Levi (20)

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Era da giorni che ci pensava: Eren si stava comportando in modo strano.
All'inizio Levi non ci aveva fatto caso, ma quella settimana trascorsa senza vederlo gli aveva dato il tempo di riflettere. Il dubbio si era rafforzato quando, dopo avergli scritto «Qual era l'ultima domanda che stavi per farmi?», la risposta di Eren era stata un semplice «Non la ricordo più».
Forse era solo una sua impressione, ma per l'ennesima volta gli era sembrato che quella domanda fosse importante. Non era la prima volta che succedeva: anche prima di chiedergli come facesse a sapere come baciare, Eren si era bloccato, rabbuiandosi per un attimo. E poi, durante tutto quel mese, ogni volta che i loro baci si facevano più intensi, a un certo punto Eren sembrava spegnersi, come se all'improvviso tutta la determinazione con cui iniziava si dissolvesse per qualche ragione.
Levi aveva il forte sospetto che qualcosa lo stesse frenando. Ma perché non gliene parlava? C'era forse qualcosa che non andava in lui?
Scacciò il pensiero con fastidio. Non era il tipo da farsi domande del genere, eppure si ritrovava a riflettere più del dovuto.
Si il capo e guardò il telefono. Eren gli aveva scritto.
«Sono al lavoro.»
Quella settimana si erano incrociati solo al bar e si erano visti alla riunione di condominio. Per il resto, Eren si era tenuto alla larga. Gli aveva detto che doveva studiare per il prossimo esame, che non voleva arrivare impreparato come l'ultima volta. Poi aveva aggiunto di dover andare da Armin, che aveva avuto un problema, e che, in quanto suo migliore amico, non poteva certo lasciarlo solo.
Levi spalancò gli occhi.
Il processo.
Aveva completamente dimenticato il processo.
Una fitta di malessere lo colpì all'improvviso. Si passò una mano sulla fronte e si sentì improvvisamente debole.
«Stai bene? Sei pallido.»
La voce di Erwin lo riportò alla realtà. Sentì una mano fresca poggiarsi sulla sua fronte, per poi ritrarsi quasi subito.
«Sei pazzo o solo stupido? Hai la febbre alta.» si preoccupò il collega.
Febbre? Lui? L'ultima volta che si era ammalato doveva avere più o meno l'età di Eren.
«Sei sicuro?» domandò, dubbioso.
Erwin sbuffò.
«Sicurissimo. Possibile che non senti nulla?»
Levi si concentrò. In effetti, si sentiva uno schifo, ma aveva dato la colpa allo stress.
«In realtà sento solo il vuoto.»
«Perfetto. E magari ti senti anche debole, assonnato, con un vuoto allo stomaco e hai freddo?»
Levi sgranò gli occhi.
«Sei impossibile! Anche nella febbre non cambi mai.»
«Ho mai avuto la febbre quando stavo con te?» chiese Levi, confuso.
Cercò di ricordare se negli ultimi tre anni fosse mai stato male, ma non gli venne in mente nulla.
«Sì, qualche mese dopo che ci siamo messi insieme. Mi hai fatto penare parecchio: ti era salita a 39,5 e non sapevo se portarti in ospedale o no.»
Oh, fantastico. Non solo si sentiva di merda, ma ora anche la testa iniziava a girargli.
«Ho un processo da affrontare» mormorò. «Un cappotto e tanta buona volontà, e sono a posto.»
Provò ad alzarsi, ma Erwin lo fermò con decisione.
«Nemmeno per sogno. Hai la febbre alta, ora ti alzi e vai a casa senza fare storie. Al processo penso io.»
Levi si sentì ancora peggio. Non perché fosse in disaccordo, ma perché, all'improvviso, lo stomaco gli si contorse in un senso di nausea feroce.
