Cerimonia

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Tiro un lungo sospiro e mi sistemo meglio sul divanetto comodo sotto il gazebo.
Le mie gambe sono doloranti e la stanchezza si fa sentire.
Ah, magari potessi avere dieci anni in meno.
Getto la testa all'indietro e mi ritrovo gli occhi puntati nei miei di Jean, l'amico di Eren.
Merda!
Sorrido -Ciao!-
Posa gli occhi in un punto e mi risponde con un cenno del capo -Posso sedermi?- chiede.
Poso una mano sul posto libero di fianco a me e gli faccio segno di potersi sedere.
Fa il giro e prima di accomodarsi mi guarda un momento.
C'è un aria d'imbarazzo tra noi palpabile.
È strano come questo ragazzino riesca a farmi sentire fuori dal mondo soltanto trovandomelo accanto.
-Ehm, stanco?...-
-Si, e tu no?-
-Più o meno-
-Non ti stanchi mai di istigare Eren?-
-Siamo come cane e gatto ci viene naturale-
-Allora è una buona amicizia-
-Dici?- ride
-Credo che amicizie del genere siano molto belle e durature, ma bisogna stare attenti a non scottarsi, altrimenti poi è difficile continuare il rapporto-
-Ne parli come se lo avessi vissuto-
Si gratta la nuca colpevole dell'ultima constatazione e sposta gli occhi sui presenti per non guardarmi.
Trovo Jean molto dolce, sembra il classico bulletto  burbero ma in realtà sono sicuro nasconda tanta bontà e insicurezze.
Lo si nota da i piccoli momenti in cui sembra perdersi con i suoi pensieri, quando lo vedi leggere o mangiare qualcosa...
È sempre così in contrasto quello che dice e ciò che dimostra, le persone sono superficiali a non vederlo.
-Si, ed era un amico fantastico-
-Anche lui lo è- e non appena lo dice si porta una mano alla bocca.
Ridacchio e lo vedo girarsi interrogativo a guardarmi -Cos'hai da ridere?-
-Il modo in cui cerchi di nascondere le tue emozioni, con me però non sembra funzionare-
Bene, Marco, diretto.
Rimane stupito dalle mie parole e il suo viso si contrae leggermente come a far capire la sua... rabbia? In realtà è stupito e confuso!
-Io non...-
-Nascondo proprio nulla!- finisco per lui -Certo, adesso guardami negli occhi e dimmi tutto quello che ti passa nella testa in questo momento-
-E perché dovrei farlo!?-
Mi avvicino al suo volto e lo vedo deglutire con difficoltà, cosa che mi fa sorridere, lo guardo poi negli occhi -Avanti- lo incito.
Deglutisce di nuovo e schiude le labbra.
-Se vuoi puoi anche dimostrarmelo, le parole a volte non sono esaustive-

Merda! Lo stava facendo di proposito?
Ovvio! Era un tono volutamente istigativo.
Gli stava velatamente chiedendo di baciarlo? O lo prendeva in giro avendo capito l'attrazione che provava verso di lui?
Marco lo conosceva ormai da anni, aveva parlato con lui parecchie volte, ma quella in assoluto era la prima così confidenziale e diretta.
-Perché- ripeté di nuovo.
-Fa bene svuotarsi di tanto in tanto sai? Sono sicuro che è difficile comportarsi all'inverso di quello che si prova realmente-
-E tu che ne sai cosa provo io?-
-Istinto-
-Come se bastasse-
Siamo ancora molto vicini, il suo respiro mi solletica le labbra e mi sento qualche occhio puntato contro.
-A volte è la via migliore-
-A volte- preciso.
-Io sono molto istintivo e seguirlo mi ha portato molto bene-
-Ci guardano- dico per dire.
Mi sento molto agitato, non so cosa dire, e la vicinanza mi manda in subbuglio la ragione.
Che cazzo di sentimenti!
-Allora cerchiamo un posto appartato-
Cosa? -Eh? Faremo pettegolezzo-
-Come se mi importasse- si alza.
Cammina senza aspettarmi, decido di non seguirlo subito, farò finta di nulla per un po', non appena gli occhi curiosi si saranno distratti sparirò anche io.

Non appena il vecchiaccio aveva detto "Puoi baciare il tuo..." Levi si era fiondato sulle labbra di un Eren grondante di acqua e sale, felice e scombussolato.
Lo aveva baciato a lungo con un sottofondo di fischi e applausi concitati ed emozionati, lo aveva stretto a se e gli aveva impedito di riprendere aria in un momento così speciale.
Si era staccato dopo quello che sembrava un eterno attimo, lo prese di peso da terra e corse fuori dove vennero accolti da una pioggia di riso.
Ora invece si trovavano al centro di una pista da ballo, mille occhi felici puntati contro, una leggera e passionale musica di sottofondo e i loro corpi caldi a contatto uno con l'altro.
Occhi di diamante in quelli di giada.
Brillanti e pieni di vita.
Anche con tutta la stanchezza che iniziava a farsi sentire.
-Ti amo- si sentì sussurrare all'orecchio.
In tre anni, Levi quelle due parole proprio non era riuscite a dirle, e ogni volta sentirle lo facevano sentire uno stupido.
La sua risposta era un bacio che però stavolta non ebbe il coraggio di dare.
Questo all'armò Eren che lo guardò intensamente negli occhi -Hai già cambiato idea?- scherza.
Ma era sicuro che lo aveva fatto per tranquillizzare il proprio animo.
-Ti sei mai chiesto perché in tre anni io non abbia mai ricambiato le stesse parole?- chiedo.
Si stupisce della mia domanda e scuote la testa -Sinceramente ho sempre pensato che il tuo bacio di risposta fosse un tacito accordo-
-Ma non hai mai pensato di volermelo sentir dire?-
Sorride -Beh, si, ma se non te lo sentivi perché avrei dovuto forzarti?-
-E tu sposi una persona che non si sente di dirti che...-
-Non è importante, mi basta il tuo dimostrarmelo quotidianamente, le parole sono solo un qualcosa in più-
Era vero, era della sua stessa idea, eppure ogni volta sentirsi dire quelle parole da Eren gli riempivano il cuore, lo facevano sentire vivo e desiderato, avevano l'effetto di farti sentire parte di una vita, di esprimerti gratitudine.
Due parole misere che ti facevano provare le emozioni migliori del mondo.
Eren quelle sensazioni non le aveva provate.
Lo baciò delicatamente sul collo, dopo di che poggiò la guancia sulla sua spalla.
-Ti amo- sussurro abbracciandolo più stretto.

E boooom.
Eren era spiazzato.
Tre anni, tre anni per ricevere due semplici parole.
Non avrebbe mai detto a Levi che le aspettava con ansia giorno e notte da quando stavano insieme, aveva la curiosità di sapere che effetto facessero, voleva sapere che melodia avessero sulla sua bocca.
E si, quello era il loro memorabile giorno, un legame profondo veniva scritto e impresso nella storia, un Ti amo mai sussurrato era venuto a galla.
I suoi occhi si riempirono d'acqua per l'ennesima volta nella giornata, si piegò su Levi e pianse di felicità.
Quanta diavolo di acqua aveva bevuto per riuscire ad avere tutta quell'acqua in corpo?
-Oh, Levi-
-Ssshh, Ti amo, e mi dispiace non avertelo detto prima-

Il mio primo amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora