Capitolo 34

4.7K 404 6
                                    

C'erano armi di tutti i generi. pistola piccole come penne e grandi come mestoli,fucili da caccia e bazuka. notai che Julien era stretta a Derek e che lui a sua volta la stringeva.

- ci siamo- dissi cercando un porta. vicino a una vetrina piena di rivoltelle trovai una fessura e seguendola con le dita trovai una porticina. non tirava un filo d'aria. feci segno agli altri  di avvicinarsi piano.

- dovete camminare piano e non fare rumore e sopratutto importantissimo... non dovete mai andare dove non sono già passata io- dissi a bassa voce pendendo una cosa nello zaino

- fammi indovinare. dobbiamo camminare come bravi bambini in fila indiana dietro di te?- chiese Derek ironico. non risposi e guardai esausta Julien.

- ci penso io. Derek non contraddire più Meg sennò .... - disse Julien poi facendo un segno netto sulla gola. Derek sbuffò ma non parlò più.
 quando aprimmo la porta trovammo un lungo corridoio con mura di pietre illuminate da neon a terra. presi un piccolo telecomando e lo sollevai ma si illuminò di verde, così entrai nel corridoio tenendolo davanti a me. Derek si schiarì la voce attirando la nostra attenzione e facendoci girare.

- posso chiedere una cosa?- chiese con le mani alte vicino la testa in tono innocente

- gentilmente- lo ammonì Julien

- ok, che cosa è quella specie di mini telecomando per la televisione?- chiese indicando quello che avevo in mano.

- un aggeggio che mi avvisa se ci sono allarmi o telecamere. luce rossa,allarme. luce gialla, telecamera. luce verde niente di niente. soddisfatto?- chiesi mettendomi una mano sul fianco e dopo che annuì,avanzai.
 avanzammo fino a finire il corridoio e trovarci davanti a un bivio.

- è assurdo. ora che facciamo?- chiese Julien indispettita

- potrei fare una conta- propose Derek,ma sinceramente non li stavo ascoltando. quella era una situazione che per quanto sapevi potesse presentarsi,non credevi di essere così sfortunata da doverla superare sul serio. dividerci era assolutamente escluso. non potevo lasciarli soli o sarei stata responsabile della loro sorte. guardai le due strade buie e poi all'improvviso sentii un'urlo e Derek si raddrizzò allargando gli occhi come se avesse visto un fantasma per poi correre in uno dei corridoi. io e Julien lo seguimmo e solo dopo che lo raggiungemmo capimmo. ci ritrovammo davanti a una stanza vetrata con dentro Suzy,Scott e ...MArc Blonder. Suzy era terrorizzata e si aggrappava a Scott in ogni modo mentre lui si guardava in giro cercando una soluzione. conoscevo benissimo quell'espressione eppure mi dovetti girare dall'altra parte per capire.  dentro la stanza vetrata erano entrati ciqnue ragazzi con guantoni da boxer e i visi coperti da passamontagna. erano tutt'altro che amichevoli. avanzavano verso i tre prigionieri senza alcuna pietà. Derek batteva i pugni imponenti nel vetro che ci separava dai tre e dai loro assalitori.

- prendi qualcosa dal tuo zaino! aiutami a buttare giù il vetro. Aiutami a salvare mia sorella!- mi urlò Derek scuotendomi per le spalle. ero sconvolta quanto lui e volevo a tutti i costi andare a riprendermi il mio Scott,ma mi sembrava solo da sciocchi rompere il vetro e farsi ammazzare così lo spinsi e incominciai a correre verso la strada da dove eravamo arrivati. arrivai dentro la stanza piena di armi e presi delle rivoltelle e dei fucili ma suonò un'allarme e dovette correre via il più veloce possibile. al ritorno trovai Derek che batteva i pugni sul vetro come un matto mentre Julien cercava di farlo raggionare. i ragazzi mascherati di nero avevano già atteratto con un pugno sulla guancia Suzy e Scott cercava di proteggerla sostenendo la battaglia,mentre il signor Blondere zoppicando cercava di difendersi. appena tornata non mi feci vedere e carcai se quella trappola di vetro avesse una sala di controllo. girai di corsa e con passo leggero tutta la stanza ma niente così ritornai da Julien e la trovai disperata mentre Derek continuava a battere i pugni sul vetro impotente e disperato.

- Meg! dobbiamo aiutarli! quel ragazzo non potrà difendersi da solo. quelli sembrano dei professionisti!- singhiozzò Julien. alzai la testa e li vidi picchiare Scott. era difficile e doloroso ,ma cercavo di capire la loro tecnica di combattimento,ma mi sembrava veramente complicata e sconosciuta. davano calci e pugni in modo strano ma molto più forte e sembravano non provare dolore ne stanchezza.

- sono proffesionisti- ripetei a bassa voce cercando con lo sguardo una soluzione, poi un'attimo dopo non ebbi il tempo di fare niente che un ragazzo con il passamontagna sbucò dal corridoio dietro di noi e sparò vicino a Derek facendolo girare. mi alzai e presi un pistola puntandogliela contro e lo stesso fece impacciatamente Julien.

- siamo in maggioranza numerica. abbassa l'arma- gli dissi seria e autoritaria. il ragazzo sembrò non ascoltarmi e continuò a puntarci contro il fucile.

- abbassa l'arma- ripetei avvicinandomi piano. appena fui a un metro dal ragazzo vidi un ciuffo castano e riccio uscire dal passamontagna e la guardai negli occhi.

- Dana- la chiamai per nome e lei fece un passo indietro.



Due spie al liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora