Capitolo 1

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Era passato un anno dalla fatidica missione "Blonder" la missione che mi aveva procurato un compagno di squadra. In effetti, ero molto contenta di fare parte di una squadra perché mio padre pensa che le squadre rendano di più poiché le sceglie lui stesso e spera che tra i due nasca intesa. Susan e Frank si sono sposati dopo la missione Blonder e io ho avuto l'ennesima conferma che mio padre ha sempre ragione. Ci avevano dato a me e Scott due scrivanie attaccate che dovevamo condividere e ci furono consegnati ogni giorno sempre più lavori d'ufficio e a quel punto capii che non importava a nessuno il fatto che fossi la figlia del capo; là ero solo un'agente come le altre. Perfino Charlie mi dava ordini! E voglio ricordare quanto poco stimi Charlie. In poche parole io e Scott siamo stati scambiati per postini e camerieri per un anno intero. Ah, e ci è toccata l'umiliazione peggiore: travestirci da lavoranti della fabbrica di caramelle. Quanto ho potuto minacciare mio padre per non farmelo più rifare non si può dire. "Lo devono fare tutti prima o poi" mi ha detto alzando le spalle. L'unica mia consolazione era Scott. Lui era sempre sorridente e tranquillo anche quando gli agenti di grado maggiore ci chiedevano un cappuccino scremato senza zucchero lui rispondeva dolcemente mentre io mi sarei licenziata. Ogni mattina arrivava con un sacchettino con un dolce sempre diverso.
- per la mia golosona!- sorrideva porgendomelo. Insomma ogni giorno era migliore poiché c'era Scott. L'unica cosa che si rifiutò di fare fu fare da testimone per il caso di suo padre. Capii che era il suo punto debole e cercavo di parlarne il meno possibile. Un giorno arrivò con una scatolina nera incartata.
- dove sono finiti i dolci?- chiesi quasi dispiaciuta raggiungendolo
- buon compleanno Meg!- mi sussurrò baciandomi la guancia. Quel giorno mi ero proprio dimenticata del mio compleanno e lui come sempre aveva migliorato tutto. Appena scartai il pacchetto vi trovai un orologio con telecamera incorporata.
- meglio di un telefono super tecnologico e inoltre è super fashion, credo- disse allacciandomelo al polso
- Scott!- balbettai in preda all'emozione
- l'ha costruito Aaron e l'ha impreziosito Gillian. È da parte di tutti i ragazzi- fece spallucce. Lo abbracciai finché non sentii una voce familiare.
- Meg tesoro! Auguri!- disse mio padre
- il mio regalo è a casa- mi disse facendomi l'occhiolino. Non potevo essere più felice e in momento dimenticai tutto e mi godetti a pieno il momento. Appena tornai a casa piena di curiosità aprii la porta e fui investita da un profumo di dolci Muffin alle noci. Solo una persona cucina Muffin così buoni e odorosi!
- mamma!!- le corsi incontro. La strinsi finché papà non ci separò per stringerla lui.
- è il regalo più bello del mondo. Dov'è Theo?- chiesi guardandomi intorno per cercare delle sue tracce. Magari i suoi disegni o i suoi capelli all'indiana Jones. Ma non trovai niente così riguardai i miei genitori che sembravano turbati.
- che succede?- chiesi
- amore, non vogliamo rovinarti il compleanno ma è indispensabile che tu sappia che tuo fratello è nei guai- disse mia madre irrigidendosi e legandosi i capelli neri. Ogni persona quando è turbata fa qualcosa che la fa rilassare. Mio padre si massaggia il mento. Io mi mordo le labbra. Theo strizza gli occhi. Mia madre si lega i capelli. Fu il segno che c'era un problema e non grave. Se fosse stata una stupidaggine avrebbero aspettato fino a domani per non compromettere il mio compleanno in questo modo,ma dovevano essere veramente disperati. Mi allarmai ancora di più quando entrò dalla porta con il fiatone Scott.
- eccomi qua! Che succede?- chiese poi guardandoci sconvolto. Neanche il suo arrivo poteva migliorare la situazione.

Due spie al liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora