Due spie al liceo

Capitolo 14

Corsi dentro l'ufficio e verso la nostra scrivania. Ero in ritardo di circa un'ora e mezza! Appena arrivai alla scrivania correndo non mi fermai in tempo e caddi a terra in un tonfo assordante. Scott non alzo nemmeno lo sguardo e io dovetti alzarmi da sola.
- che galanteria! Mi raccomando non aiutarmi- lo sgridai sedendomi nella sedia e cercando di sembrare intatta anche se avevo sbattuto il fianco nel pavimento e mi doleva moltissimo.
- sono scomparsi dodici ragazzi in cinque anni che la scuola è aperta- disse porgendomi una lista in cui riuscì a riconoscere subito il nome di Simon Wong. Non aveva senso.
- io... Non pensavo c'è ne fossero altri. Chi te l'ha detto?- chiesi balbettando
- il signor Zelond diventa abbastanza loquace dopo avergli somministrato una dose minima di alcool- si vantò Scott alzando le spalle
- l'hai fatto ubriacare? Sei sleale!- gli sorrisi dandogli uno spintone
- gli ho offerto delle gomme che ne potevano contenere giusto un po' - ammise per poi ritornare serio e indicare la lista.
- questi ragazzi sono tutti stati amici di Tom. Ne hai presente chi è ?-
- certo- risposi sospirando. L'avevo capito che nascondeva qualcosa
- bene. Devi diventarci amica. Escici se ti può aiutare a raccogliere più informazioni possibili! Lui è la chiave se non la soluzione di tutto- disse infine
- e la signorina Lipson? La professoressa che è scomparsa? Ne sai niente?- gli chiesi continuando a guardare i nomi nella lista.
- no,non potevo dilungarmi troppo. Era brillo non stupido. Esci con Tom- mi disse infine raccogliendo le sue cose.
- mi ordini di uscire con un tizio che potrebbe benissimo essere un assassino?- gli chiesi imbronciandomi
- no,ti chiedo di uscire con la chiave della nostra serratura!- mi disse prima di uscire dalla stanza. Rimasi in ufficio un'altra ora e guardai i nomi scritti a pena con la calligrafia grossa di Scott.
- Ernest Willin
- Loius Stend
- Simon Wong
- Daniel Zen
- Sebastian Skyerl
E altri nomi maschili più o meno vari ma solo uno mi colpì che era l'unico nome femminile: Dana Steel. Incominciai a cercare informazioni su di lei nel sito della scuola e non trovai quasi niente. Sembrava fosse sparita anche dalla memoria degli studenti, come accadeva nell'antica Roma con la Damnatio memoriae dove si eliminava ogni informazione o immagine dell'imperatore che aveva provocato tanto dolore. La Fox High School aveva eliminato dalla propria coscienza Dana Steel. L'unica cosa che riuscì a trovare era una foto in cui una ragazza con la pelle color cioccolato e i capelli ricci e all'aria era abbracciata a Tom. Sbattei i pugni sulla scrivania e guardai la foto un'ultima volta e desiderai con tutto il cuore che quei ragazzi stessero bene. Avrei avvicinato Tom e li avrei salvati ne ero sicura ma avevo paura anche di essere arrivata tardi. Tornai a casa e trovai mia madre che cucinava in vestaglia da notte.
- come mai sveglia a quest'ora?- chiesi posando lo zaino.
- potrei farti la stessa domanda- disse girandosi
- giusto. Quindi posso mangiare con te qualunque cosa tu abbia cucinato?- chiesi sedendomi nel tavolo e guardandola mentre portava a tavola i pancake.
- come va la missione?- mi chiese incominciando a mangiare
- bene. I nodi vengono al pettine e non possono non fare male- ammisi spalmando la marmellata sopra un pancake.
- il nostro lavoro è un lavoro sporco. Noi abbiamo il dovere e la responsabilità di vedere la realtà del mondo e il suo male profondo,non possiamo illuderci che dopo l'arcobaleno ci sia la pentola d'oro,ma in questo modo possiamo apprezzare anche il minimo gesto di bene. Noi forse siamo gli unici che possiamo distinguere il bene e il male perché conosciamo bene uno di questi- disse guardandomi pensosa.
- ma fa male- ammisi pensando a quei ragazzi e alla fine che potevano avere già scontato
- si,ma fa crescere ed è una responsabilità non farsi contagiare. Buonanotte piccola- mi disse poi baciandomi la fronte e lasciandomi con un peso sul petto e un piatto pieno di pancake dolci.