7. Chiavi

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Le due ore con il professore Prince erano passate, non posso dire velocemente ma erano passate.
"arrivederci" ci salutò mentre i ragazzi si ammassavano tutti verso l'uscita e poi uscivano nel corridoio. Mi ero dimenticata di chiedere a Gregor di darmi le chiavi della motocicletta per tornare a casa, così adesso ero obbligata a cercarlo.
Sapevo che queste ore avrebbe avuto storia ma non sapevo la classe, così mi ritrovai a consultare la tabella delle ore, nell'aula dei professori cercando tutte le professoresse di storia che erano ancora a scuola e che stavano facendo lezioni nelle classi dalla terza alla quinta.
Dopo aver perquisito i piami di tutte le classi, salii al secondo, trovandomi  davanti alla porta di una certa professoressa Spears.
Mi sistema la gonna e bussai:
"Prego" disse la voce femminile. Apri la porta e rivolsi lo sguardo alla professoressa.
"salve" mi salutò quest'ultima quasi pelata mentre scriveva una mappa concettuale di storia alla lavagna. "Buongiorno, scusi se la interrompo, ma stavo cercando, Gregor Collins"
"Collins?" disse la donna facendo un cenno con la testa dietro di se, mi voltai per cercarlo con lo sguardo e lo beccai subito.
"Eccomi" disse alzandosi in piedi dall'ultimo banco con l'aria di vera preoccupazione sul viso. Mi avviai dopo aver avuto il permesso della professoressa.
"Gregor, scusami ho bisogno delle chiavi della motocicletta" gli dissi tutto d'un fiato. Sembrava che gliavessi chiesto in regalo per il prossimo compleanno la Luna, perché mi guardó con una faccia...
"Non se ne parla nemmeno" mi rispose lui diretto
"Perché le vorresti?" chiese poi
"Ogni tanto ce la fai a dire "si,Stargate" senza aggiungere altro? " dissi mettendomi una mano sul fianco come ero solita fare quando mi arrabbiavo, o ero sulla buona strada.
" No, non posso dirti di sì"
"Andiamo, devo solo tornare a casa, non ce la faccio a fare a piedi tutta quella strada. Ci metterò come minimo un'ora" dissi stringendo i denti per non mettermi a urlare davanti a tutti, anche se a dirla tutta il mio tono di voce era più che alto.
"Beh allora tanto vale che mi aspetti, cicciottina" disse stravacandosi sulla sedia.
"stai scherzando vero? Che dovrei fare per un'ora intera" gli domandai
"Ed io che ne so" rispose dandomi come risposta un'alzata di spalle.
Il ragazzo che era seduto davanti al mio fratellastro si girò verso di noi e disse.
"Ti accompagno io se ti va, dolcezza. Tanto non avevo più voglia di stare in classe"
Non ebbi il tempo di dire niente che Gregor gli lanciò l'astuccio in testa, facendolo voltare all'istante.
"Dai ti prego" lo pregai afferrandolo per un braccio, mettendolo così in imbarazzo.
Sapevo che il contatto fisico lo avrebbe messo un po in difficoltà... Gli succedeva sempre.
Non ci toccavamo molto, non ne abbiamo mai avuto le possibilità. Noi non siamo come quei fratelli, che si abbracciano, coccolano e si baciano sulla fronte o guancia... Non siamo nemmeno come come quei fratellastri, che vanno daccordo e interagiscono con calma e serenità per la felicità dei loro genitori.
Per quanto ci provi non funziona....
e per quanto mi dispiaccia vedere mia madre con il viso deturpato dalla disperazione quando ci separa, quando stiamo per passare dalle parole alle mani... Non posso farci niente.
Ogni contatto ci da fastidio, un po come quando ti accorgi di avere un capello in bocca, una ciglia nell'occhio, le orecchie tappate...
O un dito nel culo.
Anche se il contatto ha le migliori intenzioni, sistemare una ciocca dietro l'orecchio, sistemare un ciuffo ribelle... Bloccare con la mano uno dei due... È fastidioso.
"Non me la cavo male nel giudirla e lo sai. So guidare. Non succederà niente. Promesso..."
"Stargate..."
Qualcosa di luccicoso, sotto il suo banco attrasse la mia attenzione.
Ohhhhh.
Il mazzo di chiavi.
Ora, una brava ragazza non le avrebbe mai rubate...
Per fortuna che io...
non lo ero proprio per niente.

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