Era già passato un mese da quando lui cercava di stare con quel tizio antipatico. O meglio, da quando tentava di convivere con lui. Ogni giorno era una continua frustrazione. Levi brontolava per ogni cosa e ormai nemmeno un semplice pezzo di carta lasciato sul tavolo sembrava essere tollerato. Per lui, il salotto non doveva mai sembrare più disordinato della sua stanza. Ogni oggetto doveva essere messo a posto, ogni abitudine doveva essere sottoposta a discussione. E come facesse a sopportarlo, lui non ne aveva idea.
«Ehi, dove vai?» chiese Levi, alzando lo sguardo dal libro.
«In bagno», rispose, sospirando.
Le tre settimane trascorse insieme erano state strane. Più che una relazione, sembrava di condividere l'appartamento con un coinquilino invadente. Non voleva essere cattivo, sapeva che Levi era fatto così, ma tra di loro non c'era nulla che assomigliasse a un rapporto intimo. Eppure non poteva negare che la sua timidezza lo costringesse spesso al silenzio, facendolo restare inerte di fronte alle sue continue osservazioni.
Quando tornò in salotto, si lasciò cadere sul divano, lasciando fuoriuscire l'aria che aveva trattenuto nelle guance.
«Qualcosa non va?» gli chiese Levi, senza alzarsi dal suo posto.
Strano, non lo rimproverò nemmeno per il modo in cui si era lanciato sul divano.
«Nulla», rispose distrattamente.
«Hai già finito di studiare?»
Perché doveva sempre parlare di scuola, lavoro, o casa? Perché non potevano mai parlare di altro?
«Sì», sbuffò, irritato.
Dentro di sé, la rabbia ribolliva, pronta a esplodere da un momento all'altro. Non sapeva più come reagire.
«Qual è la cosa che preferisci mangiare, moccioso?» chiese improvvisamente Levi.
Si girò di scatto, fissandolo perplesso, incapace di credere che Levi stesse facendo una domanda che non riguardasse i soliti argomenti.
«Perché questa domanda?» rispose, incredulo.
«Non so quasi nulla di te», rispose Levi, scrollando le spalle, sedendosi composto.
La sua mente iniziò a lavorare, a raccogliere i frammenti di informazioni su di lui, e alla fine si rese conto che Levi aveva ragione.
«Amo i dolci, in generale», disse, con un sorriso forzato.
«Giusto, domanda inutile», ridacchiò Levi, con un'espressione divertita.
«Tu?» chiese lui, senza pensarci troppo.
«Mangio quello che mi fa bene.»
Un altro sbuffo. Levi lo guardava contrariato. Non era colpa sua se Levi era così noioso! Non poteva avere nemmeno un interesse che fosse degno di nota?
«Che sbuffi?» Levi si sporse verso di lui.
«Sei noioso», rispose con tono irritato.
A sorpresa, Levi lo baciò, schiacciandolo contro il divano e sollevando leggermente la maglia per accarezzargli la pelle. Questi piccoli momenti di passione erano l'unica cosa che riusciva a farlo sopportare. Si sentiva come se potesse perdersi in loro. Ma, anche se...
Levi si staccò quasi subito, e lui lo rincorse con la bocca.
«Ehi, non ero noioso?» lo prese in giro, mentre si sistemava meglio sul divano.
«Tanto. Però ora mi hai fatto ricredere», Levi gli prese la nuca e lo attrasse di nuovo verso di sé.
Nel corso del mese, aveva imparato a prendere qualche iniziativa senza temere una reazione negativa. Non che fosse facile, ma da quel giorno, quando si trattava di fare il passo successivo, non erano mai arrivati veramente al punto di concretizzare le cose, e aveva la sensazione che Levi ne soffrisse. Si chiese se fosse davvero così importante il sesso.
Si fermò un attimo, pensieroso, osservando Levi corrugare la fronte.
«Tutto bene?»
Annui, ma non riprese a baciarlo. Levi rimase immobile, fissandolo con insistenza.
«Posso farti una domanda, moccioso?»
Lo guardò, in attesa di una risposta.
«Se hai detto che sono il primo... come facevi a sapere come si bacia?» ridacchiò Levi.
Lui si morse il labbro, facendo una smorfia, mentre i suoi occhi lo fulminavano.
«Ho visto talmente tanti amici baciarsi con le ragazze che, solo al pensiero, mi è sempre sembrato disgustoso. E poi, non ho vissuto nel mondo delle favole, sai? Sono inesperto, non stupido», rispose, strizzando il naso. «Perché me lo chiedi?»
Levi sembrò voler dire qualcosa, ma alla fine si limitò a scrollare le spalle, prendendogli il mento con le dita.
«E adesso, cosa provi?» chiese con tono malizioso.
Lui arrossì immediatamente, balbettando qualcosa di incomprensibile, prima di buttarsi sulle sue labbra, tentando di sviare la domanda. Non era giusto!
«Non ho capito bene...» Levi gli baciò il mento. «Potresti ripetere?» Sotto il suo bacio, scese verso il pomo d'Adamo.
Era troppo. La litania di Levi lo stava mandando in bestia. Per giorni non facevano nulla e, all'improvviso, si scambiavano effusioni come se nulla fosse.
«Levi!» La sua voce, con sua grande sorpresa, uscì ferma, senza esitazioni.
Levi lo guardò negli occhi per un attimo, ma poi iniziò a vacillare. Dove diavolo era finita la sua sicurezza?
«Ehm... io... voglio parlarti!» balbettò, con le braccia incrociate davanti al petto, mentre le sue mani giocherellavano nervosamente con l'orlo della maglia.
Perché non riusciva a parlare quando Levi lo guardava? Di cosa aveva paura, esattamente?
«Stiamo provando, giusto?» balbettò. «Quindi è legittimo voler sapere qualcosa di te...» lasciò la frase in sospeso.
«Ho capito dove vuoi arrivare, moccioso,» Levi storceva la bocca, assottigliando gli occhi, mentre si sedeva accanto a lui.
«Quindi... ti va se...?»
«Chiedimi quello che vuoi,» rispose, improvvisamente più rilassato.
Le domande iniziarono a fluire nella sua mente, una dopo l'altra. Sembravano così facili ora.
«Quante storie hai avuto?»
«Tre.»
Oh, cavolo. Quella risposta lo fece sentire ancora più imbarazzato.
«Ehm... tutte con uomini?»
«No. Due donne e un uomo.»
Rimase sorpreso, ma cercò di non darlo a vedere, continuando.
«Perché bevi solo roba amara?»
«Questa domanda è stupida.»
«È vero, ma non capisco il motivo. Quindi dammi una risposta,» lo stuzzicò.
Levi lo guardò con un'espressione indecifrabile, poi rispose:
«Le cose dolci fanno male, moccioso.»
Ah, giusto. Levi era anche fissato con l'alimentazione sana.
Gli sorrise.
«Sì, però anche quelle amare. Guardati, sei acido!» ridacchiò, coprendosi la bocca.
Levi lo fulminò con lo sguardo, poi si alzò, facendosi largo tra le sue gambe e posizionandosi in modo che il ginocchio gli sfiorasse l'inguine. Sorrideva in modo diabolico, mentre con l'indice della mano destra disegnava linee immaginarie sul suo petto.
Perché aveva così caldo? Perché la sua gola si era improvvisamente seccata?
«Moccioso, chiudi quella bocca. Mi stai facendo incazzare.»
«Agli ordini,» balbettò, facendo il possibile per mantenere la calma.
«Ma come sei obbediente. Ti concedo un'altra domanda.»
«Posso averne altre a disposizione?» sorrise, imbarazzato.
«E sia.»
«Quando è finita la tua ultima relazione?»
«Cinque mesi fa.»
Va bene, allora...
«Ehm... per te è molto importante il...» deglutì più volte, ma non riuscì a pronunciare quella parola. Come poteva chiederglielo, quando ancora aveva questa stupida paura che lo affliggeva?
«Che vuoi dire, moccioso?»
Le sue labbra si sigillarono.
Levi non riuscì a capire quel cambio repentino d'umore, sembrava in costante conflitto con se stesso e dal gioco delle domande erano passati a leggersi pensieri non detti e a decifrare sentimenti poco chiari.
«Preferirei andare a dormire. È tardi e domani lavoro» mormorò, abbassando lo sguardo.
Levi lo accompagnò alla porta, senza costringerlo a parlare, lo salutò con un bacio a stampo che lo sorprese per l'adorabile dolcezza. Sapeva di tante rassicurazioni, come a volerlo tranquillizzare.
Si addormentò poco dopo, sul divano, con un solo pensiero che gli riempiva la mente: quanto fosse stupida quella paura che lo affliggeva!Spazio satellitare!
I miei solito spazi no sense.
Perdonatemiiii ieri ero sommersa di cose da fare e mi sono addormentata proprio nel letto col telefono i mano... infatti mi si è cancellato il capitolo dell'altro libro :/
Allora, probabilmente il finale non piace, ovvio ho dovuto staccarlo per forza così altrimenti gli avvenimenti prendevano una piega lunga un altro intero capitolo quindi, ritorniamo sull'argomento al prossimo capitolo dalla prospettiva di Levi con una brutta piega :/
Poi siete pronti? Fra qualche capitolo c'è il gran momento! Ci manca poco su, pazientate e non abbandonatemi.

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Il mio primo amore
Romance!!!In revisione!!! Attenzione, questa è una storia d'amore fra due uomini, quindi a chi da fastidio per favore cambi libro. Eren ha vent'anni, è ormai lontano da casa da un anno. Studia legge, lavora in un bar, e si è costruito una nuova vita a picc...