«Forse è meglio se mi accompagni a casa» mormorò, portandosi una mano alla bocca.
Vide Erwin scomparire per un attimo, poi ricomparire con un secchio, giusto in tempo perché Levi vomitasse l'anima.
Si sentì patetico.
«Ora sì che posso portarti in macchina senza rischi» commentò Erwin, sollevando un angolo della bocca.
Gli pulì il viso con un fazzoletto, poi Levi poggiò la fronte sulla sua spalla.
«Il processo...» sussurrò, debolmente.
«Levi, chiudi quella bocca, mi fai girare i coglioni.»
Sorrise debolmente.
«Mi mancava la tua sincerità.»
Si aggrappò a lui come un koala mentre Erwin lo sollevava in braccio. Levi sapeva che, in condizioni normali, si sarebbe imposto di camminare da solo, anche in punto di morte, pur di non farsi prendere in braccio. Ma con Erwin era sempre diverso.
«Hai ancora le chiavi di casa mia?» chiese una volta davanti alla porta del suo appartamento.
«Ne riparliamo quando sarai lucido.»
«Non lo sono già?» rise Levi.
«No, per niente.»
«Da cosa lo deduci?»
«Dal fatto che ti sei fatto portare in braccio senza protestare, che non mi hai scannato per le chiavi e che hai appena riso. Non ti riconosco più nemmeno io.»
Levi si nascose nel cuscino, ridacchiando piano.
«Che idiota.»
«Sono serio.»
«Ti giuro che te la farò pagare.»
Erwin gli diede un bacio sulla fronte.
«Ti ho solo visto per quello che sei davvero.»
«Divertente.»
Levi lo prese per il colletto della camicia, poi tornò serio.
«Il processo...»
«Levi, piantala.»
Sentì il tono di Erwin abbassarsi.
Lo guardò fisso. Aveva voglia di baciarlo, un istinto improvviso, insensato, alimentato probabilmente dalla febbre.
Erwin sospirò.
«Levi, no.»
Come al solito, lo aveva capito al volo.
«Chi ha detto che volevo baciarti? Stavo solo per chiederti il secchio.»
Appena pronunciò quelle parole, Erwin lo prese di peso e lo portò in bagno giusto in tempo.
Quando riaprì gli occhi, si sentì confuso.
«Ehy, finalmente! Pensavo fossi morto del tutto.»
Perché vedeva Eren? Stava avendo allucinazioni?
«Tutto bene? Sono corso qui appena ho potuto» disse il ragazzo, preoccupato.
«Che ci fai qui?» chiese Levi, titubante.
«Mi ha chiamato il tuo collega, Erwin, giusto? Mi ha detto di venire perché lui aveva un impegno urgente e non voleva lasciarti solo.»
Levi sospirò.
«Ti senti meglio? Hai la febbre alta, 39 pieni.»
«Parli troppo» mormorò Levi.
«Scusa... È solo che mi hai fatto preoccupare.»
Eren gli accarezzò la fronte.
«Hai le guance arrossate.»
«Mi starò trasformando in te, allora.»
Eren arrossì a sua volta. Levi sorrise appena, poi gli pizzicò il fianco.
«Armin sta bene?»
Eren lo guardò sorpreso, poi scoppiò a ridere.
«Ti prego, moccioso, ho la testa che scoppia.»
«Scusa, scusa. Sta uno schifo, non ai tuoi livelli, ma non se la cava bene.»
Levi alzò un sopracciglio.
«Cosa vuoi insinuare?»
«Che sei adorabile.»
Gli stampò un bacio sul naso.




Cosa è successo?
Non lo so 😱! Avevo in mente un percorso, ma il capitolo che è appena uscito non corrisponde per niente a quello che avevo pensato.
A volte escono e basta (?????)
Vi piace?
Levi, Levi, quando deciderai chi scegliere?
Dice di aver già scelto e poi per poco non si butta fra le braccia di Erwin
•Tch! Taci, ero debole•
Come vuoi.
Ci si vede al prossimo capitol people! ❤️❤️❤️

Il mio primo amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora