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                           Capitolo 12

ARIEL'S POV
Era un lunedì sera ed io ero nella mia camera.
Leo non si era fatto vivo per tutta la settimana, come poteva lasciarmi sola dopo tutto quello che mi aveva detto? Omer non sapeva nulla ed io non potevo parlarne con nessuno.
Forse..avrei dovuto dirglielo, ma ora ero troppo stanca.
Appena chiusi gli occhi, mi accorsi che non mi trovavo più nella mia stanza.

Ero in un bosco,un bosco dove i raggi del sole illuminavano tutto ciò che mi circondava. C'erano lunghi alberi e fantastici fiori, un prato verde e cinguettii di uccelli dappertutto, farfalle che mi ronzavano intorno e che si posavano dolcemente sulla mia spalla. Era un sogno o pura realtà?
-E' pura realtà- mi disse una voce dietro di me.
-Io quella voce la conosco..Leo!- mi girai.
Per un attimo tutto quello che mi stava accadendo mi sembrò vero, ma quando richiusi gli occhi mi ritrovai di nuovo nel letto della mia stanza.
Era solo un sogno.

La mattina successiva ero più in anticipo del solito, tant'è che riuscii a far colazione ed a chiamare Omer per incamminarmi con lui verso scuola.

-Hei, buongiorno.- mi abbracciò mente ero sulle scale che davano al mio giardino.
-Buongiorno a te.- gli sorrisi e ci avviammo verso scuola.
-Ehm, ascoltami so che..non è il momento giusto ma io volevo...-
Una strana ombra si fermò dietro Omer, non riuscivo a capire chi fosse ma quando si fece più avanti capii che si trattava di Leo.
-Leo, tu arrivi sempre nel momento sbagliato.- disse Omer sbuffando.
-Smettila,se sono quì non è per te ma per Ariel.- mi prese per il braccio.
Come poteva dopo una settimana venire a casa mia e prendermi con la forza per potermi parlare?

- Hei...vacci piano,sei un tipo troppo arrogante, non credi?-disse Omer.
Lo spinsi per liberarmi dalla sua presa e poi ci allontanammo da Omer che ricevette uno sguardo gelido da Leo.
-Perchè sei ritornato?-
-Non ti fa piacere?- mi disse avvicinandosi a me.
Lo allontanai.
-Sono scomparso per un motivo.
Ardak è molto malato, aveva bisogno di me..-
-Avresti potuto avvisarmi,no? Non è giusto che tu mi lasci così.-
-Ti chiedo scusa.- mi guardò con degli occhioni dolci, ma perché riusciva sempre ad intenerirmi?
Ci allontanammo ancora per molto fino a non vedere più Omer.
-C'è una cosa che avrei voluto fare da molto tempo.. -mi disse, lo guardai insospettita.

-Gradirei se mi dicessi cosa..-
-Avrei voluto..-
-Baciarti.- Non rimasi stupita dal fatto che volesse baciarmi ma bensì dal fatto che lui non aveva pronunciato quella parola,lui l'aveva pensata e io ero riuscita a sentirla.
-Un attimo..sono riuscita a leggerti nel pensiero?-dissi sconvolta.
-Uno dei tuoi tanti poteri,piccola.-
-E comunque io..non posso .-
-Non posso o non vuoi?- mi chiese.
Le sue labbra erano sempre più vicine alle mie. Mi ripetevo continuamente in mente che dovevo dirgli di fermarsi ma non glielo dicevo,ero sicura che mi avrebbe baciato ma poi indietreggiò, di sua spontanea volontà.
-Io vado.- mi disse.
Notai della freddezza nelle sue parole e mentre si allontanava,il lungo giaccone nero che indossava,oscillava nell'aria grazie al soffiare del vento.
Dio quanto era strano.

[...]

Era ormai sera ed io avevo davvero bisogno di uscire,per stare un po' da sola,anche se..in realtà avevo bisogno di parlare con Leo. Non avevo idea di dove andare ma mi misi comunque a camminare lungo il marciapiede e infine decisi di dirigermi verso la piazza. Arrivata,restai ferma a guardare quello che mi circondava. C'erano alcune coppie di fidanzati mano nella mano,la strada era stata bagnata dal temporale accaduto poco prima ed alcune panchine erano occupate da anziani . Al centro della piazza c'era la famosissima "Fontana dei desideri".

-Un desiderio non costa nulla- pensai. Cercai nelle tasche per controllare se avessi qualche moneta e,trovatane una, mi avvicinai alla fontana. Chiusi gli occhi, gettai la monetina ed espressi un desiderio.
Fatto ciò ,mi sedetti sul bordo della fontana e mi misi a guardare il cielo pieno di stelle.
-Mi stavi cercando?- disse una voce.
Non potevo crederci, lui era lì davanti a me.
Forse quella fontana era davvero così magica.
-Leo, sì ti stavo cercando..per parlarti.-
-Sono tutt'orecchie.-
-Questa mattina mi hai  "chiesto un bacio",ricordi?-
-Certo e allora? Ci hai ripensato,piccola?- disse con un sorriso soddisfatto.
-No, in realtà no.
Ho risposto che non ti potevo baciare ma in parte ti ho mentito.Leo sei sparito,non ti sei fatto né vedere né sentire per una settimana,come puoi tornare e volermi baciare da un momento all'altro?Non è questo che voglio,io..non voglio soddisfare il capriccio di un ragazzo.Ci conosciamo da così poco tempo, non riuscirai mai a costruire il rapporto che avevi con Ardak, con me.-
-Vedo che finalmente hai capito che io sono il tuo guardiano.- disse dandomi le spalle.
- Si, l'ho capito non sono di certo stupida. Ma non sei per niente un bravo guardiano se te ne vai in giro e mi lasci sola ad affrontare tutto.-
-Ti ho già detto che ho avuto i miei validi
motivi. Ma,come vedo,proprio non riesci a capire.-

Lo conoscevo da poco ma già sapevo quello che avrebbe fatto, se ne sarebbe andato e sarebbe stato arrabbiato con me per altri due giorni ed io dovevo impedirlo o ,altrimenti,non saremmo arrivati a nulla.
Così lo tirai violentemente indietro costringendolo a girarsi.
-Leo..io..mi dispiace.-
Quello che riuscii a notare era la sua collana che mi oscillava vorticosamente davanti agli occhi.
Finalmente, riuscii a capire cosa vi era inciso sopra, la lettera D.
Chi stava a rappresentare quella lettera?

                             N.A
Come già citato nel capitolo precedente la collana che Leo porta al collo è il suo simbolo di guardiano verso Ariel..
Ma come mai vi è inciso la lettera D?
Sono curiosa di sapere le vostre idee!
Baci,Neens💋

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