•Il Tempio•

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                             Capitolo 13

LEO'S POV
La lasciai lì, in quella piazzetta e me ne andai senza neanche salutarla. Devo ammettere che ,certe volte, fare lo stronzo mi riesce anche meglio.
Aveva visto ciò vi era inciso sopra la mia collana ma non potevo spiegarle che era grazie proprio a quell'oggetto se io ,in quel momento ,avevo dei sentimenti. Appena concluso il mio compito e dopo l'incoronazione del profeta, dovevo ridarla indietro e sarei ritornato il mostro che ero sempre stato.
Senza provare emozioni, senza sentimenti, senza nulla.
D'altronde era così che doveva andare, tra le tante qualità che i vampiri avevano vi erano anche dei punti deboli, non eravamo invincibili. Uno dei più importanti era che  potevamo morire di cuore spezzato, ecco perché si preferiva che un vampiro crescesse senza sentimenti.
L'unico sentimento di affetto era per i propri genitori e per noi stessi, perché quelli erano gli "amori" che non finivano mai.
Tutta quella storia del bacio era stata una grandissima cazzata, insomma..come posso io, un vampiro , chiedere ad un'umana un bacio, sapendo che in realtà non avrebbe fatto altro che deteriorami dentro prima o poi?
Ero folle? Si, forse mi ero stancato di quei 600 anni passati senza provare nulla.
L'unico sentimento vero e sincero l'avevo provato, per una donna della mia specie,Carmel. Lei era stata la prima persona(ed anche l'unica) di cui credevo di essermi innamorato ma ,anche quella volta, quel genere di amore non aveva superato quello che provavo per me stesso.
Ero stato così egoista da denunciarla al Consiglio per aver bevuto sangue umano. Quello che aveva fatto era terribile, ma qualsiasi folle l'avrebbe presa per mano e sarebbe scappato con lei via da tutto quello , pur di non perderla..se fosse stato innamorato.
Perché dovevo farmi del male facendo stupide proposte ad Ariel? Ah già, perché nonostante i sentimenti avevo anche degli ormoni che dovevano essere placati.
Ma lei..no che non sarebbe mai stata con me! Ma non perché io non fossi sicuro di me stesso ,bensì lei non lo era.
Era confusa, impacciata e non si fidava di nessuno. Non sarebbe mai potuta stare con un vampiro perché lei era..una brava ragazza e tutto quello l'avrebbe destabilizzata.
Erano giorni che mi chiedevo  chi avrebbe preso il posto di Ardak quando lui se ne sarebbe andato ,ma più i giorni passavano, più ero convinto che sarei rimasto solo, per il resto della mia immortale vita.
-Ti prego Leo, smettila di pensare!
Sento il rumore che fa il tuo cervello ed è fastidioso.-
Mi trovavo nel Tempio,la mia casa, ed ero seduto sullo sgabello del pianoforte.
Provai a suonare qualcosa..ma nulla, i tasti non emettevano neanche mezzo suono.
Mi ero forse dimenticato che quello era un pianoforte speciale? Poteva essere suonato solo dal profeta poiché Ardak gli aveva fatto una specie di incantesimo.
Un attimo,dovevo smetterla di pensare. Ma come mi ero ridotto?!
-Te ne sono grato Leo,mi stava per scoppiare la testa.-
Ardak si mise le mani sul capo che era ormai diventato calvo a causa dell'età.
-È per via di Ariel.-
Ma cosa mi era passato per la mente? Non dovevo assolutamente mettere in mezzo relazioni che fossero amichevoli o amorose.
-Ti piace? No Leo,non deve. Lo sai che è rischioso per te, innamorarti di un'umana intendo.-
No, non mi piaceva fino a quel momento mi incuriosiva soltanto.
Era una di quelle ragazze che, anche se non hanno bisogno di essere protette, si ha continuamente quell'istinto di farlo. Proteggerla anche solo da un insetto.
-Mi incuriosisce tutto qua.- affermai.
-Ed in realtà sto pensando alla reazione che avrà quando le dirò che sono un vampiro.-
Possibile che ancora non lo aveva capito? Ardak mi aveva raccontato, in passato, che i profeti  essendo metà umani e metà vampiri,avevano il dono di riconoscere di quale specie fosse chi gli stava davanti , un po' come gli animali in presenza dei loro simili.
Per me, aveva solo paura di sapere che, quel ragazzo così misterioso ed affascinante, era un vampiro. Sì lo so, sono fin troppo modesto ma anche io potevo guardarmi allo specchio. So bene che tutte le leggende sui vampiri dicono che questi ultimi non possono specchiarsi, ma ecco cosa sono:LEGGENDE. Io potevo vedere il mio riflesso anche se, particolari specchi, avevano il potere di risucchiare la mia anima.
- Prima o poi dovrà sapere cosa sei. Ma raccontami..come hai fatto ad incontrarla?-
mi chiese Ardak mentre pigiava con il suo indice un tasto del pianoforte ,che emise un dolce LA.
-Forse quello che ti dirò non ti piacerà ma lei era restia ad incontrarmi così mi sono fatto aiutare da una persona di cui lei si fida molto.-
All'udire queste parole il viso di Ardak assunse un'espressione sconvolta.
-Come? Non significa mica che ti sei esposto agli umani?-
Ecco, sapevo sarebbe arrivato a ciò. Noi vampiri non potevamo esporci, per nessuna ragione.
-Ad un solo umano. Avevi detto che dovevo portarti qui la ragazza, a qualsiasi costo.-
Quando si trattava di trasgredire le regole pur di fare qualcosa per lui, non esitavo.
-Non certo al costo di perderti.-
Mi mise una mano sulla spalla.
-Cos'hai intenzione di fare ora? Portarmi davanti al Consiglio e farmi estinguere?
Non poteva farlo, ero come suo figlio! Come poteva lasciarmi rinchiuso per 300 anni dentro uno specchio?
-Leo, io ho creato le regole. Non ci sarà nessuna eccezione.-
Appena finì la frase rimasi sconvolto, avevo fatto quella cosa per lui.
Ma lo conoscevo troppo bene da sapere che non avrebbe fatto nessuno strappo alla regola, in fondo era stata colpa mia.
-Potrei portarlo qui ed assicurarci che non parli,non sarà così difficile.-
Sbottai.
-Leo, i sangue caldo non possono attraversare le porte del Tempio. Questa è una legge basilare dell'universo. Se lo porterai qui, morirà.-
I sangue caldo, ovvero gli umani, non potevano entrare in casa del profeta poiché quello era un posto "sacro".
Omer sarebbe morto ma se io non tentavo, nemmeno una volta, sarei morto al suo posto.
[...]
-È saltato fuori un problema.-
Entrai velocemente nel negozio dove lavorava Omer e mi appoggiai al bancone, speravo solo che non ci fosse quel decerebrato di Rafael altrimenti avrebbe reso il tutto più difficile.
-Che? Prima mi minacci e ora mi vieni a dire che è saltato fuori un problema? Speri che ti aiuti? Scordatelo.-
Mi rispose, continuando a posare vari album negli scaffali dietro di lui.
Potei chiaramente leggere "Rolling Stones" su uno dei tanti.
-O mio dio, piantala con questa sceneggiata! Questo è un problema grosso e tu devi chiudere il negozio.-
Mi ero promesso,per strada, che sarei andato lì con calma e gli avrei spiegato il tutto senza atti di violenza m ma con lui mi era impossibile.
-Non posso chiudere il negozio, Rafael non c'è.-
Fece cadere uno degli album e si chinò per raccoglierlo.
-Ho detto chiudi il negozio!- con uno dei miei tanti poteri, la super velocità, lo afferrai e mi diressi verso il Tempio.
-Sono morto? Mi hai ucciso? Ehi, io ti ho aiutato in passato con Ariel. Mi hai morso? Sono un vampiro?-
Forse me ne sarei pentito, d'altronde era così indifeso ma proprio non smetteva di frignare cosi gli diedi uno schiaffo.
-Tu non sei niente, e parli troppo.-
Prima che finissi di parlare la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare.
Le luci si spensero ed Omer cadde a terra,sbattendo violentemente.
Sentii qualcuno posare una mano sulla mia spalla, era Ardak.
-Mi dispiace Leo. Te l'avevo detto che non sarebbe sopravvissuto.-

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