Capitolo 1
Ero immersa nei miei sogni quando suonò la sveglia.
Guardai l'orologio,erano le otto in punto.
-Non è possibile, ho dimenticato ancora una volta di programmare la sveglia! È tardissimo!-
Mi preparai nel giro di dieci minuti sperando che ne sarebbe valsa la pena presentarmi senza trucco.
Eccomi quì, pronta per il terzo anno di liceo. Non sono particolarmente entusiasta di questo ma almeno la mattina avrò qualcosa da fare.-Dovrei essere a scuola già da un bel pezzo.- pensai mentre camminavo con andatura veloce verso scuola, il sole splendeva e questo mi faceva ripensare all'estate che avevo trascorso e che era appena finita. Un'estate piena di avventure,divertimento e che mi aveva fatto legare ancora di più alla mia famiglia.
Mi sarebbe piaciuto continuare a perdermi nei miei ricordi ma ero arrivata davanti alla porta della mia classe e no,non ne era valsa la pena presentarsi come una zombie; ero ugualmente in ritardo.-È il primo giorno di scuola e già siamo in ritardo eh, signorina Rosen?-disse la professoressa Andrews
Non le diedi nessuna risposta,d'altronde aveva ragione. Mi voltai verso il mio migliore amico, Omer, sperando che mi avesse riservato un posto, ma mi sbagliavo.
-Rosen,c'è un posto libero in fondo all'aula,accanto alla finestra.-
Mi suggerì la Andrews ,indicandomi la direzione.Poggiai il mio zaino sul banco e improvvisamente mi accorsi che il ragazzo accanto non aveva per niente un viso familiare.
Sembrava alquanto misterioso ma la cosa che mi colpì di più erano quei suoi grandi occhi neri,neri come il carbone.
Lo riguardai una seconda volta e notai che sopra la divisa indossava un lungo giaccone di pelle nero.
-Il solito bulletto arrogante.- pensai tra me e me. Alla Green School, la mia scuola, non era ammesso indossare indumenti al di fuori della divisa scolastica durante le lezioni.Ne avevo incontrati tanti come lui e nessuno mi aveva dimostrato di nascondere un cervello dietro quell'aria arrogante che possedevano ,ma questa volta era diverso. Sentivo che,forse, dovevo provare a conoscerlo così mi limitai a dirgli ciao ma non ricevetti alcuna risposta.
-Anche un gran maleducato.- continuai a pensare mentre la voce della professoressa si faceva sempre più lontana.
[. . .]
Le lezioni erano terminate ed io ,come da tradizione, dovevo tornare a casa accompagnata da Omer.
-Chi è?- domandò appena si vide coperti gli occhi dalle mie mani.
-Mmm vediamo se sei un bravo detective:
Occhi e capelli castani,una frangetta che mi copre le sopracciglia, alta quanto una barretta kinder e con una gran voglia di rivederti.
-Ariel!- mi abbracciò-
-Ebbene sì,hai un futuro da detective.-Omer era un ragazzo dolcissimo, ci conoscevamo dai tempi dell'asilo.
- Certo come no.-mi sorrise ed io ricambiai. Ci eravamo seduti su una panchina di marmo che separava un negozio di musica dal cancello della scuola.Durante l'estate Omer aveva iniziato a lavorare proprio in quel negozio insieme ad un signore, Rafael, che a dir la verità,era un tipo molto strano.
Da quando era stato vittima di un'incidente era rimasto paralizzato dalla vita in giù e quindi costretto a vivere su una sedia a rotelle; forse era stato da quel momento che aveva iniziato ad appassionarsi al sovrannaturale.
-Ari- era così che lui mi chiamava,mi aveva sempre chiamata così ed in realtà c'era una storia anche dietro ciò.Se pensate al mio nome, chi potrebbe ricordarvi? Ma certo, la sirenetta..colei che rubò il cuore di Omer all'età di 4 anni.
Doveva dimenticarla. Ma come,se aveva una compagna d'asilo che si chiamava esattamente come lei? Ecco allora che nacque il mio soprannome.
- Per questa volta dobbiamo fare uno strappo alla tradizione. Non posso accompagnarti a casa, devo andare a lavoro da Rafael.-continuò.-
Durante questi 3 anni la nostra era diventata una "tradizione"; mi accompagnava tutti i giorni a casa dopo la scuola.-Ma come? Lavori anche durante il periodo scolastico?- chiesi sorpresa.
-Rafael sta avendo dei problemi con delle ordinazioni ,non riesce a gestire tutto da solo, ed io mi sono offerto di aiutarlo.-
Omer era uno dei ragazzi più altruisti che conoscessi,anzi forse l'unico.
-Se riesco a finire di ordinare camera mia prima di cena, ti raggiungo e vengo a darti una mano, ti va?-
Mi fece cenno di sì mentre si allontanava attraversando la strada per poi entrare nel negozio.
-Ed oggi mi tocca tornare a casa sola.- sbuffai mentre mi incamminavo verso casa.Il mio quartiere era abbastanza tranquillo.
Era diviso da una strada mal ridotta in due parti,alla mia destra vi erano una decina di case così come alla mia sinistra.
Un'ondata di vento fresco mi scompigliò i capelli,la mia vista era completamente offuscata così me li riaggiustati velocemente; finalmente riavevo di nuovo il mio senso della vista anche se qualche altra cosa attirava la mia attenzione; davanti a me c'era il ragazzo accanto alla quale mi ero seduta.-Ehi.- riuscì a mormorare.- tutto quello che ricevetti fu un occhiolino.
- Scusami, non volevo turbarti ,ma ho bisogno di chiederti alcune cose.Hai un minuto?-
Feci cenno di sì e lo seguii nel parco che si trovava dietro il mio quartiere.
-Cosa doveva chiedermi di così urgente?- pensai.

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| Half-blood |
Vampire"Sei una mezzosangue Ariel,la nostra profetessa. Abbiamo bisogno di te. Devi salvarci." Ariel è una ragazza di 17 anni che sta per iniziare il terzo anno di liceo alla Green School, una delle scuole più frequentate della città. Ma, se la sua vita f...