•Brutti ricordi •

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                            Capitolo 9

OMER'S POV
Leo era entrato in camera di Ariel ed aveva un'espressione dura in volto.
-Inizio a pensare che tu ti stia immischiando troppo in faccende che non ti riguardano.- si avvicinò lentamente a me, io indietreggiai. La poca distanza che c'era tra noi mi infastidiva.
Dio quanto odiavo quell'essere.
Odiavo tutte le persone come lui da quando...no,non potevo ripensarci.
Cercai di scacciare via quel pensiero che avevo cercato di mettere da parte durante tutti quei mesi ma ormai era troppo tardi.

            <3 mesi prima >

- Omer ti va di darmi una mano con questi scatoloni?-
Mi chiese Rafael che intanto si trovava nel retro del negozio, la sua voce era affannosa probabilmente stava reggendo un grosso peso.
-Scusatemi un attimo, ma qualcuno ha bisogno di me.- feci un gran sorriso, davanti a me vi erano uno ragazzo ed una donna.
Il ragazzo sembrava molto serio tanto che a quelle mie parole si dimostrò anche seccato.
La donna,sulla quarantina, aveva una folta chioma di capelli ricci e castani.
Da quando era entrata non aveva smesso di sorridere,sprizzava allegria da tutti i pori.

-Ecco qui, Rafael.- dissi poggiando i grandi scatoloni sulla scrivania giallo ocra che si trovava nel retro.
Lui mi sorrise e sussurrò un grazie mentre puliva i suoi grandi occhiali da vista neri.
-E non provare più a sollevare pesi così grossi.- gli raccomandai sfregandomi le mani per togliermi la polvere che si era depositata tra le mie dita.
Mi dispiaceva per lui, purtroppo da quando aveva subito quel brutto incidente era stato costretto a vivere per sempre su una sedia a rotelle.
Doveva ridurre al minimo gli sforzi ma questo non l'aveva mai fatto, quanto era testardo!

Cavolo, quei due mi stanno aspettando da minuti ormai! Credo che un giorno Rafael mi licenzierà per avergli fatto scappare tutti i clienti.
Mi voltai e mi accorsi che i clienti erano proprio dietro di me, Rafael stava spedendo delle email di ordinazione e non si era accorto della loro presenza.
-Non potete stare qui, è vietato alla clientela.- gli indicai di ritornare dietro al bancone in modo molto cortese.
-Mi sono stancato di giocare al cliente, dimmi dov'è.-
Il ragazzo mi afferrò violentemente e mi sbattè contro il muro. Cazzo,che dolore.
-Volete dei soldi? Sono tutti lì ma vi prego,lasciatelo andare.-
Rafael sembrava terrorizzato ed indicava continuamente la cassa.

-Noi non vogliamo dei soldi, vogliamo solo sapere dov'è.-
La signora saltellò intorno a Rafael e si fermò dietro di lui.
-Io..non so di cosa parlate. Chi state cercando? Noi non conosciamo nessuno.-
Il ragazzo mi fece un sorrisetto malefico, poi mi scaraventò ancora violentemente contro il muro. Ero paralizzato dalla paura.
-Cerchiamo lei.-
la strana signora si avvicinò a me e mi mostrò una fotografia.
Non potevo credere ai miei occhi, quella..
Quella era Ariel.
Pensai a come mentire,non ero mai stato bravo in quel genere di cose ma non potevo lasciare che quei due psicopatici si avvicinassero alla mia Ariel.
-Non l'ho mai vista prima.- esclamai con freddezza.
Forse ero riuscito a convincerli o almeno lo
speravo.
- Questo rammollito non sa nulla,andiamo Francis.-
Il ragazzo mi lasciò cadere e fece per uscire dalla porta.
-Andiamo,Leo..lasciami divertire un po'.-
Francis guardò il ragazzo con uno sguardo divertito. Un attimo. Quelle che le spuntavano dalla bocca erano zanne?

-Ma che cazzo fai?- Leo si avvicinò alla ragazza e la strattonò,sembrava furioso.
-Sei una cazzo di psicopatica! Racconterò al consiglio che idea geniale ti sei fatta venire in mente, rivelarti a due umani.-
-Perdonami Leo! Non capiterà più, cancelliamoli e scappiamo via.-
Cancellarli? Che diamine significava che dovevano cancellarci?
Sentii di nuovo la paura saltarmi addosso, stavo per..morire?
Francis si avvicinò a Rafael e lo colpì in faccia con un forte pugno tanto da farlo svenire. Come cazzo poteva prendersela con un paraplegico?
Leo si avvicinò a me e mi mise una mano sulla fronte, improvvisamente un buio mi avvolse.

-Omer,Omer!- sentivo qualcuno che mi chiamava, la sua voce era lontana.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti Rafael.
-I bastardi se ne sono andati, hanno creduto di averci cancellato ma io avevo questo!-
Rise come un bambino mentre oscillava in aria uno strano bracciale. Di che stava parlando?
-Oh no, mio caro Omer.. Tu, non ricordi nulla.-
Sembrò per un attimo dispiaciuto ma poi sorrise di nuovo mentre si infilava la mano in una delle tasche dei pantaloni Bordeaux.
Tirò fuori una caramella e me la porse.
-Questa è magica, ragazzo mio. È la pillola recupero~memoria e no, non ringraziarmi.-
La inghiottii,non credevo che Rafael avesse intenzione di avvelenarmi. Non era cattivo, solo un po' strano.

Erano altrettanto strane le immagini che mi apparvero davanti agli occhi e così ricordai tutto. Nei minimi particolari.
-Raf, stai bene?- mi alzai velocemente e afferrai il suo viso tra le mani. Notai che aveva un'ematoma sulla guancia destra, era stato il pugno di quella...bestia.
-Hei ascoltami. Dobbiamo scoprire qualcosa di più, fermare questi pazzi. Cercavano Ariel, la mia amica.-
-Lo so caro, dobbiamo cercare di incastrarli. Ma per ora, fai come se non sia successo nulla.-

                     <Oggi>

-Credi davvero che sia così? Devo..sapere, non è così Ariel?-
Guardai Ariel che non si era mossa di un millimetro, aveva lo sguardo basso ed io non capivo il perché. Mi stava davvero tenendo fuori da tutta quella storia?
-Ascoltami ,bastardo. Prova un'altra volta, una sola volta a cercare di immischiarti in cose che non ti riguardano e ti giuro che ti farò rimpiangere di essere nato.-

La voce di Leo era piena di rabbia, mi aveva afferrato per il colletto della maglia e io non potevo divincolarmi, era così forte.
Era quello che lo faceva stare un passo avanti a me, ma io conoscevo quali erano i suoi punti deboli e prima o poi li avrei tirati fuori.
Dovevo solo aspettare il momento giusto.

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