•Ho bisogno di te•

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                             Capitolo 25

ARIEL's POV

Ero distesa sul letto della mia camera, con le cuffie nelle orecchie.
Quella era l'unica cosa che mi faceva pensare di essere ancora una ragazza come tutte le altre, anche se non lo ero.
Avevo passato una delle giornate più insignificanti nella storia della mia scuola.
Avevo cercato,per tutto il tempo, di incrociare lo sguardo di Leo,fallendo miseramente.
Speravo solo che stesse bene.

"I need you, I need you right now.
Don't let me, don't let me down. I think I'm losing my mind now..."

Le parole della canzone che il mio cellulare stava riproducendo, mi risuonavano nella mente.
Il mio cervello stava, però, già elaborando la traduzione.

"Ho bisogno di te, ho bisogno di te adesso.
Non deludermi. Credo di star perdendo la testa adesso."

Sentivo il significato di quelle parole calzare a pennello con la mia situazione.
Avevo bisogno di Leo e tutto quello che sentivo non stava altro che facendomi perdere la testa.
Non so se si trattasse di amore, ma se lo era io ero completamente folle.
Innamorami di un vampiro, questa me l'ero proprio persa.

La mia playlist scorreva in maniera veloce, così come la serata.
I miei genitori e mio fratello erano a vedere un film al cinema mentre io ,invece, ero troppo depressa per potermi alzare dal letto.
La verità era che non avevo mai amato andare al cinema, preferivo guardare un film a casa stando seduta sul mio divano ad ingozzarmi di cibo spazzatura ed il tutto, naturalmente gratis.

D'un tratto, il suono del campanello mi fece sobbalzare.
Mi alzai velocemente per dirigermi ad aprire, probabilmente i miei genitori erano già ritornati.
Appena aprii la porta mi ritrovai davanti Leo.
Puzzava di alcol dalla testa ai piedi, ma prima che potessi fargli qualche domanda si accasciò addosso a me.
-Ariel..- biascicò, mentre cercava di risollevarsi su,ma invano.
-Leo, cosa è successo?- chiesi, mentre mi dirigevo verso il divano, lasciando Leo libero di stendersi sopra.
-Vieni qui..- disse, allargando le braccia.
-Non è il momento di un'abbraccio,ti prego dimmi cosa ti è successo.- chiesi ancora una volta, sperando che avessi ricevuto risposta.
-Sei arrabbiata con me, piccola?- Leo si alzò con il busto dal divano e mi prese il viso tra le mani.
-Voglio solo capire cosa ti è successo.- dissi, accarezzandogli dolcemente la mano.
-Devo farmi una doccia, mi passerà. Il vantaggio dell'essere vampiro è che non abbiamo il post sbornia.- affermò, facendo un sorriso malizioso.
-Ti ci porto.- gli misi un braccio intorno alla schiena e lo accompagnai alla porta del bagno.

Dopo circa quindici minuti mi trovai davanti a Leo, era completamente nudo, tranne per l'asciugamano che portava in vita.
Goccioline d'acqua gli percorrevano tutto il corpo, delineando i perfetti muscoli che formavano il suo corpo.
-Pronto? Ci sei?- mi accorsi solo in un secondo momento di essere rimasta completamente imbambolata davanti a lui.
Mi coprii gli occhi di colpo dall'imbarazzo, le mie guancie sembravano stessero prendendo fuoco.
Successivamente gli porsi i vestiti che avevo preso da uno dei cassetti di Guy, erano fuori moda ed ero certa non se ne sarebbe mai accorto della loro mancanza.
-E-ecco..questa è tua.- dissi con un tono imbarazzato, mentre chiusi gli occhi.
- Sono dall'altra parte...- controbatté  ridendo.
-Ah sì..scusa.- aprii gli occhi e finalmente gli consegnai gli indumenti.
-Ti imbarazzi davanti a così poco? Mi stupisci e quì l'unico che dovrebbe stupire l'altro sono io..- disse con un tono ironico.
-Io? Imbarazzata? Ma scherzi?-
Beh, le mie guance di certo non scherzavano. Mi bruciavano dalla vergogna e anche dalla voglia di saltargli addosso.

Lentamente si avvicinò a me,lasciando che i nostri corpi si sfiorassero.
Riuscivo a sentire il suo addome freddo contro la mia pancia ed il suo respiro sulla mia fronte mente io , non facevo altro che tenere lo sguardo basso.
Il cuore,ancora una volta, mi batteva così forte che sembrava stesse per uscire fuori dal mio petto.
-Ti aspetto in cucina, devi ancora raccontarmi qualcosa.- mi sgranchii la voce e successivamente uscii fuori,dirigendomi in soggiorno.

                                    ***
-È difficile per me parlarne, Ariel.- Leo spezzò il silenzio che si era creato tra di noi.
Eravamo seduti da più di venti minuti l'uno distanti dall'altro, senza professare nemmeno una parola.
-Mi sento così in colpa che credevo che l'alcol mi aiutasse a dimenticare. Quando mi sono reso conto che non era affatto così sono venuto qui.
Quando sono con te, tutto sembra più facile.-
A quelle parole arrossii, mi sembrava assurdo che uno come Leopold Zach, uno dei vampiri più forti del mondo, stava dicendo tutto quello a me.
-Puoi parlare tranquillamente con me, Leo. Non ti giudicherò, perché non sono nessuno per farlo.- affermai, stringendogli la mano come se fosse un bambino.
-Forse questa volta lo farai. È successo qualcosa di terribile, qualcosa che mi ha distrutto.-

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