Eren (23)

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La paura che lo tormentava da quel giorno non lo aveva mai abbandonato. Era una presenza sorda, annidata in un angolo della sua mente, pronta a riaffiorare alla minima distrazione. Aveva preso forma nell'istante esatto in cui erano finiti a letto insieme, e da allora non aveva più smesso di perseguitarlo.
Sapeva che era irrazionale, ma non riusciva a liberarsene. Il pensiero che lui stesse solo aspettando il momento giusto per fare ciò che doveva e poi sparire non gli dava tregua. Eppure, non avrebbe nemmeno potuto andarsene davvero. Abitava lì, lavorava a pochi isolati da lui, la sua vita si intrecciava con la sua in un modo che rendeva quella paura ancora più assurda. Ma per quanto si sforzasse di ragionare, quel senso di precarietà non svaniva.
Da giorni rifletteva sulla possibilità di farsi avanti, di affrontare la questione, ma ogni volta si bloccava. Forse era proprio per questo che negli ultimi tempi sembrava ancora più turbato dai suoi baci. Perché, in fondo, lo era davvero.
«Stupido, stupido, stupido...» mormorò tra sé, camminando avanti e indietro per la stanza con le mani nei capelli.
Un bussare deciso alla porta lo costrinse a fermarsi di colpo. Si voltò di scatto e si affrettò ad aprire. Dall'altra parte si trovò di fronte il collega di Levi.
«Devo andare. La febbre è alta e gli ho comprato dei medicinali. Li trovi in cucina, sulla mensola, dentro una busta. Puoi fargli questa cortesia, vero?»
Eren rimase immobile, incerto. Se fosse andato, Levi lo avrebbe cacciato di nuovo. Ma se non fosse andato e lui fosse peggiorato durante la notte?
«Puoi, vero? Altrimenti non saprei a chi lasciarlo.» insistette.
Abbassò lo sguardo. «Va bene.»
Raccolse in fretta le chiavi, un cambio di vestiti, e si avviò verso casa di Levi con un peso sullo stomaco che non riusciva a scrollarsi di dosso.
Quando entrò, lo trovò sdraiato sul letto, immerso nella lettura. Non si accorse nemmeno della sua presenza. Eren posò i vestiti sul bordo del materasso e si schiarì la voce.
«Rimango qui stanotte, va bene?»
Silenzio. Levi non si mosse, non alzò nemmeno lo sguardo.
Era come se fosse solo.
Non poteva biasimarlo. Aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato con lui. Ma possibile che non capisse? Si conoscevano da poco, e lui si sentiva terribilmente a disagio, soprattutto perché Levi era più grande, con molte più esperienze di lui.
Si morse il labbro e abbassò lo sguardo. «Stupido...» mormorò sottovoce.
Si diresse in cucina e iniziò a preparare qualcosa da mangiare, controllando nel frattempo il contenuto della busta che Erwin gli aveva lasciato. Si ritrovò a domandarsi che tipo di rapporto avessero. Erano amici? Possibile? Li aveva sempre visti così distaccati, quasi privi di confidenza, eppure lavoravano insieme, si frequentavano, si scambiavano favori... Erwin aveva perfino le chiavi di casa sua.
Alla fine, anche Levi aveva un cuore. Era ovvio che avesse degli amici. Ma allora perché la cosa lo disturbava così tanto?
«Che stai facendo?»
La voce roca lo fece trasalire. Si voltò di scatto e lo trovò sulla soglia della cucina, pallido e debole, appoggiato allo stipite per sostenersi. Le occhiaie erano profonde, la pelle ancora più chiara del solito, la maglia umida di sudore e i capelli disordinati.
Non era abituato a vederlo in quello stato. Levi Ackerman, l'impeccabile e ordinatissimo Levi Ackerman, sembrava sull'orlo del crollo.
«Io... cucino. Se domani ti sentirai meglio, troverai qualcosa di pronto» rispose, la voce che si affievoliva fino a diventare un sussurro.
Si affrettò a prendere una sedia per farlo sedere, ma Levi lo fissò con uno sguardo tagliente. Eren si bloccò all'istante, ritirando la mano.
Avrebbe voluto aiutarlo, ma temeva di essere respinto.
«Sai cucinare?» domandò Levi con un'ombra di ironia, anche se la sua voce era poco più di un soffio.
«Abbastanza.»
«Vorrei fare un bagno...»
Eren spense immediatamente i fornelli, ma lasciò l'acqua a fuoco lento, così non sarebbe stata troppo calda quando sarebbe tornato.
«Aspettami qui?» chiese, togliendosi il grembiule.
Levi non rispose, ma lui si mosse in fretta per preparare tutto.
Appoggiato al muro del bagno, fissò l'acqua che scivolava nella vasca. Sospirò, passandosi una mano sul viso. Era snervante stare accanto a lui senza avere un buon rapporto. L'aria era carica di una tensione che non riusciva a sopportare.
Si sentiva una merda.
Levi, invece, doveva essere furioso con lui.
«Vieni?»
Lo trovò sul divano, con la testa reclinata all'indietro.
«Dammi un minuto.»
Si alzò lentamente e si avviò verso il bagno. Eren lo seguì in silenzio.
La stanza era soffocante, ma per Levi la temperatura sarebbe stata ideale.
Lo vide sedersi sul bordo della vasca e coprirsi la bocca con una mano.
«Tutto ok?» domandò, chinandosi davanti a lui.
Silenzio.
Doveva aiutarlo a svestirsi. Trattenne il respiro e, con delicatezza, gli sfilò la maglia. Poi, con un po' più di difficoltà, anche i pantaloni.
Aveva visto tanti amici nudi nelle docce comuni. Allora perché con Levi era diverso?
Levi si strofinò gli occhi, poi lo fissò attentamente, quasi come se stesse aspettando qualcosa.
Si stava divertendo, vero?
Stringendo i denti, gli tolse anche i boxer, sforzandosi di mantenere la calma.
Basta non guardare.
No. Decisamente no.
Rosso in viso, lo aiutò ad alzarsi, ma Levi si scostò appena e si immerse da solo nell'acqua, chiudendo gli occhi con un respiro stanco.
Eren sgattaiolò fuori dalla stanza, con la sensazione di essere rimasto intrappolato in quell'atmosfera soffocante.
«Eren, concentrati...» si impose.
Finì di preparare la cena, fece una doccia veloce e tornò da lui. Bussò piano alla porta del bagno.
«Hai bisogno di—?»
Nessuna risposta.
Si avvicinò e lo trovò addormentato. L'acqua era ancora tiepida, ma il suo viso appariva più disteso.
Decise di svegliarlo per portarlo a letto, ma nel momento in cui si chinò su di lui, Levi gli afferrò il polso con una presa improvvisa.
Un istante dopo, con uno strattone deciso, lo trascinò nella vasca con sé.
L'acqua traboccò sul pavimento mentre Levi, con un sorriso appena accennato, socchiuse gli occhi e mormorò:
«Idiota.»

Il mio primo amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora