-E quindi ora che facciamo?- si inginocchia sul letto e inizia a sprizzare gioia da tutti i pori.
-Prima di tutto vai a farti una doccia, e mentre tu ti lavi io devo metterti apposto questa stanza-
Alle mie ultime parole diventa rosso peperone e inizia a scuotere la testa -Non se ne parla-
Ma insomma, vuole stare sommerso di roba fino a scoppiare?
Ha una sedia che ormai non si vede più tanto i panni accumulati li sopra, la scrivania stracolma di cartacce e il povero computer ne è sommerso, da i suoi cassetti escono calzini, mutande...
Okay probabilmente dovrò stare attento a quello che tocco.
Mi si forma un sorriso diabolico sulla faccia e lo guardo -Io non lascio questo porcile ad andare a male, devo mettere a posto-
-Ma-ma è che... mi vergogno. Avrei messo a posto io-
-Va a lavarti moccioso, che poi dobbiamo passare al mio studio, dopo di che ti porto a pranzo fuori-
Tutto d'un tratto diventa un cagnolino fedele e scodinzolante e si fionda a fare la doccia senza farselo ripetere.
È impossibile!
Però basta davvero poco per piegarlo al mio volere, dovrei approfittarne.
Alzo le maniche della maglia prendo un grosso respiro e inizio a rassettare i panni sulla sedia con una velocità fulminea e una volta divisi quelli che sembrano sporchi e quelli puliti apro l'armadio...
Mi sta dicendo che ha un armadio così mastodontico e lo tiene vuoto? A parer mio per lui bastavano anche solo tre sedie una accanto all'altra.
Prendo i panni puliti e li sistemo di gruccetta in gruccetta, stirandoli come posso con le mani per poi passare hai cassetti.
-Non ti girare!-
-O cazzo moccioso, ma oggi sei davvero in vena d'infarti!- lo maledico.
Mi ha fatto letteralmente saltare, ma più tosto, perché non dovrei girarmi?
-Ehm... Ho d-dimenticato l'accappatoio sul contorno del letto, quindi non girarti-
Mi giro e vedo la sua testa che sbuca da dietro la porta diventare rosso fuoco.
Lo sfido, voglio proprio vedere se entra lo stesso a prendere il suo stupido accappatoio e intanto avanzo senza dare nell'occhio.
-Sei sleale- borbotta
Continuo a fissarlo curioso di sapere cosa farà, quando però nota che sto avanzando sparisce per poi ritornare con un asciugamano in vita e uno in testa.
-Dov'è il mio accappatoio?-
-Dove dovrebbe essere- dico mordendogli la spalla.
-A-ah! E cioè?-
Sospiro e mentre sussurro il posto nel suo orecchio con le mani mi faccio un giro perlustrativo di lui.
Lo sento tremare sotto il mio tocco e comincio a baciargli la schiena creandogli ancora più brividi.
Mi stacco da lui quando vedo che inizia a rilassarsi -Vestiti! Siamo in ritardo- gli ordino dandogli l'ennesima pacca sul culo.
Prima o poi sarà mio quel paradiso di carne.
Lo sento sospirare e si siede sul letto con le gambe divaricate -E tu esci-
-Ti ricordo che non hai nulla sotto quell'asciugamano- gli faccio cenno le gambe.
Le chiude subito e arrossisce di nuovo.
Ha il colorito un po' troppo facile.
Esce in salotto con un jeans nero stretto e una camicetta a quadri verde come i suoi occhi, i capelli arruffati in modo assurdo e delle scarpe bianche da ginnastica.
Solo il jeans stretto mancava, ora il culo è ancora più evidente.
Sembra ancora più moccioso com è vestito, ma a lui sta bene, ha dei lineamenti quasi femminili quindi lo stile dovrebbe essere tale -Pettinati quei capelli-
Sbuffa e mi guarda male. Che ho detto?!
-Mi ero dimenticato anche di averli questi vestiti- borbotta guardandosi nello specchio -Grazie-
-Guarda che non ho finito, quello era solo l'armadio, c'è tanto da fare li dentro-
-Si, si, okay- ridacchia.
-E...- ma mi interrompe.
-Ho capito! Ora li pettino. Sei peggio di mio padre- dice mentre si dirige in bagno.
Mi ha dato del vecchio?
Scendiamo velocemente le scale del palazzo e prendiamo la mia macchina per dirigerci allo studio.
Non nego di essere teso, insomma, porto il "presunto" rimpiazzo di Erwin, ma oggi non voglio allontanarmi da lui.
-Dove andiamo a mangiare?- chiede una volta che sono in strada.
-Pensi sempre a mangiare tu?-
-E tu sei sempre così evasivo e misterioso?-
-Si, problemi?- continuo a guardare la strada.
-Ma quanto puoi essere antipatico? Stavo scherzando!-
-Tsk!-
Lo guardo di sottecchi e vedo che sorride, continuando a guardare la strada. È strano, non si lamenta del mio atteggiamento, anzi, ne sembra contento.
È la prima volta che non vengo mandato a fanculo in meno di ventiquattr'ore, persino Erwin quando mi prese a lavorare il giorno dopo si maledì di avermi assunto.
-Che musica ascolti?-
-Il silenzio!-
-Alloraaa...il tuo piatto preferito?-
-Moccioso, chiudi quella bocca-
-Sei un uomo di poche parole- commenta.
-Scoperta interessante. Scendi-
Ci dirigiamo all'ufficio e comincio ad essere un po' irrequieto.
-Levi! Come...-
Eren sbuca da dietro la porta al mio seguito e inizia a farsi piccolo piccolo dietro di me.
-Come mai così tardi?-
Fa finta di non vederlo, ma pensa sul serio di nascondermi come ha cambiato facilmente umore? Stupido!
-Ho avuto un contrattempo, sono passato solo a vedere delle cose, fra un ora massimo ce ne andiamo-
-Un ora non mi basta, devo lavorare solo io qui? Potevi almeno avvisare che non venivi- mi rimprovera.
Se non gli urlo in faccia in questo momento è solo perché è presente anche Eren e non posso essere velenoso senza dirgli di cominciare a stare buono, il geloso lo va a fare con qualcun altro -Sono le undici, alle dodici me ne vado-
-Levi!-
-Quale parte di "sono passato a vedere solo delle cose" non ti è chiara, Erwin- mi siedo e prendo delle carte da controllare entro oggi -Oi, moccioso, vieni qui che ti insegno il mestiere-
Si indica incredulo per poi superare il mio ex e venirmi incontro.
Quando finiamo il lavoro ormai sono quasi l'una ed Erwin non mi ha rivolto la parola per tutto il tempo, è rimasto li alla sua scrivania crucciato e in mobile, gli unici segni di vita erano quei pochi movimenti delle mani per poter girare i documenti, nulla di più.
ci avviamo alla tavola calda a pochi passi dall'ufficio con i gorgoglii dello stomaco di Eren in sottofondo.
-Certo che d'essere difficile per lui lavorare con un antipatico come te-
-Cosa prendi tu?-
Non mi va di scherzare, tutta quest'agitazione mi ha messo fame e preferirei non avvelenarmi anche il pranzo.
-Posso prendere un po' di tutto secondo te? Ho fame!-
Poso il mio menù e inizio a fissarlo mentre si scervella su quale piatto mai potrà prendere senza pentirsi di aver tralasciato gli altri -Vuoi mandarli alla rovina? Per saziare te ci vogliono almeno dieci piatti per ogni portata-
Mi guarda risentito -Che ne sai tu?- mette il broncio.
Non so perché ma più fa il moccioso più mi piace -Ti vedo sempre con qualcosa... da mangiare per le mani-
-uff!-
Torna a guardare il menù e finalmente decide cosa prendere. Onestamente è buffo vederlo fare qualsiasi cosa, com è insicuro nel parlare, i movimenti goffi, le cazzate che comincia a fare o dire se si sente sotto pressione... è una catastrofe ma allo stesso tempo...
Devo dirlo? O me ne pentirò?
Rimanga tra noi, è un amore.Olè! Spazio "Levi non è più Levi"
Premettiamo che, Levi è freddo, giusto? Ma come ogni freddo lo è solo all'esterno, quindi se noi siamo nei suoi pensieri troveremo sempre un Levi pandacornoso :3 come sta andando?
Vi piace questa storia o mi devo seppellire?
Arrivederci al prossimo capitol!
Chu~💙
STAI LEGGENDO
Il mio primo amore
Romance!!!In revisione!!! Attenzione, questa è una storia d'amore fra due uomini, quindi a chi da fastidio per favore cambi libro. Eren è un ragazzo di vent'anni che da un anno è andato via di casa. È al secondo anno della facoltà di legge e lavora nel bar...