• Rosa dei venti•

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                            Capitolo 19

Improvvisamente mi ritrovai in una grande sala che sembrava quella di un museo.
La stanza era illuminata dalla luce del sole e la cosa che mi colpì di più, era un simbolo al centro del pavimento.

La stanza era illuminata dalla luce del sole e la cosa che mi colpì di più, era un simbolo al centro del pavimento

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-Cara sorellina, ti starai senz'altro chiedendo dove ci troviamo, beh siamo nella sede del Consiglio dei Vampiri.-
Non volevo sapere dove mi trovavo, io non volevo altro che fuggire da lì, qualsiasi fosse stato quel posto, non era altro che malvagio.
-Phaton, riportami subito a casa.-
dissi strattonandolo,quel gesto lo infastidì e questo lo si poteva leggere dell'espressione sul suo volto.
-Non ti porterò a casa fin quando non ti dirò ciò che voglio dirti.-
-Prima di tutto sono sicura che tu non sappia di essere una mezzosangue.-
Mezzosangue? Cosa stava cercando di dirmi?
Il mio viso assunse un'espressione perplessa.

-Beh, indubbiamente non lo sai.
Non dovrei dirtelo poiché il tuo rito di incoronazione a profeta prevede diverse tappe e sapere di essere una mezzosangue è una delle ultime. Ma non m'importa, lo sai perché? Perché io sono il capo di tutto questo. Io creo le regole e solo io posso infrangerle.-
Mi sorrise in un modo così gelido da farmi rabbrividire.
-Ma veniamo al dunque, tu sei una mezzosangue ovvero sei metà vampiro e metà umana.-
Metà vampiro? Istintivamente mi toccai i canini per verificare se fossero appuntiti, mi sentii ridicola e Phaton non fece altro che schernirmi.

-Sei..- si sgranchì la voce -..Siamo figlia di un'umana e di un vampiro ma sei ben diversa da loro.
O meglio..hai ereditato l'aspetto di un'umana e i poteri di un vampiro. -
Quello che diceva Phaton mi fece sentire più sollevata, essere umana era l'unica cosa a cui non avrei mai potuto rinunciare.
L'essere immortale non era ciò che desideravo,
veder morire tutti i miei cari e dover ogni volta ricostruire tutto da capo con altre persone non era quello che faceva per me.

" La vita è bella perchè è unica e irripetibile!
Per questo dobbiamo sempre vivere come se fosse l'ultimo giorno.
Altrimenti tutto perderebbe di gusto e bellezza. Sarebbe una vita monotona e scontata."
Questo era quello che mi diceva sempre mia nonna Rose, ed aveva perfettamente ragione.

-Anche tu sei un mezzosangue?.-
chiesi.
-Io no, non lo sono.
Come già sai, io sono il secondo di tre figli e di conseguenza non sono un mezzosangue.
Solo il primo ed il terzo figlio hanno questo privilegio.-
-Da un punto di vista ti invidio.-
affermai, nella mia voce si udiva un senso di tristezza.
-Da un'altro punto di vista invece, sono io che invidio te!
Per colpa tua, stupida ragazzina, non sono il nuovo profeta.
Prima che Ardak scoprisse della tua esistenza dovevo essere incoronato io come nuovo profeta!-
Phaton mi afferrò per i capelli ed io diedi un grido di dolore.
-Però sai,se ti uccido diventerò automaticamente il nuovo profeta..-
Per quanto mi costringesse a tenere gli occhi puntati verso il basso riuscii chiaramente a vedere il suo sadico sorriso.

-Tu sei solamente un mostro!- urlai cerando di divincolarmi ma senza ottenere risultati.
-No..sono loro i mostri. Io li odio e voglio eliminarli tutti, non ho nessun collegamento con loro. Io sono umano e loro sono il marcio del mondo.-
Le sue parole lasciavano trasparire odio, ma per quanto non conoscessi i vampiri, reputavo ancor peggio un umano che agisse in quel modo.
-E se ti interessa saperlo, Leo sarà il primo tra tutti..ovviamente dopo di te.-
-Tu non toccherai nessuno! Tanto meno Leo.-
mi divincolai ferocemente dalla sua presa, non avrei lasciato che nessuno,tanto meno lui , toccasse le persone a cui volevo più bene.
-Spreca meno fiato, sorellina..
Tanto ormai sei spacciata.- disse indicando un gruppo che stava camminando verso di noi.
-Lei chi è?- chiese una del gruppo.
Aveva dei capelli lunghi fino al fondoschiena e ciò che riuscii subito ad intuire era che amava truccarsi; aveva le palpebre completamente imbrattate di nero.

-Lei è la ragazza che si spaccia per il profeta, ve l'ho portata su un piatto d'argento.-
prima che riuscissi a ribellarmi contro le fandonie che stava raccontando Phaton, la ragazza parlò.
-Come facciamo a fidarci di te? Sei diventato il capo del consiglio da poco.-
-Ah.. Lena, Lena, Lena. Sai benissimo che sono io il vero profeta!-
Le girò intorno e questo la infastidì indubbiamente.
-In ogni caso, io non ho intenzione di ucciderla.- affermò Lena incrociando le braccia, tirai un respiro di sollievo.
-E' un ordine e devi eseguirlo!- il sorriso che prima aveva assunto Phaton scomparì e si tramutò in uno sguardo fulmineo.
Dopo queste parole dalla bocca di Lena spuntarono delle lunghe, affilate zanne.
Lei era un vampiro, forse come tutte le altre persone che mi circondavano.

Lena si mise in posizione di attacco di fronte a Phaton, sembrava volesse azzannarlo.
-Lena,calmati.- disse Phaton spaventato, facendo alcuni passi indietro.
Lei sorrise soddisfatta e tirò immediatamente dentro i canini.
-Facciamo come vuoi tu, per ora non uccidiamo lei ma Leo.-
-Vai, sorellina, sei libera.-
Phaton appoggiò una mano sulla mia spalla e di colpo mi ritrovai in strada,proprio dove avevo incontrato Phaton.
Dovevo cercare Leo al più presto e dovevo avvisarlo del pericolo che correva.

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