19.Sonno facile

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"Non mi avevi detto che tuo fratello faceva il dj" dissi così di punto in bianco, mentre Rox accendeva l'auto.
Quando eravamo uscite dal locale, il buttafuoria ci aveva salutato cordialmente, e poi aveva continuato a fare il suo lavoro.
C'erano più ragazzi di quando eravamo entrate, tutti vestiti eleganti.
Avevamo percorso rapide la strada al contrario e quando arrivammo davanti al LoveChocolate lo avevamo trovato chiuso.
"Che farfugli?" mi rispose lei, mettendosi la cintura, invogliandomi a fare altrettanto.
"Ho visto tuo fratello, era dentro al Delirium" le rivelai, mentre la mia amica, faceva velocemente retromarcia e usciva senza intoppi dal parcheggio.
"Come fai a dirlo?" domandò infine, volgendomi un veloce sguardo prima di tornare a guardare la strada.
"Mmm mmm" dissi mordicchiandomi il labbro con insistenza "L'ho visto. Ne sono qausi sicura, gli assomigliava. "
"Ohh. Ma ne sei proprio sicura, del fatto che fosse proprio lui?" mi disse concentrandosi sulla strada.
Sorrisi sapendo di avere ragione "Haha si, se si chiama Aiden"
Le scoppiò in una risata sonora e divertita "Ahhahah"
Le stavano venendo le lacrime agli occhi.
"Che c'è?" le chiesi io a quel punto. Lei continuava a non rispondermi.
"Hahha. No, niente..." disse allora accelerando "...mi viene da ridere perché mio fatello non si chiama Aiden" disse giardandomi.
"Scherzi?" le domandai.
Ero convintissima di aver conosciuto il fratello di Rox oggi, e adesso lei faceva precipitare tutte le mie convinzioni?
"Perché dovrei"
Aveva anche ragione.
Perché dire una bugia??
"Ah" dissi allibita.
"Haha, già. Aiden, il tipo con i capelli chiari e occhi verdi?" chiese dubbiosa
Annuì anche se sapevo che non poteva vedermi "Si dai ti assomiglia un pochino" aggiunsi
"Io non direi proprio" disse scetticamente lei.
"Io sono unica ed inimitabile" disse alzando il mento, come una dama di corte.
"La stanchezza ti da alla testa" le dissi
"Puoi ben dirlo, la musica così forte mi ha quasi fatto saltare i timpani" ammise
"Poverina, ma vedrai che un po di sonno aggiusterà tutto" mi rassicuró, fermandosi per far passare un'altra auto.
"Lo spero. Non posso ancora crederci..." dissi sconvolta, infilandomi le mani nei capelli "...domani ho scuola e sto rientrando tardi a casa"
Il viaggio fu veloce e dopo aver salutato e ringraziato Rox, avevo tirato fuori le chiavi di casa ed ero entrata dalla porta principale, sicura di non trovarci dentro Gregor.
In un'altra circostanza, mi aveva detto, che da sempre nascondeva un mazzo delle chiavi di casa, sotto una pietra finta e così, in caso di emmergenza eccomi a ricorrervi.
La baby-sitter, che mia madre aveva trovato, era seduta sul divano in sala e stava guardando alla tv uno strano programma di cucina cinese.
"Salve" la salutai, chiudendo la porta alle spalle.
"Ciao, tu devi essere la figlia di Kara"
rispose lei, girandosi
"Si, si sono io"
"Finalmente di ritorno" aggiunse dopo
"Scusi, se lho fatta restare oltre al suo orario" le dissi davvero dispiaciuta.
"Figurati, è il mio lavoro. Adesso però ho proprio bisogno di un bagno bello caldo" mi rispose, alzandosi e raccogliendo il maglioncino bianco che aveva poggiato sul bracciolo
"Scusi ancora, ci siamo attardate un po" continuai.
"Ti ripeto, non c'è alcun problema" disse scacciando le mie parole con un gesto dalle mani.
"Violet?" le domandai togliendomi la giacca.
"Oh, Violet ha mangiato benissimo ed è stata bravissima tutto il tempo. Le ho fatto assaggiare anche le carote tagliate sottili e fritte" disse spegnendo la tv.
"Eh?" volli sapere.
"Le ha mangiate tutte. Ma non ne ho fatte tante perché troppe le avrebbero anche potuto far male, essendo fritte"
"Sono contenta che le siano piaciute" dissi mentre sfilavo l'ultima delle due scarpe.
"Mmm....oh, l'ho messa a letto subito dopo aver guardato dieci, quindici minuti di Peppa Pig. Appena le ho rimboccato le coperte, ha chiuso gli occhietti ed è crollata" disse infilandosi la giacca bianca e mettendosi in spalla lo zainetto.
"Ha il sonno facile, a differenze della sorella" le confessai, accompagnadola alla porta.
"Dai, almeno sta sera ti sei scaricata per bene fuori e scommetto che appena sarai sdraiata nel letto, dormirai" mi disse sorridendo.
"Lo spero proprio. Le auguro una buona serata" le dissi aprendole la porta.
"Ed io a te, un buon sonno"

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