Capitolo 26
Leo era lì davanti a me, con lo sguardo basso da circa sei minuti.
Stava cercando di elaborare il discorso che di lì a poco avrebbe iniziato.
Il suo respiro era pesante e riuscivo a capire che per lui non era per niente facile dirmi ciò che voleva.
-Io..non voglio sembrare debole.- disse tutto d'un fiato.
-Sono stato un vampiro senza sentimenti per 600 anni, e ora.. fa così male..- continuò,tenendo sempre la testa bassa. Le parole che stava pronunciando sembravano parte di un monologo destinato a se stesso.
-Leo,posso dirti una cosa?- chiesi, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla,lui annuì.
-Tu hai ragione, ci sono situazioni che ti destabilizzano. Molte volte ti trovi in situazioni dove è difficile gestire il dolore, alle volte è così grande che sembra quasi divorarti.
Eppure, è questo ciò che ti rende umano.-
dissi, quasi commuovendomi di ciò che ero riuscita a tirare fuori.
Con Leo mi sentivo diversa, riusciva a farmi sentire una persona matura.
-Anche se provo dei sentimenti.- iniziò e finalmente mi guardò negli occhi. - Ciò non mi rende umano. Io sono un vampiro, so che tu preferiresti che io non lo sia,ma questa è la realtà.
E da vampiro con dei sentimenti che sto commettendo sbagli di cui non riuscirò mai a perdonarmi.- continuò scuotendo la testa,era arrabbiato con se stesso ma io, ancora non ero al corrente della causa.
-La prima fase del perdono inizia quando riesci a trovare la forza di parlarne con qualcun altro.
Io voglio aiutarti, per una volta.
Voglio fare qualcosa che tu hai sempre fatto con me, voglio porgerti una spalla su cui piangere. Ma per farlo,devo sapere ciò che è successo.- dissi, toccandogli il mento e inducendolo a guardarmi.
-Ti racconterò com'è andata.-<FLASHBACK>
Qualche ora prima...
-Sai che per ogni collana che si crea, una vita e destinata a spegnersi- disse Phaton, con un sorriso compiaciuto.
-Posso portarti chiunque, ma questo non è ciò che mi ostacolerà. Leo ha bisogno di quella collana!- esclamò Ardak, mentre un colpo di tosse si fece strada nella sua trachea.
Phaton si avvicinò e girò intorno a noi, squadrandoci dalla testa ai piedi.
Qualcosa mi diceva che non era così semplice come sembrava.
-Voi due siete qui per un semplice motivo. Credete che i vostri errori possano essere risolti in men che non si dica e senza conseguenze, ma qui sono io che comando.- Phaton si fermò in mezzo a noi, poggiando entrambe le mani sulle nostre spalle.
-Io scelgo se aiutarti, ma quest'oggi mi sento particolarmente buono.- sorrise, dandomi un bacio sulla testa, mentre io mi allontanai con ribrezzo. Quanto odiavo quell'uomo, non riuscivo a spiegarlo. E se c'era una cosa che odiavo di più, era chiedergli un favore.
-Ah, dimenticavo. Sono anche io a decidere chi sacrificare.- il suo sguardo si voltò verso Ardak, ed in quel momento esplosi.
Mi lasciai indietro tutto ciò che poteva ostacolare la mia battaglia, mi lasciai indietro i sentimenti.Presi Phaton per il colletto della sua camicia blu e lo scaraventai a terra.
Era parecchio facile con lui, era uno schifoso umano, debole e fuori di testa.
-Leo, Leo, Leo. Qui non sono solo.- ghignò Phaton, mentre era ancora a terra e si sosteneva sugli avambracci.
Lena e gli altri membri del Consiglio mi accerchiarono e in quel momento sentii una voce rimbombarmi nella testa.
-Leo, prendimi e scappiamo.- era la voce di Ardak.
Mi mossi verso Ardak grazie alla super velocità e in meno di dieci secondi eravamo all'uscita del museo.
-Game Over.- Phaton pronunciò quelle parole, ma la mia attenzione era totalmente focalizzata sul paletto di legno nel cuore di Ardak.
Mi cadde tra le braccia e mi accasciai con lui.
-L..Leo. Proteggila, ad ogni costo.- biascicò, quelle furono le sue ultime parole,mentre il corpo scomparve diventando cenere.
-TU!- mi alzai pieno di rabbia pronto ad uccidere quel verme di Phaton.
Lui allargò le braccia, in segno di resa.
-Una promessa, è una promessa.- sorrise, mentre sul mio collo riapparve la collana.
Dovevo mettere da parte la rabbia, e tornare alla mia missione, questo era l'ultimo desiderio di Ardak. Uccidere Phaton, sarebbe stato uno dei miei ultimi problemi.<FINE FLASHBACK>
-Ecco ciò che è successo..lui è morto per colpa mia.- dissi, mettendomi le mani sul viso. Odiavo farmi vedere così debole, ma la morte di colui che mi aveva cresciuto mi devastava.
Ariel si inginocchiò davanti a me, mettendosi alla mia stessa altezza.
Mi prese il viso tra le mani, e mi baciò.
Quelle labbra le avevo desiderate per tutti quei mesi, e finalmente erano di nuovo mie.
Mi lasciai andare per un momento, ma appena chiusi gli occhi, le ultime parole di Ardak riaffiorarono nella mia mente.
-Mi dispiace Ariel, ma ora non posso più permettermi distrazioni.Io e te, la nostra è una storia conclusa- la allontanai, anche se ciò che avevo detto mi feriva come delle lame.
D'ora in avanti ciò che contava era portare a termine la mia missione, e nient'altro.
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| Half-blood |
Vampiros"Sei una mezzosangue Ariel,la nostra profetessa. Abbiamo bisogno di te. Devi salvarci." Ariel è una ragazza di 17 anni che sta per iniziare il terzo anno di liceo alla Green School, una delle scuole più frequentate della città. Ma, se la sua vita f...