una mano sul fianco.
"Senti non rompere il cazzo" mi liquidó
"Violet, è rimasta a casa da sola, con una donna che non conosciamo!" gli urlai addosso, rendendomi solo adesso conto che era un problema bello grosso.
"Ma smettila. Quella donna tiene la maggior parte dei bambini di Marcy Falls, va a pulire in casa di persone che le lasciano le chiavi di casa 24h su 24" disse con non curanza.
"Io,dovevo uscire, per accompagnare Aiden, qui al Delirium" mi disse, voltandosi alla ricerca dell'amico, ma invano.
"Anche io, ho accompagnato un'amica. Rox mi ha chiesto di uscire e mi ha portato qui" gli dissi, anche se era parzialmente una bugia dato che era stata lei a "chiedermi" di uscire ma ero stata io ad insistere per entrare qui, e non il contrario.
Gregor non sembrava tanto contento.
Mi guardò con aria meravigliata e anche un po incazzata.
"Rox ti ha portato qui?!" sembrava stupito se non incredulo "Dov'è adesso?"
Mi voltai "Non lo so" annuncia tranquilla, non volevo che si incontrassero, dalla faccia che stava facendo Gregor trasudavano talmente tante emozioni cattive che non riuscivo a distinguerne nemmeno una.
"Non le ho messo un cerca persona addosso" gli dissi e prima che riuscisse ad aprire bocca e sputarmi veleno addosso, Rox si materializzó.
"Tranquilla, non ce ne sarà bisogno. Sono qui" spinse due ragazze e incespicando arrivo affianco a me.
"Che succede" mi domandó. Non aveva ancora notato Gregor ed io senza dire niente, rizzai un dito verso di lui.
"Greggg!!" urlò in segno di saluto alzando le braccia allargate.
Io rimasi zitta ed impassibile.
"Ciao, Roxanne"
Eccola lí, la faccia da cretino.
"Gregg, che ci fai qui?" urlò di nuovo senza sapere poi cosa dire...
imbarazzata, agitta, guardandosi in torno in cerca di una via di fuga.
"Ho accompagnato Aiden" disse tranquillo, nutrendosi della paura di "non so cosa", che Rox trasudava.
"Ah" esclamò prima di parlarmi con i denti stretti per non farsi sentire da Gregor, anche se dubitavo che con la musica cosi forte sarebbe stato in grado di sentirci.
"Non doveva essere a casa" parlò con i denti stretti, mentre il mio fratellastro non si staccava da noi.
"Appunto doveva..." le risposi con un sorriso falso stampato in faccia.
Greg sorrise e disse "Cosa vi dite?" incrociò le braccia massiccie davanti alla giacca nera di pelle.
"Niente. Affari tra donne" disse Rox sorridendo e tornando a fare la "normale".
Io stavo letteralmente bucando Greg con lo sguardo.
Si voltò e mi fissò "Ma qui, di donna,ne vedo solo una"
"La tua simpatia non tramonta mai, vero?Dalla sera alla mattina" gli risposi seccata.
"Mi sa proprio che è l'ora di andare e poi mi sta venendo un mal di testa" disse Rox mettendosi una mano sulla fronte.
"Sarebbe la cosa più furba da fare,Roxanne" disse secco Gregor, fissando Rox negli occhi, facendo abbassare il suo sguardo. Sembrava che lei avesse fatto qualcosa che lo avesse infastitito a tal punto da mimare una ringhiata con la bocca.
"Stargate, vattene a casa" imitai divertita la voce di Gregor, mentre stavo dritta con la schiena, davati a lui "Bla. Bla. Che rottura di cazzi. Stattene un po zitto tu" gli puntai un dito contro il petto.
"Non puoi obbligarmi, a fare quello che non voglio. Ne abbiamo già parlato mi sembra" accennai alla discussione del giorno stesso.
"Vuoi proprio litigare, con me eh?" disse Gregor, sbuffando dal naso.
Non sentivo niente di quello che diceva ma riuscivo a leggergli le labbra.
Avanzai fino ad arrivargli proprio davanti, a un palmo dal suo naso, riuscivo quasi a respirare la sua stessa aria.
Roxanne si sentì chiamata in causa e afferrandomi per un braccio, mi trascinó indietro, proprio mentre Gregor gonfiava il petto.
"Stai attenta, sorellina" boffacchió.
"Sorellastra"
"Devo andare a casa tanto, ma prima sarò felice di riaccompagnare tua sorella a casa" disse portandomi in dietro.
Io ed il mio fratellastro non smettemmo un'attimo di fissarci.
"È stato un piacere vederti Greg" lo salutò Rox con la mano mettendo però tutta la forza nel tirare il mio braccio.
"Ciao, Roxanne" disse veloce Greg e sparì nella mischia, che si era aperta giusto il tempo di farlo passare, per poi richiudersi subito dopo il suo passaggio

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